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Una tendenza emersa nel 2020 sul Covid-19, cristallizatasi nel 2022 sulla guerra in Ucraina, pronta a continuare anche nel 2023, con il virus e l’invasione che rappresentano priorità strategiche e politiche rispettivamente per Cina e Russia. L’amicizia “senza limiti” siglata dai leader Xi Jinping e Vladimir Putin meno di un anno fa, poche settimane prima dell’inizio dell’invasione russa del’Ucraina, rappresenta un tassello fondamentale dell’allineamento sino-russo sulla disinformazione (e del sempre più netto confronto tra modelli, democrazie contro autocrazie). Questa sarà una delle tendenze di evoluzioni della disinformazione nell’anno nuovo, secondo il Soufan Center. Tra le altre, la società di consulenza cita l’aumento di attori statali che cercano di acquisire sofisticate capacità di disinformazione e lo sfruttamento delle tecnologie emergenti a fini di manipolazione delle informazioni.

Il centro fondato da Ali Soufan definisce Russia e Cina come, assieme all’Iran, gli “attori statali più capaci di sfruttare le campagne di disinformazione come strumento di politica estera”. Durante l’anno appena trascorso, la disinformazione del Partito comunista cinese ha riguardato “principalmente” questioni interne o regionale: Covid-19, Xinjiang, Taiwan. Tuttavia, gli attori sostenuti dal Partito comunista cinese o a essa allineato hanno amplificato le narrazioni del Cremlino “per denigrare gli Stati Uniti, la Nato e l’Occidente” (come dichiarato recentemente da Julianne Smith, ambasciatrice statunitense alla Nato, in un’intervista al Financial Times). Il Soufan Center cita diversi temi su cui è stato riscontrato questo allineamento: le fake news sui biolaboratori segreti in Ucraina, le accuse agli Stati Uniti di aver causato la crisi alimentare globale e di essere responsabili del sabotaggio del Nord Stream “L’apparente allineamento sino-russo nello spazio della manipolazione delle informazioni ha implicazioni geopolitiche per il 2023, data la partnership ‘senza limiti’ tra Pechino e Mosca annunciata a margine delle Olimpiadi invernali del 2022”, scrivono gli esperti in un recente bollettino.

Grande attenzione nel 2023 andrà posta dalle autorità occidentali a come l’innovazione può permettere alle autocrazie di aggirare i tentativi di limitare la loro disinformazione. Il Soufan Center cita il bando dell’Unione europea riguardante i media statali russi come Russia Today e Sputnik. Pochi mesi dopo quella decisione, Meta ha bloccato una rete di disinformazione russa che diffondeva propaganda pro Cremlino sull’invasione dell’Ucraina. La rete utilizzava centinaia di account falsi sui social network e dozzine di siti web di notizie false (in Italia i fake di Repubblica e Ansa). “Sebbene questo caso illustri una capacità relativamente poco tecnologica, l’innovazione nelle aree della tecnologia emergente può favorire campagne di disinformazione più rapide e sofisticate”, scrivono gli esperti. “Per esempio, sofisticati modelli linguistici alimentati dall’intelligenza artificiale, come ChatGPT di OpenAI, potrebbero essere utilizzati per generare articoli, post e altre fonti di informazioni testuali false a una velocità molto maggiore e con una minore probabilità di errore rispetto agli esseri umani”, concludono.

Fake news, i rischi nel 2023? Xi-Putin e modelli come ChatGPT

Secondo il Soufan Center l’allineamento sino-russo contro l’Occidente, iniziato con il Covid e cristallizzatosi con la guerra in Ucraina, sarà un elemento centrale della disinformazione nel nuovo anno. Attenzione anche all’innovazione, in particolare all’intelligenza artificiale

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