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Capitano Francesco Donnini Vannetti, colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, sergente Mario Paolini, caporal maggiore Gino Fruschelli. Sono solo alcuni dei decorati con la medaglia d’oro al valor militare per il loro sacrificio durante la guerra di Liberazione italiana condotta dall’Esercito che compaiono nelle pagine dell’edizione 2024 del calendario dell’Esercito italiano. Dodici mesi dedicati alle esperienze di alcuni, in rappresentanza dei molti, che fedeli al giuramento prestato, continuarono a combattere nelle fila delle ricostituende forze armate italiane. Ufficiali, sottufficiali e soldati, insigniti della medaglia d’oro al valor militare per atti eroici compiuti dopo l’armistizio e che si sono particolarmente distinti anche nel periodo precedente. Alcuni di essi militarono nelle formazioni partigiane nel centro-nord del Paese, facendosi spesso promotori della loro formazione, altri raggiungendo il cosiddetto Regno del Sud, entrando nell’Esercito cobelligerante e contribuendo alla costruzione dei Gruppi di combattimento, le unità che sarebbero poi state alla base dell’Esercito repubblicano.

Il valore della scelta

Come raccontato da capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Pietro Serino: “Quest’anno abbiamo voluto raccontare la storia degli uomini che combatterono a difesa della Patria, e non di una ideologia; quei tanti protagonisti in uniforme della Guerra di Liberazione”. La Forza armata ha infatti selezionato dodici medagliati al valore, tra le migliaia di soldati decorati prima e dopo l’armistizio, nell’intento di raccontare la storia di tutti, e dare il senso “dei valori che caratterizzavano allora, e caratterizzeranno sempre, l’Esercito italiano”. Il generale Serino ha raccontato come la scelta del tema sia dovuta alla volontà di onorare la memoria di chi ha rispettato sempre il giuramento di fedeltà prestato alla Patria: “soldati sempre convinti e consapevoli di quale fosse il loro dovere e quale posizione l’Esercito dovesse assumere”.

Un esempio per l’oggi

Come registrato dal sottosegretario alla Difesa, la senatrice Isabella Rauti, “rievocare e raccontare gli episodi che hanno segnato la storia della nostra Repubblica, vuol dire onorare chi ha combattuto per la Patria; significa ricostruire e tramandare la memoria”. Un impegno che, dal passato, deve caratterizzare anche il nostro presente, ricordando “la grande sensibilità che l’Esercito dimostra ogni giorno nel mantenere vivo questo patrimonio ideale condiviso”. Per Rauti, essere consapevoli della nostra storia, “è indispensabile per comprendere il presente, per disegnare il futuro e per interpretare al meglio il momento che stiamo vivendo”.

La testimonianza

Per “sottolineare il valore della scelta del giuramento prestato nel rimanere fedele allo Stato e quindi alla Patria”, tra i vari nomi di decorati è stato ricordato anche Renato del Din, attraverso un video messaggio della sorella, Paola del Din, entrambi medaglia d’oro al valor militare che lo scorso 22 agosto ha compiuto cento anni. Dopo la morte del fratello alla testa delle prime formazioni delle brigate partigiane Osoppo-Friuli, la professoressa del Din, nome di battaglia “Renata” seguì l’esempio del fratello combattendo con il Comitato di liberazione nazionale, e diventando nota per essere stata la prima donna paracadutista italiana a fare un lancio di guerra, attraversando più volte la linea del fronte per portare messaggi alle brigate partigiane del nord-est.

Serino presenta il Calendario dell’Esercito 2024

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