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In queste ore stanno circolando sui social le prime immagini di un nuovo e misterioso vascello cinese, individuato per la prima volta pochi mesi fa in un’immagine satellitare del cantiere navale di Hangpu dall’analista specializzato in affari militari H.I. Sutton. Nella foto vista da Sutton (non disponibile pubblicamente), il vascello era tuttavia coperto da un telo, mentre nelle immagini rese pubbliche di recente la nave è chiaramente visibile. Ma questo non aiuta a dare risposta agli interrogativi al riguardo.

Lo scafo del vascello, lungo circa 64 metri, ha un’impostazione da trimarano (la stessa di alcuni Unmanned Surface Vessels sviluppati di recente da Pechino, tra cui spicca lo Jari-Usv-A “Orca”). Tuttavia, sono presenti elementi che sembrano suggerire capacità subacquee per l’imbarcazione, dalla verniciatura nera tipicamente impiegata per i sommergibili alla presenza di quello che sembra essere un propulsore a getto nella parte posteriore e di una vela simile a quella di un sottomarino, dotata di uno snorkel o forse di un’antenna. Non è da escludere anche una configurazione ibrida per sfruttare i vantaggi della furtività in immersione e una navigazione relativamente efficiente quando in superficie.

Allo stesso tempo, non è chiaro se si tratti di un vascello con o senza equipaggio. Tuttavia, lo stesso Sutton ha notato che la conformazione sembra lasciare poco spazio ad un eventuale presenza umana, che sarebbe quindi nulla o ridotta al minimo.

Un grado di incertezza equivalente è presente anche nello stabilire quali siano le funzioni di un simile apparecchio, con diverse teorie esistenti al riguardo. Uno degli impieghi più discussi del misterioso trimarano è quello di “nave arsenale”: un mezzo capace di avvicinarsi in modalità subacquea, emergere solo per il tempo necessario a lanciare una salva di missili o altre stand-off weapons, per poi scomparire nuovamente sotto la superficie. e che prevedrebbe una piattaforma difficile da individuare e priva o quasi di equipaggio. Un’unità di questo tipo fornirebbe alla Plan una considerevole capacità aggiuntiva in termini di volume di fuoco, fungendo da estensione dei sistemi d’arma delle navi combattenti tradizionali. Tuttavia, le immagini disponibili non mostrano ancora la presenza di sistemi di lancio verticali sul ponte.

Un’altra teoria è che il mezzo sia stato concepito come mothership per droni, un ruolo che richiederebbe un ampio volume interno e la capacità di avvicinarsi con elevata discrezione alle aree operative. In questa interpretazione, la nave non trasporterebbe missili ma Unmanned Aerial Vehicles (Uav), probabilmente a decollo verticale, dato che non appare alcun ponte di decollo convenzionale. Questo approccio non sarebbe una novità per Pechino, che ha costruito navi di questa tipologia, come ad esempio la Zhu Hai Yun.

Un impiego diverso, ma coerente con la natura semi o totalmente subacquea del veicolo, sarebbe quello del trasporto di contingenti umani. Un mezzo capace di navigare in modalità low-profile o di immergersi quasi completamente sarebbe estremamente utile per movimenti clandestini tra isole, reef e avamposti contesi. In questo senso il trimarano ricorderebbe il Combatant Craft Heavy (noto anche come “Sealion”) sviluppato dagli Stati Uniti.

Infine, l’ipotesi più prudente è che il trimarano rappresenti semplicemente una piattaforma sperimentale. La Marina cinese ha una tradizione consolidata nel produrre unità uniche destinate alla ricerca e sviluppo, al collaudo di equipaggiamenti o all’addestramento. In questo scenario, l’obiettivo non sarebbe un impiego operativo immediato, ma l’esplorazione di soluzioni tecniche e dottrinali per una flotta in rapida trasformazione, che continua a introdurre capacità innovative in modo sempre più accelerato.

 

(Foto presa da X)

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