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“Stiamo entrando in un periodo molto difficile, soprattutto durante il prossimo inverno. E per affrontare queste sfide abbiamo bisogno di cambiamenti nel governo”. Con queste parole (riportate dal Financial Times) il deputato Oleksandr Merezhko, afferente al partito del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha commentato il rimpasto di governo promosso dal presidente ucraino negli scorsi giorni, rimpasto che è stato ratificato giovedì 5 settembre dalla Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino ndr).

Tuttavia, sono pochi i volti nuovi arrivati nella compagine governativa: la maggior parte delle nove posizioni oggetto del ricambio è stata occupata da funzionari che già ricoprivano ruoli ministeriali o nell’amministrazione presidenziale.

Questa manovra è stata oggetto di forti critiche da parte degli oppositori di Zelenskyy, secondo i quali questo riassetto concentrerà ulteriormente il potere nelle mani del presidente e di Andriy Yermak, il suo influente e controverso capo ufficio. “Tutte le azioni delle autorità attuali parlano di una sistematica centralizzazione del potere da parte del Presidente e del suo ufficio”, ha dichiarato a Politico Ivanna Klympush-Tsintsadze, legislatrice del partito di opposizione ucraino “Solidarietà Europea”, che ha lanciato l’allarme su una grave crisi di governance esistente nel Paese.

Tra le figura in uscita spicca quella del Ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che ha presentato le sue dimissioni mercoledì. Un ex alto funzionario ucraino ha detto, in condizioni di anonimato, che Kuleba è stato probabilmente estromesso a causa di uno scontro proprio con il capo ufficio di Zelensky. “Tutti sapevano che c’era un conflitto trai due. Una volta ho persino assistito a un episodio” ha detto il funzionario. Inoltre sembra che anche i frequenti contatti di Kuleba con i rappresentanti dei Paesi partner, legati proprio alle sue funzioni, fossero causa di malumori nella cerchia presidenziale. A sostituire Kuleba sarà Andriy Sybiha, già vice dello stesso Kuleba dallo scorso aprile, e prima ancora vice-capo dell’ufficio di Zelenskyy con responsabilità sulla politica estera (motivo per cui viene considerato uno dei pochi addetti ai lavori ad essere ascoltato con attenzione del Presidente).

Ma il rimpasto non si limita, ovviamente, soltanto al ministero degli Esteri. Un altro membro dell’ufficio presidenziale, Oleksiy Kuleba, diventerà vice-primo ministro e ministro delle infrastrutture e della politica regionale, mentre Olga Stefanishyna diventerà anche ministro della giustizia, pur mantenendo il suo incarico di vice primo ministro per l’integrazione nell’Ue.

Mykola Tochytskyi, anch’egli vice dell’ufficio presidenziale, diventerà il nuovo ministro della cultura e della politica dell’informazione per rafforzare la lotta contro la disinformazione. Herman Smetanin, attuale amministratore delegato dell’azienda statale di armamenti Ukroboronprom, sostituità come ministro delle Industrie strategiche Oleksandr Kamyshin , che andrà all’ufficio presidenziale, dove continuerà a occuparsi della questione degli armamenti e delle infrastrutture

“Lo stile di governo di Zelenskyy consiste nel rimpastare il governo di tanto in tanto, per renderlo più energico ed efficace. Basta vedere cosa è successo con il giovane riformatore Kamyshin, che ha preso il posto di un ex ministro inefficace al ministero delle Industrie strategiche e in un solo anno è riuscito a triplicare la produzione nazionale di armi”, ha dichiarato Volodymyr Fesenko, analista politico del Centro ucraino di ricerca politica Penta.

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