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Nuove misure repressive del governo cinese contro le aziende straniere. Ieri l’assemblea legislativa di Hong Kong ha approvato un emendamento per impedire agli avvocati stranieri di lavorare sui casi che riguardano la sicurezza nazionale. La misura, secondo alcuni critici, aumenterà l’imparzialità nei processi e i diritti degli accusati di scegliere i propri legali.

L’emendamento rafforza la legge pubblicata a dicembre, con la quale i tribunali di Hong Kong devono ottenere l’approvazione dei dirigenti della città prima di ammettere un avvocato straniero per i casi che riguardano reati sulla sicurezza nazionale. Il presupposto è che “la partecipazione dell’avvocato sarebbe contraria agli interessi della sicurezza nazionale”.

Da molto tempo l’uso di avvocati stranieri nei processi è una pratica comune. Molto di più negli ultimi anni perché sono coinvolti nella difesa di critici del governo e leader del movimento pro-democrazia a Hong Kong.

Infatti, il divieto del Comitato Permanente dell’Assemblea Popolare Nazionale della Cina è arrivato come conseguenza di un ricorso interposto da John Lee dopo che il Dipartimento della Giustizia di Hong Kong ha cercato senza successo di impedire che l’avvocato inglese Timothy Owen rappresentasse l’imprenditore cinese Jimmy Lai. Lai è stato accusato di quattro reati per la legge di sicurezza e la legge di sedizione.

Come ricorda l’agenzia Reuters, a Owen è stato revocato il visto di lavoro a dicembre: “Il mese scorso Lai ha presentato domanda di revisione giudiziaria chiedendo l’annullamento di una decisione del comitato per la sicurezza nazionale che riteneva la partecipazione di Owen contraria agli interessi della sicurezza nazionale e contestava la decisione del dipartimento dell’immigrazione di rifiutare qualsiasi nuova domanda di visto da parte di Owen”.

Paul Lam, segretario della Giustizia di Hong Kong, ha dichiarato che il Consiglio Legislativo aveva più di 100 avvocati principali, per cui gli accusati possono scegliere tra molti candidati per la loro difesa: “Il progetto di legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong si basa sul rispetto e la protezione dei diritti umani e le libertà, non priva nessuno dei loro diritti legali”.

Eric Lai, ricercatore in visita al Dickson Poon School of Law, King’s College di Londra, ha spiegato a Reuters che la nuova normativa “avrà un impatto critico sulla reputazione di Hong Kong, sulla magistratura indipendente e sul sistema legale che apprezza la tradizione di consentire agli avvocati stranieri senza piena qualifica a Hong Kong di gestire i casi a discrezione del tribunale”.

“Ora questa discrezionalità si è spostata dal tribunale – ha aggiunto – che prenderebbe decisioni sulla base del merito, al governo esecutivo, che prende solo in considerazione la questione politica… Pertanto, questa legislazione avrà un impatto sia sui casi civili sia penali, in particolare se le controversie tra imprese straniere e imprese statali cinesi si verificano nei tribunali di Hong Kong”.

Ecco la stangata cinese sugli avvocati stranieri a Hong Kong

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