Skip to main content

Una pericolosa antinomia sostenere, da un lato, che il diritto degli ucraini a difendersi va sostenuto e, dall’altro, che l’aumento delle spese militari non va più bene. È in primis un controsenso per l’Italia e, quindi, anche per il principale partito di opposizione.

La prima conferenza stampa della segretaria del Pd ha messo in luce una sbavatura, tale perché su temi complessi e strategici come la guerra e la difesa non sarebbe utile tornare alla postura equivoca del M5s e dei cosiddetti pacifinti. Troppo alta la posta in palio, sia come reale risposta ad una esigenza concreta, sia come valorizzazione di una credibilità internazionale che il governo ha riconquistato a fatica, dopo i tentativi di rottura dello storico asse euroatlantico del nostro paese (con la coda rappresentata dal memorandum sulla Via della Seta del 2019).

I rischi di una esposizione, anche mediatica, di questo genere sono oggettivi: annunciare la vicinanza a Kiev, dopo aver fatto visita alle ambasciate a Roma, ma poi alla prima occasione pubblica al Nazareno “imitare” Conte (o un certo ma-anchismo del passato) su temi portanti della difesa comune europea è un errore.

“Confermiamo il nostro supporto al popolo ucraino, al diritto a difendersi e con tutte le forme di assistenza necessarie”, ha detto Schlein per poi aggiungere: “Non ho mai nascosto la mia perplessità: allo scoppio del conflitto, quando è apparso necessario aiutare il popolo ucraino, avevo perplessità sul legare il conflitto in Ucraina a un aumento delle spese militari in tutta Europa”.

Lecito chiedersi come aiutare l’Ucraina senza mezzi e, conseguentemente, senza la volontà politica di giungere al 2% del Pil dedicato alla Difesa? Senza restare coerenti con gli alleati della Nato che si sono dati questo obiettivo, che sarà ribadito al vertice di Vilnius dell’11-12 luglio? Un punto di domanda a cui la risposta è troppo logica per non essere già disponibile nel portafoglio-idee di tutti.

Come ha ricordato da Cracovia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Ue è instabile se è la somma di interessi nazionali e per corroborare questa tesi ha rilanciato l’idea di una difesa comune europea, osservando che è “necessario superare con coraggio e lungimiranza le contraddizioni e voler puntare, da un lato, a una solida cornice di difesa europea senza saper superare, dall’altro, le timidezze di chi esita ad avanzare sulla strada dell’integrazione. L’una non può esistere senza l’altra”.

Il Pd non può più essere tutto e il contrario di tutto, ha osservato Schlein in coda del suo intervento. Anche per questa ragione su temi assolutamente pregnanti, come Ucraina e 2%, i girotondi non sono ammessi.

@FDepalo

Cara Schlein, senza spese militari l'aiuto all'Ucraina non va da nessuna parte

I rischi di una esposizione, anche mediatica, di questo genere sono oggettivi: annunciare la vicinanza a Kiev, dopo aver fatto visita alle ambasciate a Roma, ma poi alla prima occasione pubblica al Nazareno “imitare” Conte (o un certo ma-anchismo del passato) su temi portanti della difesa comune europea

L'emergenza lavoro si può vincere con meno ideologia. Parla Magatti

Demografia e mancanza di lavoratori. Un mix esplosivo che limita fortemente la competitività del nostro Paese. Secondo il sociologo il governo “può invertire questa tendenza, adottando misure di sistema, uscendo dall’ideologia”. E nel breve termine? “Occorre rivedere al rialzo i salari e impostare politiche migratorie ragionate”

Ue

Chip e clima, le mosse (transatlantiche) dell’Ue per l’industria

Doppia svolta sulla doppia transizione (ecologica e digitale) che sta disegnando l’industria europea dei prossimi decenni. Da una parte aumenta il costo dell’inquinare ma si rinforza la protezione contro il dumping ambientale. Dall’altra è confermato il maxi-fondo da 43 miliardi di euro per produrre più chip. Il tutto in raccordo con gli States

Studiare l’Intelligence in Italia. La presentazione del libro di Mario Caligiuri

Si è svolta a Roma la presentazione del libro Studiare l’Intelligence in Italia. Esperienze a confronto (Rubbettino) curato da Mario Caligiuri alla presenza di Antonio Felice Uricchio, Remo Morzenti Pellegrini, Roberto Setola, Fabrizio d’Amore, Alberto Pagani e Mario Morcellini. Moderati da Flavia Giacobbe

Cosa aspettarsi dalla crisi in Sudan secondo Murphy

L’analista a capo del programma Africa dell’European Council on Foreign Relations spiega che nell’immediato ci si troverà davanti a due scenari: la vittoria di una delle fazioni militari impegnate negli scontri, il prolungamento del conflitto. Il Sudan ne uscirà destabilizzato, con nuovi equilibri interni e potenziale ricaduta regionale, per questo l’Ue deve prepararsi agli effetti

Nato e Difesa Ue. La ricetta di Cavo Dragone per vincere la sfida globale

All’Atlantic Council, il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha fatto il punto sull’attuale scenario di sicurezza globale, registrando l’importanza delle alleanze e del legame transatlantico tra Italia e Stati Uniti per assicurare la capacità di affrontare le sfide e le minacce del futuro.

La prima risposta Ue alla crisi tunisina. Cosa rischia Saied

Pronto un pacchetto di assistenza finanziaria parallela all’accordo con l’Fmi. Menia (FdI): “Da un lato l’auspicio è che la linea di credito dell’Fmi possa trovare concretezza, dall’altro è altrettanto fondamentale richiamare su rischi sociali che un eventuale aggravamento della crisi porterebbe. Grazie al Piano Mattei l’Italia ha finalmente un ruolo construens”

Pd e M5S divisi sull’Ucraina. Schlein con Kyiv, Conte contro l’invio di armi

Divergenze in politica estera, oltre che sul termovalorizzatore, tra i forse-alleati. Dopo un tour delle ambasciate a Roma, la neo-segretaria dem Elly Schlein ha ribadito il “supporto al popolo ucraino nel suo diritto nel difendersi”, con “tutte le forme di assistenza necessarie”. Ieri l’affondo del leader grillino sulla linea “dettata da Washington” a cui ha replicato Borghi

Quale pena per chi tradisce? Risponde l’ex Cia che ha gestito il caso Snowden

Altro che whistleblower. Teixeira, l’uomo arrestato dall’Fbi per la diffusione dei documenti riservati statunitensi, merita il massimo previsto dalla legge per evitare che la sua azione ispiri altri. Ecco cosa scrive Mark Kelton, già vicedirettore della Central Intelligence Agency

Perché trovo assurde le insinuazioni contro un gigante di nome Wojtyla

Giovanni Paolo II ha fatto tantissimo per la libertà. Se la sua vita privata non fosse stata irreprensibile, i regimi dell’Est sovietico avrebbero cercato di ricattarlo a colpi di dossier. Il commento di Giuseppe De Tomaso

×

Iscriviti alla newsletter