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I servizi di sicurezza polacchi hanno smantellato una rete di spionaggio russa. “Era un gruppo di spie, raccoglievano informazioni a beneficio di coloro che hanno attaccato l’Ucraina”, ha dichiarato Mariusz Błaszczak, ministro della Difesa, all’emittente pubblica PR1, aggiungendo che “l’intera rete di spie è stata smantellata”. La Polonia ha accusato sei cittadini stranieri di aver preparato atti di sabotaggio e spionaggio per la Russia, ha annunciato successivamente Mariusz Kaminski, ministro degli Interni. I sei erano “stranieri provenienti da oltre il confine orientale” e avevano cercato di interrompere le forniture militari e di aiuti all’Ucraina. I pubblici ministeri stanno preparando un procedimento contro altre tre persone arrestate nel corso dell’operazione.

CHE COSA FACEVANO I SEI

“Le prove indicano che questo gruppo monitorava le linee ferroviarie. I loro compiti comprendevano il riconoscimento, il monitoraggio e la documentazione dei trasporti di armi verso l’Ucraina”, ha dichiarato il ministro. “I sospetti stavano anche preparando azioni di sabotaggio volte a paralizzare la fornitura di attrezzature, armi e aiuti all’Ucraina”. Gli agenti dell’intelligence interna polacca hanno trovato telecamere, apparecchiature elettroniche e trasmettitori Gps che dovevano essere montati sui trasporti di aiuti all’Ucraina. Il gruppo aveva anche il compito di svolgere attività di propaganda per disturbare le relazioni polacco-ucraine e incitare atteggiamenti ostili verso la Polonia all’interno della Nato, ha dichiarato Kaminski. L’intelligence polacca è in possesso delle prove che il gruppo era pagato dall’intelligence russa, ha aggiunto.

LE ANTICIPAZIONI SUI MEDIA

L’annuncio del governo conferma quanto riportato dall’emittente radiofonica RFM, che ieri aveva annunciato, senza identificare le proprie fonti, che sei cittadini stranieri sospettati di raccogliere informazioni per conto dei servizi segreti russi erano stati arrestati dai servizi segreti polacchi. Secondo la radio, il gruppo aveva installato telecamere su autostrade e ferrovie, anche vicino al piccolo aeroporto regionale di Rzeszow-Jasionka, che è stato trasformato in un hub logistico internazionale che fornisce forniture militari e umanitarie all’Ucraina. Il sito, dove è atterrato il mese scorso il presidente statunitense Joe Biden, è considerato così sensibile che Washington ha dispiegato i sistemi di difesa aerea Patriot per proteggere l’aeroporto.

IL GIRO DI VITE

I servizi di intelligence di tutta Europa hanno dato un giro di vite alle attività di spionaggio russe dall’inizio della guerra contro l’Ucraina nel febbraio dell’anno scorso. Circa 400 agenti dell’intelligence russa che operavano sotto copertura diplomatica – circa la metà del numero totale attivo in Europa – sono stati espulsi, secondo quanto riferito da funzionari anonimi dell’intelligence occidentale a Politico.

Cosa si sa della rete di spie russe smantellata in Polonia

Sei cittadini stranieri sono stati accusati di sabotaggio e spionaggio per conto di Mosca. Nel mirino anche il piccolo aeroporto di Rzeszow-Jasionka, dove il mese scorso è atterrato Biden: è l’hub logistico degli aiuti occidentali all’Ucraina, difeso dagli Usa con i Patriot

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