Skip to main content

Un attacco rivendicato informatico ha messo in subbuglio MGM Resorts. O meglio, ha fatto compiere a lui e a tutti i suoi clienti un brusco ritorno al passato. Nella lussuosa catena di resort di statunitensi – ma che ha oltre trenta centri in tutto il mondo, da Las Vegas a Macao – dove tutto è improntato al digitale, la messa in fuori gioco dei sistemi ha rivoluzionato la quotidianità.

Iniziamo dagli antefatti. Lunedì alcune slot machine del casinò hanno smesso di funzionare temporaneamente, così come è andato fuori uso il sistema per le prenotazioni delle camere di albergo e non si poteva più ritirare ai bancomat che si trovavano dentro le strutture. Intrufolarsi nei sistemi è stato piuttosto semplice: agli hacker è bastato andare su LinkedIn, rintracciare un dipendente, parlarci per qualche minuto e infine entrare nella rete aziendale. Si tratta di ingegneria sociale, ovvero uno dei modi per entrare in possesso delle credenziali personali. Da lì sono iniziati i problemi.

Per entrare nelle camere, i lavoratori della MGM sono dovuti andare a ripescare le vecchie chiavi dentro i cassetti. Le porte si aprono con quelle tecnologiche, che hanno però smesso di funzionare. Per prenotare un posto al famoso spettacolo “O” del Cirque du Soleil non si poteva più acquistare digitalmente, ma è stato necessario pagare in contanti. Così come cash sono state pagate le vincite alle slot machine. Per sdebitarsi, e soprattutto per placare i loro animi, agli ospiti sono state offerte bevande gratis, dal caffè al latte di mandorle fino alla crema irlandese.

Se non fosse una cosa seria, nel leggere questa storia verrebbe da ridere. Il problema è che si tratta di una vicenda tutt’altro che piacevole. Per rialzarsi dopo il crollo arrivato con la pandemia, anche dei giganti come MGM hanno fatto una fatica tremenda. Ma ciononostante lo stavano facendo, grazie alla riapertura dei voli e del turismo di massa. Mostrarsi così vulnerabili non è certo una cosa buona: non a caso, le sue azioni sono crollate.

La messa in sicurezza dei sistemi è stata prontamente effettuata, per mettere al riparo i suoi clienti. Tuttavia, attacchi hacker di questo genere rappresentano un problema non banale per le grandi aziende americane. Soprattutto i casinò, le vittime preferite dell’hackeraggio finanziario. “Quelli di tutto il mondo dovrebbero essere in massima allerta”, ha raccontato alla Reuters l’analista di intelligence della Recorded FutureAllan Liska. Stesso avvertimento è arrivato anche da Moody’s, dove in un rapporto sono stati evidenziati “i principali rischi legati alla forte dipendenza delle operazioni aziendali (della MGM) dalla tecnologia e all’interruzione operativa causata quando i sistemi devono andare offline o sono inutilizzabili”.

E guarda caso, in base a quanto riportato da Bloomberg, a essere finito sotto ricatto degli hacker è stato infatti anche l’altro gigante dei casinò, Caesars Entertainment, che ha pagato fior di quattrini per evitare la diffusione dei dati dei suoi clienti. Come a dire, alla MGM è andata pure bene.

Gli hacker riportano Las Vegas indietro nel tempo

Un attacco informatico ha messo fuori gioco la catena statunitense MGM, che si è scoperta fragile ed è dovuta tornare al contante. Come lei, tante altre aziende che vanno in tilt senza accesso alla tecnologia digitale

Così fan tutti? Lavorare per vivere…non per morire!

Perché la sicurezza deve essere intesa quale integrata e riguardante tutti gli aspetti che vanno sempre più intesi, parlo dei temi della Security, Cyber, Safety ed Ethic, come un unicum afferente alla salvaguardia e alla protezione complessiva delle società umana. L’analisi di Biagino Costanzo, dirigente d’azienda

Londra vuole diventare hub dell’AI. Parla il sottosegretario Freeman

Nel settore c’è un “disperato bisogno di leadership”, spiega a Formiche.net il deputato conservatore presentando il summit di Bletchley Park a novembre: due giornate di lavori, una animata dagli esperti e l’altra con i leader. A Pontignano ha incontrato anche il viceministro Valentini con cui ha parlato di spazio, politica industriale, innovazione e del G7 che l’Italia presiederà l’anno prossimo

Un atto rivoluzionario. Fare i congressi democratici nei partiti

Perché, in assenza di segnali concreti e tangibili, forse è arrivato il momento di quello che nella prima repubblica capitava nei congressi. Il commento di Giorgio Merlo

La Bce non è il nemico della crescita. Angeloni spiega perché

Intervista all’economista, già membro del comitato esecutivo dell’Eurotower. Francoforte ha detto chiaro e tondo che i tassi sono verosimilmente all’apice e questo il mercato lo ha apprezzato. E comunque il costo del denaro è ancora al di sotto dell’inflazione. Per l’Italia sarà determinante la ripresa della Germania

La festa per i 10 anni di AirPress nel servizio di SkyTg24 con Crosetto, Valente e Cristoforetti

Alla Lanterna di Roma si sono festeggiati i 10 anni di AirPress, la rivista del gruppo Formiche specializzata in difesa e aerospazio

Merci più gas, col piano Meloni l'Adriatico diventa geo-strategico

Il Mare connesso al Mediterraneo potrebbe assumere un peso straordinario se si concretizzasse il polo di Trieste come base della via del cotone: in quel caso le merci indiane si sommerebbero strategicamente alla rotta del gas che già con il Tap è punto fermo (in attesa del suo raddoppio e delle decisioni su EastMed)

Per gli Usa Taiwan è una priorità maggiore dell'Egitto?

Gli Stati Uniti decidono di deviare aiuti per la sicurezza dall’Egitto a Taiwan perché Taipei è una priorità strategica maggiore del Cairo e perché l’isola asiatica è l’esempio di una democrazia che lotta contro la pressione di un autoritarismo (la Cina). Mentre la presidenza Sisi ha reso il Paese nordafricano una democrazia solo di facciata

Se il corridoio Indo-Mediterraneo scavalca la Via della Seta. La visione Usa

Il consigliere della Casa Bianca per l’energia e gli investimenti vede nel nuovo corridoio economico India-Medio Oriente-Europa due dimensioni: un modo per distribuire energia pulita e finanziamenti, e un modello alternativo alla Via della Seta cinese

Il ritorno della gabbia statale dietro la battuta d’arresto cinese

Altro che “prosperità comune”. La compressione del mercato e dei diritti di proprietà è all’origine della frenata economica del gigante asiatico. Che ora deve temere la concorrenza dell’India, dotata di istituzioni più inclusive. Il commento di Giuseppe De Tomaso

×

Iscriviti alla newsletter