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Avendo varcato la soglia dell’incriminazione di Vladimir Putin in qualità di mandante, un attimo dopo è chiaro che si incrimini lo strumento usato, ovvero Wagner: nei fatti sarebbe una logica conseguenza. Questo il ragionamento che affida a Formiche.net l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, diplomatico con una corposa esperienza alle spalle: tra i suoi precedenti incarichi figurano quello di vice capo missione presso le ambasciate d’Italia a Londra e Mosca, già ambasciatore italiano in Pakistan oltre che Senior Civilian Representative della Nato in Afghanistan.

Cosa ne pensa della proposta di inserire Wagner nella lista delle organizzazioni terroriste?

Della questione me ne sono occupato anche professionalmente e, fermo restando che l’azione di Wagner in Ucraina è inaccettabile e certamente in violazione di tutti gli standard internazionali che ci sono, si andrebbe verso un uso politico di queste liste che traggono la propria legittimità dal fatto di avere delle basi giuridiche molto solide. Dubito che l’Onu riuscirà a mettere la Wagner su una lista prima di avere delle prove che dimostrino l’ attività terroristica commessa. Gli esempi che mi vengono in mente sono Isis e Al Qaeda: non credo che al momento Wagner sia paragonabile.

Crede sarebbe possibile, invece, procedere contro Evgenij Prigozhin con le accuse relative ai crimini di guerra di cui si è macchiato in questi mesi con i massacri in Ucraina, senza dimenticare la pluriennale attività in Africa?

Un conto è il terrorismo, un conto sono i crimini di guerra: sono due fattispecie giuridiche e politiche diverse. Chiariamoci, in nessuna ipotesi si possono giustificare. Però avendo varcato la soglia di aver incriminato Vladimir Putin come mandante, un attimo dopo poi mi pare chiaro che si incrimini lo strumento usato, sempre che vi siano le prove. Nei fatti sarebbe una logica conseguenza, visto che secondo quello che ho letto il Presidente russo ha dato il mandato di compiere certe attività che sono state considerate dal tribunale crimini di guerra. Per cui, coloro che le hanno adempiute saranno anch’essi incriminati e verranno processati. Aggiungo che sul punto c’è oramai una giurisprudenza consolidata della Corte che non giustifica i crimini di guerra con il fatto che chi li ha compiuti ha ricevuto degli ordini che deve eseguire. Entrando nella fattispecie, Putin è stato incriminato per aver portato via un alto numero di bambini ucraini: occorrerà dimostrare che sono stati gli uomini della Wagner e non piuttosto i Kadyrov o l’esercito regolare. Ci vuole quello che i magistrati chiamano un supplemento di indagine.

Come è cambiato il peso specifico di Wagner dalle operazioni militari condotte in Siria, Libia e Mali, fino alla guerra in Ucraina e all’influenza nel dossier migranti?

Wagner non nasce come forza combattente, ma come forza di guerriglia, di mantenimento del territorio, di sfruttamento coloniale in Africa legato alle risorse naturali. Già il fatto che si sia trasformata in forza combattente vere e propria è un indice della difficoltà nella quale si trovano i russi. Lo dimostra la scelta del suo leader Prigozhin di attaccare i vertici militari russi: significa che non tutto va bene su quel fronte. Il peso specifico sta aumentando grazie alla efficacia comparativa di esponenti rigorosi rispetto all’inefficacia delle truppe regolari russe. Però ci sono due fattori da considerare.

Quali?

Il primo è che se Wagner non riuscirà a sfondare, ed è difficile che lo faccia come vediamo a Bakhmut, scenderà ad un livello più basso, ovvero a quello che non produce risultati. Il secondo è che il suo bacino di reclutamento si sta prosciugando, perché quelli “bravi”, circa 6000 in tutto, erano ex ufficiali delle forze armate russe. In questo momento, scarseggiando i primi della classe, si arruolano anche criminali comuni con un deficit di qualità, che era in passato il marchio di fabbrica di Wagner.

Wagner si sta preparando ad un passaggio di potere in ottica futura?

Non è da escludere, però l’ottica credo sia parecchio futura, a meno di rovesci spaventosi. Qualora accadesse l’incalcolabile a Mosca, Prigozhin sarebbe uno di quelli in prima fila ma non l’unico. Citerei Sergei Lavrov ma anche Aleksej Miller, presidente di Gazprom. Detto questo non mi sembra che Prigozhin sia granché popolare presso le élites russe e quindi, nel caso, dovrebbe fare una scalata convincente. Ma se i risultati in battaglia sono quelli che vediamo oggi, allora non ha moltissime carte.

@FDepalo

Putin e Prigozhin, dopo il mandante tocca all'esecutore? Risponde l'amb. Pontecorvo

“Se è iniziato il riposizionamento di potere in ottica futura? Non è da escludere, però l’ottica credo sia parecchio futura a meno di rovesci spaventosi. Qualora accadesse l’incalcolabile a Mosca, Prigozhin sarebbe uno di quelli in prima fila ma non l’unico. Citerei Sergei Lavrov ma anche Aleksej Miller”. Conversazione con l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, già senior civilian representative della Nato in Afghanistan

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