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Nella lunga notte elettorale della Slovacchia, gli exit poll sono stati ribaltati, portando alla vittoria del partito social-populista Smer Sd, guidato da Robert Fico, con il 22,9% dei voti, nonostante la sua opposizione amichevole con la Russia. L’avversario Michal Simecka, a capo di Slovacchia Progressista, un partito centrista e liberale di matrice europeista, dato come favorito dagli exit poll, si è fermato al 17,9% dei voti e 32 seggi.

Simecka ha annunciato di aver ottenuto il 18% dei voti, rappresentando mezzo milione di slovacchi e diventando il secondo partito più forte nel Consiglio nazionale. Ha sottolineato che, anche se rispetta la vittoria di Fico, crede che sarebbe una cattiva notizia per il Paese se Fico riuscisse a formare il governo. Ma al di là di questa dichiarazione, l’ipotesi di un governo di minoranza sembra attualmente improbabile.

La terza forza politica è Hlas-Sd, con il 14,7% dei voti, un partito nato dalla costola dello Smer e guidato da Peter Pellegrini, un moderato filoeuropeo diventato premier nel 2018 dopo le dimissioni di Fico a seguito delle proteste per l’omicidio del giornalista Jan Kuciak e della sua fidanzata.

Per ottenere la maggioranza nel Parlamento monocamerale di Bratislava, composto da 150 membri, lo Smer dovrà cercare partner di coalizione. Fico può già contare sui nazionalisti di SNS, con cui ha precedentemente governato, e probabilmente sui centristi cristiano-democratici del KdK, che sono contrari all’agenda LGBTQ di Simecka. Al di fuori del parlamento resta l’estrema destra di Republika, che mira a far uscire la Slovacchia dall’Ue.

Il partito centrista Olano, guidato dall’ex premier Igor Matovic, si posiziona come la quarta forza con l’8,9% dei voti e 16 seggi. La sua imprevedibilità e il comportamento fuori dalle righe lo rendono un possibile partner di governo, complicato come alleato ma utilizzabile per necessità.

Nonostante le sfide, sembra molto improbabile che Fico non riesca a formare una coalizione. Nel caso di un fallimento, Simecka ha delineato la sua strategia post-elettorale, mirando a una coalizione con Olano, l’SaS di Richard Sulik, Hlas e altri partiti minori.

Chi è Robert Fico

Robert Fico è noto in Slovacchia per le posizioni estremamente controverse. In passato, ha utilizzato linguaggio offensivo nei confronti della presidente slovacca Zuzana Čaputová, definendola “una burattina degli Stati Uniti”, e usando epiteti dispregiativi. Fico ha già ricoperto il ruolo di primo ministro per due mandati, dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018, entrambi alla guida del partito socialista Smer, il principale partito slovacco di ispirazione socialista. Nel corso del tempo, la sua retorica è diventata sempre più razzista e sessista, populista e anti-occidentale, ammorbidendo le sue posizioni nei confronti della Russia.

Non a caso, ha promesso che, in caso di vittoria, la Slovacchia non fornirà alcun tipo di assistenza all’Ucraina nella sua difesa dall’invasione russa. Questo annuncio è il più controverso: se decidesse di usare questa linea, allora potrebbe creare un precedente potenzialmente allettante per altri Paesi europei. La vittoria di Fico potrebbe infatti aprire alla creazione di un blocco (filorusso) nelle istituzioni europee, spingendo altri paesi che hanno sostenuto l’Ucraina a riconsiderare le proprie posizioni, creando un effetto domino, influenzando decisioni cruciali sulla politica estera, come l’approvazione di nuove sanzioni, che richiedono l’unanimità dei paesi membri.

La Slovacchia ha forti legami storici ed economici con la Russia, e questo ha influenzato l’opinione pubblica slovacca sulla guerra in Ucraina. Un sondaggio ha rivelato che una parte significativa degli slovacchi attribuisce la responsabilità dell’invasione russa all’Ucraina o all’Occidente. Questo legame con la Russia ha anche avuto impatti economici, con la Slovacchia che importava la maggior parte della sua energia dalla Russia. Fico ha cavalcato l’onda del consenso.

Nonostante alcune prese di posizione pro-Ucraina del governo precedente, anche la propaganda russa ha avuto un impatto notevole sulla percezione degli slovacchi sulla guerra. La Slovacchia è vista come uno dei paesi più vulnerabili alla disinformazione russa in Europa proprio per il contesto e per la presenza all’interno dell’ecosistema politico di forze come lo Smer.

In campagna elettorale, Fico ha cercato di unire il sentimento filorusso alla frustrazione economica e all’aumento dell’inflazione, promettendo di rappresentare coloro che si sentono emarginati e delusi dalla globalizzazione e dal capitalismo. Ha anche adottato posizioni ostili verso i migranti e i diritti civili, allineandosi con l’estrema destra occidentale. La sua campagna ha incluso commenti omofobi e discutibili affermazioni sugli immigrati. Fico è sembrato sfruttare la narrativa populista simile a quella di altri leader, come Donald Trump, per attirare coloro che si sentono trascurati e privi di fiducia nelle istituzioni. Ha avuto successo come altro nel mondo prima di lui.

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