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La sentenza ribaltata dalla grazia. Dalla condanna alla libertà. Patrick Zaki è libero, dopo il lungo calvario che dura dal febbraio 2020 – l’accusa a suo carico, per via di alcune frasi contenute in un pezzo pubblicato nel 2019, era quella di diffusione di false notizie –  il destino del giovane ricercatore sembrava essere segnato dalla sentenza di condanna emessa dal tribunale di Mansoura: tre anni. Poi, la decisione del presidente Abdel Fatah al-Sisi ha riscritto una storia che pareva già definitiva. Concessa la grazia in base ai comma della costituzione egiziana.

Trasversale la soddisfazione per la decisione del presidente egiziano, da parte degli esponenti politici italiani a partire dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Patrick Zaki ha ricevuto la grazia dal presidente della Repubblica Egiziana, che ringrazio – così la premier in un video postato sui suoi profili istituzionali – . Questo gesto del presidente al-Sisi è molto importante. Fin dal nostro primo incontro, lo scorso novembre, non ho mai smesso di porre la questione e ho sempre riscontrato da parte sua attenzione e disponibilità”. “Voglio ringraziare l’intelligence, i diplomatici sia italiani che egiziani – prosegue Meloni – che in questi mesi non hanno mai smesso di lavorare per arrivare alla soluzione auspicata. Domani Patrick Zaki tornerà in Italia e gli auguro, dal profondo del mio cuore, una vita di serenità e di successi”.

Tra i primissimi a commentare la notizia anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani e il titolare del dicastero alla Difesa, Guido Crosetto. “Il presidente egiziano al-Sisi ha concesso la grazia a Patrick Zaki – scrive Tajani su twitter – . Grazie alla politica estera del Governo abbiamo dato un contributo decisivo per liberare questo giovane studente. Risultati concreti attraverso il lavoro ed una credibilità internazionale”. 

Della stessa opinione è anche il collega Crosetto, benché con una chiosa polemica. “L’Egitto – scrive il ministro –  ha graziato Zaki. Non è un atto casuale. È il frutto di lavoro, di rapporti, di serietà, di considerazione, di diplomazia, di senso delle Istituzioni, di rispetto. Perché c’è chi passa le giornate a criticare e c’è chi lavora”.

Tra i commenti della maggioranza anche quello del capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti. “È una grande notizia quella della grazia concessa dal presidente egiziano Al- Sisi a Patrick Zaki, condannato ieri a 3 anni di carcere – dice il deputato – Un grazie al tempestivo lavoro diplomatico e politico del presidente Giorgia Meloni, che dimostra ancora una volta la sua autorevolezza anche in campo internazionale, e al ministro degli Esteri Antonio Tajani. A nome mio e di tutto il gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera esprimo profonda soddisfazione per la risoluzione, in tempi brevissimi, di questo caso”.

Il senatore di Italia Viva, Matteo Renzi non solo esprime soddisfazione per la liberazione del ricercatore, ma si congratula con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “La grazia a Patrick Zaki è una bellissima notizia – commenta – . Mi congratulo per la decisione con il presidente al-Sisi e la presidente Meloni”.

Dall’opposizione arriva anche il commento della segretaria del Pd, Elly Schlein. “La grazia a Patrick Zaki è una bella notizia – cinguetta -. In tante e tanti ci siamo mobilitati in questi anni per la sua libertà. Speriamo di riabbracciarlo presto e continueremo a lottare anche per le altre persone ingiustamente imprigionate e la piena verità e giustizia per Giulio Regeni”. La pensa così anche il senatore dem, capogruppo in commissione Esteri, Alessandro Alfieri. “Zaki finalmente libero – scrive il senatore -. Al-Sisi ha concesso la grazia a Zaki. Grazie a tutti coloro che si sono mobilitati in questi anni e in particolare ai nostri diplomatici che hanno lavorato fino all’ultimo per questo grande risultato”.

La decisione è certamente di carattere giuridico, ma si intravedono lineamenti di carattere geopolitico nella scelta. Il governo Meloni ha lavorato per trovare una soluzione rapida e Il Cairo ha risposto anche nell’ottica di non alterare l’equilibrio con Roma. Italia ed Egitto sono due attori cruciali nel Mediterraneo, partner in vari progetti di cooperazione che vanno dal piano securitario a quello energetico.

La decisione egiziana aveva creato preoccupazione non solo in Italia, ma anche in Unione Europea e Stati Uniti. Era vista come una mossa di chiusura nei confronti di cittadini stranieri. Un problema per un Paese come l’Egitto che sta cercando di uscire da difficoltà economiche cercando di attrarre investimenti stranieri. Fonti statunitensi spiegano che la condanna era stata letta anche come una decisone contro i crisitani in Egitto: un elemento che, considerato il valore che il dialogo interreligioso ha per l’amministrazione Biden, era considerato punto problematico.

Zaki graziato. La decisione tra geopolitica e giustizia

Il governo Meloni ha lavorato per trovare una soluzione rapida e Il Cairo ha risposto anche nell’ottica di non alterare l’equilibrio con Roma ribaltando la sentenza di condanna emessa dal tribunale di Mansoura contro il giovane ricercatore Patrick Zaki, concedendogli la grazia. La premier: “Non ho mai smesso di porre la questione al presidente al-Sisi, che ringrazio per questa decisione”

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