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Gli Stati Uniti continuano a puntare sul collegamento commerciale strategico tra Asia, Medio Oriente ed Europa secondo il progetto noto con l’acronimo internazionale “Imec” e già ribattezzato “Golden Road”. L’iniziativa segna la colonna vertebrale dell’Indo-Mediterraneo.

Game-changing alla Casa Bianca

Ospitando il leader indiano Narendra Modi alla Casa Bianca, Donald Trump ha dichiarato che intende “contribuire alla costruzione di una delle più grandi rotte commerciali della storia, che andrà dall’India, a Israele all’Italia, fino agli Stati Uniti”. Il collegamento di cui parla, che attraverserà India, Israele, Italia e Stati Uniti, integrerà porti, ferrovie e cavi sottomarini, con l’obiettivo di rafforzare la connettività economica e strategica tra queste aree. Un’affermazione che, al di là della retorica, conferma il rinnovato impegno di Washington su Imec (India-Middle East-Europe Economic Corridor), l’iniziativa alla base di quel collegamento, annunciata nel 2023 durante il G20 di Nuova Delhi e che vede tra coloro che l’hanno costituita anche l’Italia.

Sebbene ci siano anche altre priorità, il fulcro di questa relazione sarà il commercio e l’Imec. Il corridoio commerciale che collega Stati Uniti, Europa, Medio Oriente e India in un’unica sfera d’influenza, spiegava pochi giorni fa Vas Shenoy (Icc) in un’analisi su Formiche.net, l’attuazione dell’Imec e il consolidamento del ruolo globale dell’India saranno elementi centrali nell’eredità politica che entrambi i leader cercheranno di lasciare.

Imec: cos’è e perché conta

L’Imec è un progetto infrastrutturale che mira a creare un asse di trasporto strategico tra l’Asia e l’Europa, passando per il Medio Oriente. Il piano prevede una combinazione multi modale, ossia un insieme di reti ferroviarie, strade e rotte marittime per potenziare lo scambio di merci e dati tra le economie coinvolte, riducendo i tempi di trasporto e offrendo un’alternativa alla rotta per Suez.

La via del Mar Rosso è stata pesantemente destabilizzata dagli attacchi degli Houthi contro i navigli commerciali in qualche modo riconducibili a Israele. L’azione dei guerriglieri yemeniti (collegati all’Iran) ha dimostrato la debolezza della concentrazione di traffico — sia quello superficiale che quello dei cavi internet sottomarini — lungo una sola direttrice.

Imec diventa dunque una alternativa fondamentale in ottica anche di de-risking. Se il tema securitario è fondamentale, in questa chiave va anche ricordato che il corridoio può essere alternativo anche alla Belt and Road Initiative (Bri) cinese. Per gli Stati Uniti e per l’India, Imec rappresenta non solo un’opportunità commerciale, ma anche un elemento chiave nella competizione geopolitica con Pechino.

”Sia il presidente Trump che il primo ministro Modi hanno ribadito l’importanza e la necessità di perseguire l’Imeec insieme all’Italia e ad altri in quanto potrebbe trasformarsi in un corridoio di pace”, commenta l’ex ambasciatore Anil Trigunayat. “Fortunatamente Nuova Delhi e gli Emirati Arabi Uniti stanno già andando avanti con la loro parte dell’accordo in modo che una volta rimossi gli ostacoli attuali, il corridoio potrebbe muoversi a ritmo sostenuto”.

L’Italia, che lo scorso anno ha cancellato la sua adesione alla Bri, è uno dei Paesi che potrebbero trarre il massimo beneficio dalla realizzazione di questa infrastruttura, sia in termini di export che di posizionamento strategico nei flussi commerciali e geopolitici globali.

Continuità strategica tra Biden e Trump

L’affermazione di Trump segna un elemento di continuità tra le due amministrazioni. A metà gennaio era stato il presidente uscente, il democratico Joe Biden, a rilanciare Imec anche come parte di un più ampio disegno geopolitico legato alla tregua a Gaza. La guerra israeliana contro Hamas, con le sue migliaia di vittime civili, aveva infatti interrotto un cruciale processo di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita — fondamentale tanto per dare sbocco mediterraneo al collegamento orientale tra India e Golfo, quanto alla più ampia stabilizzazione regionale.

Sebbene la tregua sia ancora in bilico, con la spinta strategica data all’inizio della nuova amministrazione, Trump ribadisce l’importanza del Corridoio, sottolineando la necessità di rafforzare i collegamenti tra partner chiave, soprattutto alla luce delle dinamiche di sicurezza e competizione economica globale.

Questo conferma che Washington vede Imec come una priorità strategica, indipendentemente dall’amministrazione in carica. Se da un lato alcuni Paesi del Golfo – come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, già firmatari del protocollo – non considerano l’iniziativa una sfida diretta alla Cina e alla Belt and Road, ma piuttosto un’alternativa complementare (sotto la visione di multi-allineamento che li caratterizza in questa fase storica), per gli Stati Uniti il progetto può anche funzionare come un meccanismo di contenimento rispetto all’espansione economica di Pechino.

L’Italia deve accelerare

Se la Francia si è già mossa per garantirsi un ruolo centrale nella progettazione e implementazione di Imec, l’Italia appare più incerta. Roma ha firmato il protocollo d’intesa, ma l’impegno del governo non è stato finora accompagnato da un’azione concreta e incisiva per inserirsi nelle dinamiche decisionali e infrastrutturali del corridoio.

L’opportunità per l’Italia è chiara: essere un hub essenziale del collegamento commerciale tra Asia, Medio Oriente ed Europa, attirando investimenti e rafforzando la propria posizione geopolitica. Tuttavia, un’eccessiva prudenza potrebbe far perdere vantaggi strategici a beneficio di altri Paesi europei più rapidi nel posizionarsi. Il momento per agire è ora, e il rilancio di Trump offre a Roma la rassicurazione per accelerare e consolidare il proprio ruolo all’interno di questa iniziativa chiave per il futuro del commercio globale.

(Foto: X, @Potus)

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