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“È una guerra di attrito oggi ed è l’economia a definire chi vince e chi perde”. A dirlo è Natalie Jaresko, per un anno e mezzo ministra ucraina delle Finanze dopo la rivoluzione del 2014 e oggi a capo di EY-Parthenon, che non dimentica che “non si può vincere una guerra senza le armi”.

Jaresko è intervenuta all’evento “Reconstructing Ukraine’s Infrastructure” organizzato dall’American Enterprise Institute, think tank vicino al mondo repubblicano e in particolare alla corrente bushiana, e dal Cornell Program in Infrastructure Policy. Un appuntamento utile anche per l’Italia, in vista della Conferenza di Roma sulla ricostruzione dell’Ucraina prevista per il 26 aprile alla Farnesina.

Prima delle fasi recovery (“oggi”) e ricostruzione (domani, e “non solo perché è un dovere morale ma è anche nel nostro interesse”) serve assicurare al governo ucraino la forza di assicurare i servizi quotidiani ai cittadini, ha spiegato l’economista ucraino-americana. Tradotto: assicurare che la popolazione ucraina rimanga compatta e non venga divisa dalla guerra di Vladimir Putin che ha sin dall’inizio dell’invasione tentato di creare divisioni tramite la distruzione. Aiuti multilaterali, bilaterali, con il coinvolgimento del settore pubblico, ma non solo: “la Russia deve pagare”, dice Jaresko parlando dei costi della ricostruzione.

D’accordo con Jaresko è un altro ospite dell’evento: Robert Zoellick, ex presidente della Banca mondiale e oggi consulente di Brunswick Group Geopolitical. “La campagna economica sarà cruciale per il futuro dell’Ucraina quanto le questioni militari”, ha dichiarato facendo appello al G7, che si riunirà a maggio a Hiroshima sotto la presidenza giapponese, per coordinare l’assistenza all’Ucraina e sottolineando l’importanza di trasparenza e accountability nelle partnership sui vari livelli.

Robert Portman, ex senatore repubblicano, ha voluto riportare l’attenzione sul successo militare dell’Ucraina: così come le sanzioni contro la Russia, è “fondamentale” per gettare le basi per una “vera ricostruzione” dell’Ucraina, ha evidenziato. Matthew Murray, professore alla Columbia University, ha sottolineato l’importanza della comunità internazionale nell’assistere l’Ucraina nella lotta alla corruzione, che ha rappresentato un terreno fertile negli anni passati per Putin.

Ricostruzione dell’Ucraina, consigli dagli Usa (anche per l’Italia)

Gli aiuti militari e quelli economici, cruciali in questa fase di guerra di attrito. L’evento Aei/Cornell con Jaresko, Zoellick, Portman e Murray che può offrire spunti anche in vista della conferenza del 26 aprile alla Farnesina

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