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Germania e Italia a confronto. Due economie strettamente intrecciate, sul terreno dell’industria ad esempio, ma con visioni e sensibilità diverse, a cominciare dalle finanze pubbliche. Il governo di Giorgia Meloni continua a confrontarsi con le principali economie e manifatture d’Europa, anche in vista del delicato appuntamento con l’Ecofin (il prossimo 14 marzo) relativo alla costituzione di un fondo europeo per il finanziamento degli aiuti alle imprese, in risposta ai sussidi alle industria americana, decisi dall’amministrazione Biden.

E così, dopo il faccia a faccia con ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, il responsabile di Via XX Settembre, Giancarlo Giorgetti, ha incontrato a Roma il titolare delle Finanze tedesco, Christian Lindner. Dai migranti alle auto, non sono mancati i dossier al centro dell’incontro, durato circa un’ora. Al netto della nota del Tesoro, nella quale si evidenziano, tra i temi trattati, la “situazione economica e gli scenari di entrambi i Paesi, gli investimenti privati per la crescita e la politica comune in ambito europeo”, sul tavolo sono finite anche altre questioni.

Per esempio, la gestione dei rispettivi conti pubblici, ovvero lo spazio fiscale sia tedesco, sia italiano. Come noto, l’aumento dei tassi da parte della Banca centrale europea, oltre alla crescita sta condizionando fortemente la gittata delle misure economiche italiane, costantemente pressate da oltre 2.700 miliardi di debito. La Germania, i cui conti godono di salute migliore, non può che guardare con favore a un inasprimento della politica monetaria. E confermarsi maldisposta verso la condivisione di nuovo debito, mediante creazione del poc’anzi citato fondo comunitario, dopo l’esperienza del Recovery Fund.

“La Germania deve tornare alla normalità sul piano della politica finanziaria, o alla lunga sarà rovinata”, aveva messo in evidenza Lindner, parlando alla giornata dell’Associazione delle municipalizzate VKU a Berlino, pochi giorni fa. “La forza economica della Germania è grande. Solo l’appetito di politiche e politici nello spendere risorse la supera. Se da una situazione normale si arriva a uno stato finanziario di crisi permanente per il bilancio pubblico, alla fine lo Stato tedesco si rovinerà con le sue mani. Non possiamo permetterlo”. Messaggio chiaro.

Ancora, al centro dei colloqui, l’unione del mercato dei capitali, caposaldo per le convergenze delle politiche economiche dei Paesi membri. Capitolo su cui, ancora una volta, i tedeschi nutrono dubbi. E poi l’automotive, vero ponte tra Roma e Berlino, con l’Italia primo fornitore di componentistica della Germania. Qui la questione riguarda la fine del motore endotermico in Europa, decisa da Bruxelles. Tutto congelato per il momento, ma il problema resta.

Tutto è stato rinviato a data da destinarsi dopo che l’Italia ha messo per iscritto la sua posizione contraria e la Germania ha avanzato corpose riserve al via libera. E se l’esecutivo italiano è compatto contro il nuovo regolamento europeo, il governo tedesco sui dossier ambientali è spaccato: i liberali (che esprimono lo stesso Lindner) sono contrari, per esempio. Sullo sfondo, le relazioni commerciali, solide, tra i due Paesi, che non possono essere ignorate: i dati riguardanti il primo semestre del 2022 mostrano un interscambio con l’Italia di 85,75 miliardi di euro, con un export di 39,53 miliardi di euro e un import di 46,21 miliardi di euro. Il primo semestre del 2022 mostra una crescita del 23,3% rispetto ai valori raggiunti il primo semestre del 2021.

“Il nostro approccio”, ha spiegato Giorgetti, “si fonda su due pilastri. Da una parte una grande attenzione dei conti di finanza pubblica e dall’altra la promozione degli investimenti che non si possono più basare esclusivamente su incentivi statali. Ed è necessario trovare un sistema di garanzie interne e internazionali che siano in grado di attrarre investimenti privati”. Proprio su questo punto tra i due ministri è stata trovata un’intesa importante anche in vista delle prossime decisioni a livello europeo.

Giorgetti e Lindner hanno approfondito anche la situazione economica interna dei rispettivi Paesi. Giorgetti si è soffermato sulla situazione italiana e sugli sforzi del governo per proteggere conti pubblici e esigenze delle famiglie, ricordano in particolare le nuove regole sul super bonus edilizio e i limiti alle indicizzazioni delle pensioni decise nell’ultima legge di bilancio. Entrambi concordano poi che è l’inflazione il vero problema da affrontare e tenere sotto controllo.

Giorgetti, infine, ha sottolineato l’opportunità di fare una riflessione su come considerare le spese: in particolare tutto ciò che viene investito per settori strategici come difesa, transizione ecologica ma anche a sostegno dell’Ucraina non può essere considerato semplicemente debito. Infine i due si sono confrontati sulla necessità di continuare a sostenere il rinvio dell’addio nel 2035 per i motori a benzina e diesel investendo tutto sul futuro elettrico: “una decisione ideologica – ha ricordato Giorgetti – che non serve né alla nostra economia ma nemmeno fa bene all’ambiente”.

Auto, conti pubblici e ​Ira. Giorgetti cerca l'asse con Berlino

A Via XX Settembre l’incontro tra il ministro dell’Economia e il responsabile delle Finanze tedesco, Christian Lindner. Un osso duro per l’Italia, ma i punti di convergenza, anche in vista di importanti sfide future, non mancano. Lo dicono i numeri

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