Skip to main content

Il viaggio del leader cinese, Xi Jinping, a Mosca è stato anticipato dal mandato di cattura che la Corte penale internazionale ha emanato contro Vladimir Putin. E anche se la Cina e la Russia non riconoscono la legittimità dell’istituzione dell’Aia – come d’altronde gli Stati Uniti – il peso simbolico di sedersi al tavolo con un ricercato per crimini di guerra che coinvolgono dei bambini ucraini (deportati dai propri territori durante l’occupazione russa) non è poca cosa.

Le regole della Corte impongono a chiunque abbia firmato lo Statuto di Roma di arrestare a vista il ricercato, ma anche chi non è tra i firmatari, come Pechino, può scegliere di agire in funzione del mandato emesso. Ossia, volesse Xi potrebbe tornare dalla Russia con in custodia il criminale ricercato. Fantascienza, è chiaro. Il viaggio del cinese si porta con sé altri obiettivi, tutti molto meno hollywoodiani.

Narrazioni e interessi

Il principale di questi obiettivi è mostrare al popolo cinese che è uno statista globale, un ottimo modo per inaugurare l’azione politica globale del suo terzo, storico mandato presidenziale recentemente confermato dall’avallo parlamentare. D’altronde, parte della narrazione del nuovo corso del potere ruota attorno alla spinta data alle iniziative globali della Cina progettate da Xi, come la Global Security Initiative, la Global Development Initiative o la più nuova Global Civilization Initiative.

In quest’ottica parte dell’interesse attorno alla visita sta nel mostrare agli Stati Uniti che la Repubblica popolare cinese è un attore capace di muoversi in modo indipendente e senza freni ideologici. Nel farlo, Xi cercherà di dimostrare a quel Global South di cui si erge a riferimento che il modello di governance degli affari internazionali che la Cina porta con sé può essere efficace ed efficiente. La multipolarità, che Pechino intende a proprio interesse, è d’altronde attraente per molti Paesi che vorrebbero evitare di finire schiacciati nel dualismo sino-americano che si sta costruendo.

Rapporti di forza con Mosca

Nel suo lavoro diplomatico a Mosca, Xi vorrà evitare sbilanciamenti anche per evitare che questi pesino eccessivamente sul rapporto con gli europei. Una relazione che Pechino vorrebbe vedere notevolmente migliorata e che invece ha preso una china non troppo positiva per gli interessi cinesi, con diversi Paesi del blocco Ue che hanno inasprito in varie forme la visione nei confronti della Cina – anche sotto le pressioni americane. Per questo genere di interesse, spingere eccessivamente sul rapporto con Mosca potrebbe non essere utile.

Ed è probabile che tra le righe della comunicazione con cui Pechino racconterà la visita si potranno leggere forme di distacco. D’altronde, Mosca e Pechino descrivono le loro relazioni come un partenariato strategico e globale e fanno tutto il possibile per sottolineare la buona amicizia tra le loro nazioni. Tuttavia, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le relazioni sono diventate sempre più co-dipendenti e sbilanciate a favore della Cina. Isolata Russia da gran parte del mondo occidentale, messa alle strette dalle sanzioni, denunciati dai media internazionali ed estromessi dagli eventi culturali globali, i russi si sentono sempre più soli. Ma il Cremlino può contare su almeno un importante pilastro di sostegno: la Cina. “La decisione del Presidente russo Vladimir Putin di invadere l’Ucraina ha costretto la Russia a rivolgersi al gigante eurasiatico, con il cappello in mano”, ha scritto Alexander Gabuev del Carnegie in un recente saggio per Foreign Affairs dal titolo piuttosto esplicito: “China’s new vassal”.

Le difficoltà con Kiev

L’incontro tra Putin e Xi a Mosca segue alcuni momenti importanti nello sviluppo di una posizione cinese più strutturata nei confronti della guerra in Ucraina, spiega Giulia Sciorati, ricercatrice dell’Università di Trento e di Ispi, esperta di Cina e Asia Centrale. Sciorati si riferisca alla  pubblicazione del position paper sul conflitto diffuso da Pechino del primo anniversario dall’inizio dell’invasione, successivamente seguito dalla conversazione telefonica tra i ministri degli Esteri dei giorni scorsi. “Sebbene la linea presentata da parte cinese non si discosti dai documenti che erano stati pubblicati anche all’inizio del conflitto – spiega a Formiche.net – Pechino sta dimostrando un seppur lieve maggior attivismo per quanto concerne il futuro della guerra e, soprattutto, la sua risoluzione che sarà al centro della conversazione tra Xi e Putin”.

