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Giunge al termine la due giorni di confronti del gruppo E5, composto dai ministri della Difesa di Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito, e riunitosi a Roma per il suo quarto appuntamento. Sul tavolo dei cinque, la prosecuzione del supporto all’Ucraina, il rafforzamento dell’industria della difesa europea e la costruzione del pilastro europeo della Nato. L’incontro ha visto anche la partecipazione del commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, e di esponenti della Nato e del Servizio per l’azione esterna dell’Ue.

Il formato dei cinque, creato per accelerare sui temi più incombenti riguardo la difesa del continente, restituisce l’immagine di un’Europa che non fa preferenze tra volenterosi, Nato o Unione europea, ma si muove compatta verso due obiettivi principali: un’Ucraina in pace e un continente al sicuro. Come sottolineato dal ministro Guido Crosetto, “”Siamo cinque ministri di cinque Paesi diversi, con storie, culture e visioni politiche differenti. Ma oggi ci unisce una consapevolezza comune: condividiamo la stessa percezione delle minacce, la stessa visione strategica e la stessa determinazione a costruire un’Europa della Difesa”.

Il supporto all’Ucraina

“Tutto il mondo ha potuto vederlo ieri a Istanbul: Putin non ha interesse a finire la guerra”, ha affermato il ministro tedesco Boris Pistorius. I cinque sono concordi nel ribadire che e che il supporto a Kyiv continuerà a rimanere una priorità per l’Europa, giacché, come sottolineato dal ministro polacco, Władysław Kosiniak-Kamysz, “la sicurezza dell’Europa inizia in Ucraina”. 

Si guarda a come raggiungere un cessate il fuoco, ma anche a quali strumenti dovranno essere messi in campo per far sì che venga rispettato. “Dobbiamo pensare già da ora al primo giorno dopo un eventuale cessate fuoco”, ha ribadito Pistorius, spalleggiato dal ministro francese, Sébastien Lecornu, che ha sottolineato come le discussioni tra gli Alleati sul supporto a Kyiv comprendano anche orizzonti di medio e lungo periodo, in particolare per quanto concerne la “rigenerazione” delle Forze armate ucraine. “A me non interessa che uno dei nostri singoli Paesi si sieda al tavolo della pace”, ha aggiunto Crosetto, “ a me interessa che a quel tavolo ci sia l’Europa”. 

L’industria e le spese per la difesa 

“La nostra è una corsa alla pace”, ha affermato Kosiniak-Kamysz riguardo al tema dell’aumento della spesa militare in Europa. Aumentare il volume di spesa, ha aggiunto, servirà “per diventare un partner alla pari con gli Usa, così da poterci aspettare anche da loro una partnership leale”. Secondo il ministro di Varsavia, negli ultimi trent’anni, “non c’è mai stata una volontà così forte di aumentare le spese difesa”. A confermarlo è anche Pistorius, il quale ha affermato che, sulla difesa europea, “vogliamo fare sul serio”. 

Tuttavia, il ministro tedesco ha preferito non sbilanciarsi ed evitare di tirare in ballo cifre esatte, sottolineando invece come l’attenzione dovrebbe concentrata non sulla definizione delle capacità da sviluppare e sulle tempistiche. “Non abbiamo dieci anni per ampliare le nostre capacità e ci sono delle lacune su cui bisogna agire presto”. Necessità condivisa anche da Crosetto, il quale ha anche ricordato l’importanza di lavorare insieme tra europei. “Siamo consapevoli che ognuna delle nostre nazioni è troppo piccola per affrontare da sole le sfide che abbiamo davanti”. 

Sul fronte del potenziamento dell’industria, l’intenzione è quella di procedere verso una sempre maggiore interoperabilità attraverso l’apertura a breve di diversi contratti quadro in materia di procurement. Incalzato sulla questione dell’inclusione del Regno Unito, Lecornu ha chiarito che, nonostante Parigi continui a sostenere la linea del “buy European” per quanto riguarda gli acquisti con fondi Ue, il Regno Unito rimarrà un attore imprescindibile nel più ampio contesto del rafforzamento industriale europeo. “La forza di questo formato”, ha sottolineato “è proprio quella di poter lavorare in questo perimetro con il Regno Unito”.

Un pilastro continentale per rilanciare il rapporto transatlantico

“Non pensiamo di essere migliori di altri Paesi”, ha chiarito Crosetto riferendosi al gruppo dei cinque, “ma pensiamo che ci sia bisogno di costruire in modo concreto un’Europa della difesa”.  Crosetto parla infatti di un “pilastro continentale” che serva non solo a garantire la sicurezza dell’Europa, ma anche rilanciare il rapporto transatlantico e con gli Stati extra-Ue. Uno su tutti, il Regno Unito, presente a Palazzo Aeronautica con il ministro John Healey. “In questo momento” ha detto Healey, “sono gli Alleati che ci danno forza”. 

Secondo il ministro britannico, gli ultimi mesi hanno rappresentato un momento di svolta per i rapporti tra il Regno Unito e l’Europa dopo la parentesi Brexit. “A luglio non c’era nessun formato E5, non c’era l’accordo di Trinity House, né una coalizione dei volenterosi e neanche una prospettiva per un accordo Uk-Ue per la difesa”, ha ricordato. Merito del formato dei cinque è infatti quello di aver superato i cavilli delle membership e aver riunito a un unico tavolo i maggiori attori militari europei, mettendo le necessità condivise al primo posto. Come evidenziato ulteriormente da Kosiniak-Kamysz, “questo gruppo rappresenta i Paesi militarmente più forti d’Europa” ma non costituisce un club esclusivo. La metafora utilizzata è stata quella dei ciclisti, in cui chi è più avanti aiuta chi si trova più indietro, fendendo l’aria e permettendo agli altri di recuperare il terreno perso. La vera sfida, a questo punto, sarà assicurarsi che tutti pedalino nella stessa direzione.

 

(Foto: Ministero della Difesa)

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Il formato E5, che riunisce i ministri della Difesa di Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito, si è ritrovato a Roma per rafforzare la cooperazione in ambito di sicurezza e difesa. Al centro del confronto: il sostegno all’Ucraina, l’aumento della spese militari e la costruzione di un pilastro europeo capace di rilanciare la partnership transatlantica

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