“L’interrogativo riguarda quella che è la grande contraddizione di tutto il discorso che la Cina ha fino ad ora presentato sull’Ucraina, ossia: in che modo la Cina prevede di coniugare il punto sulla protezione della sicurezza nazionale degli stati legata anche all’ambito regionale e il punto sulla tutela dell’integrità territoriale, entrambi inseriti nel suo position paper?”, aggiunge Sciorati – che identifica il primo elemento “russo-centrico” e il secondo “ucraino-centrico”, definendo la centralità dei rispettivi interessi. Qual è l’aspettativa? “Con ogni probabilità, a Mosca, Xi porrà enfasi sul punto russo-centrico, senza fornire ulteriori dettagli su come la Cina intenda sciogliere questo nodo”, risponde l’esperta. “Questo potrebbe avvenire poiché l’ambiguità della posizione di Pechino trae forza da questa contraddizione e non è nel completo interesse del paese assumere un ruolo diverso, almeno per ora”.

Xi andrà da Putin per consolidare la sua posizione di leader. Il commento di Sciorati

Secondo Sciorati (Ispi/UniTrento), il principale interrogativo sulla visita di Xi Jinping a Mosca è sul come tutelerà gli interessi reciproci di Russia e Ucraina. “Con ogni probabilità porrà enfasi sul punto russo-centrico”, senza fornire troppi dettagli sulle questioni dell’integrità territoriale rispetto a quelli sulla protezione della sicurezza nazionale

Come ridurre l'ipocrisia nel triangolo fra italiani, politica e tassazione

Non sappiamo come sarà, nei dettagli, la riforma fiscale che il governo si accinge a definire. Auguriamoci, almeno, che non potendosi ridurre il peso fiscale per esigenze di bilancio, si riduca almeno il tasso di ipocrisia che avvolge il triangolo fra gli italiani, lo Stato (cioè la politica) e la tassazione. Il commento di Giuseppe De Tomaso

Così il ponte sullo Stretto intreccia il piano Mattei. Parla Messina (FdI)

Secondo il deputato di Fratelli d’Italia l’infrastruttura “servirà a ridimensionare il gap strutturale tra Nord e Sud. Questo credo che sia il tassello fondamentale per rendere la Sicilia il vero hub del quale si è sempre parlato ma che nei fatti non ha mai visto la luce”. Sugli impatti ambientali: “Sarà un’infrastruttura attraverso la quale non solo verrà abbattuta la Co2, ma anche l’inquinamento marittimo determinato dal grande flusso di navi nello Stretto”

Gru cinesi, Kardon (Carnegie) spiega cosa rischia l’Occidente

“Non le considererei individualmente come sensori di intelligence di alto livello ma, collegandosi in rete, producono vantaggi commerciali e di intelligence per Pechino”. L’analisi di Isaac B. Kardon, senior fellow dell’Asia Program presso il Carnegie

Cosa cambia per Usa e Israele nel Golfo? Risponde Fontenrose

L’esperta, già a capo del desk Golfo al Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, commenta l’intesa mediata da Pechino: “Non riduce in alcun modo il ruolo di Washington nella regione. Tel Aviv non deve temere contraccolpi sulla normalizzazione con l’Arabia Saudita”

Sessant'anni di magistrate. Così otto donne hanno cambiato la storia

Di Eliana Di Caro

Da qualche giorno in libreria, il libro di Eliana Di Caro, “Magistrate finalmente. Le prime giudici d’Italia” (Il Mulino) racconta il percorso che ha portato all’ingresso delle prime donne nella magistratura italiana. Un concorso vinto da otto “temerarie” proprio sessant’anni fa, il 3 maggio 1963. Ecco un estratto

Contro l'Islamofobia. Il convegno a Baku raccontato da Pallavicini

Il Centro Internazionale per il Multiculturalismo della Repubblica dell’Azerbaijan ha organizzato la prima conferenza internazionale a Baku sul tema dell’Islamofobia. Su raccomandazione del gran mufti del Caucaso Pashazade è stato invitato anche l’imam Yahya Pallavicini, come vice presidente della Coreis, ambasciatore Icesco per il dialogo e presidente di Eulema, il Consiglio europeo dei referenti musulmani

Se gli animali vanno in tribunale. Scrive il prof. Tenore

Di Vito Tenore

Un recente volume del giurista Vito Tenore ci parla dei casi in cui gli animali finiscono in tribunale: liti condominiali, assegnazione di animali in caso di separazione, aggressioni. Un testo utile a tutti gli amanti degli animali. Per evitare che i nostri amici si stressino davanti al giudice

Più personale per la digitalizzazione. La prima uscita di Frattasi da capo dell’Acn

L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale dovrà quasi raddoppiare il personale entro quest’anno per accelerare verso gli obiettivi del Pnrr. “L’alleanza tra accademia e Pubblica amministrazione è strategica”, ha detto il neodirettore

La sovranità tecnologica e l'indipendenza nazionale. L'intervento di Cerra

Il potenziamento della sovranità tecnologica, attraverso adeguati investimenti in ricerca e innovazione, è la chiave per rafforzare il posizionamento dell’economia italiana ed europea lungo le catene del valore internazionali, stimolare la crescita e aumentarne il peso economico. L’intervento di Rosario Cerra, fondatore e presidente del Centro economia digitale, in occasione del convegno “La sovranità tecnologica e l’indipendenza nazionale” organizzato da FareFuturo e Digital policy council alla Camera dei deputati

×

Iscriviti alla newsletter