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La conferenza “Luna e Italia. Torino e il futuro dell’esplorazione spaziale”, moderata dal direttore di Formiche e Airpress Flavia Giacobbe, si è aperta con i saluti del rettore Guido Saracco per un primo accenno al ruolo di Torino e del Politecnico nel settore, e del vice presidente dello Iai Michele Nones che ha sottolineato la rilevanza delle dinamiche spaziali negli equilibri politici internazionali. Fatto, questo, vero tanto nella corsa alla Luna degli anni Sessanta quanto oggi, in uno scenario di moltiplicazione degli stati che puntano all’allunaggio. In collegamento, il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia ha esaltato l’elemento di ispirazione che viene dallo Spazio e coinvolge le nuove generazioni, prime interpreti di ciò che sarà l’esplorazione spaziale dei prossimi decenni. Concetto rimarcato dal presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, in passato rettore del Politecnico, presidente del Cnr e ministro dell’Università e della ricerca nel biennio 2011-2013 quando l’Italia ospitò il Consiglio ministeriale dell’Agenzia spaziale europea (Esa) segnando un primo cambio di passo sostanziale nell’approccio italiano al settore.

Crescita tra Europa e Pnrr

In un intervento scritto, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha evidenziato i ritorni creati dal settore spaziale, a livello sia internazionale con una galoppante Space economy che nazionale con oltre 50mila addetti specializzati e quattromila aziende coinvolte. Il ministro Urso ha anche ricordato la recentissima ministeriale Esa di Parigi, dove l’Italia ha contributo con tre miliardi alle attività dell’Agenzia, prima per investimenti in programmi opzionali e sull’esplorazione lunare e marziana, area in cui Torino è leader mondiale, con un incremento del 35% rispetto al 2019, di per sé una dichiarazione del peso anche politico degli affari spaziali. Su queste note l’intervento di Erasmo Carrera, del dipartimento di Ingegneria aerospaziale del Politecnico e presidente dell’Associazione italiana di aeronautica ed astronautica, a riscontro del nuovo moto dato al settore dal Pnrr anche nella realtà universitaria e di ricerca e in particolare sui temi dell’esplorazione, senza dimenticare l’azione sul clima che ci viene dall’orbita.

Torino, cuore pulsante dell’aerospazio

L’amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, Massimo Comparini, in collegamento da Washington, ha messo in evidenza il cuore della attività svolte a Torino essenziali nel mercato globale dell’esplorazione spaziale e cruciali per la presenza italiana nell’economia lunare e dell’Orbita bassa terrestre, in incontenibile fermento. Anche il vice presidente Exploration and science di Thales Alenia Space, Walter Cugno, ha messo in fila i contributi di Torino in campo spaziale, dai primi moduli della Stazione spaziale internazionale a quelli delle future stazioni commerciali in orbita, ma anche al Lunar Gateway – pit-stop per la Luna e pivot verso Marte – di cui da Torino arriva gran parte della realizzazione nonché della partecipazione alle missioni Artemis e in ExoMars con orizzonte al 2028.

Lanciatori e payload, è autonomia strategica

Cugno ha inoltre ricordato le tante potenzialità del programma Esa Space rider a guida nazionale, il cui primo lancio è previsto entro il 2024 in una combinazione strategica con il lanciatore Vega-C. Marino Fragnito capo della business unit Vega in Arianespace è intervenuto sottolineando quanto il lanciatore made in Italy presso Avio sia pilastro dell’autonomia strategica spaziale e mezzo obbligato per sostenere la corsa allo Spazio europea, ricordando i recenti contratti per immettere in orbita la futura generazione di Copernicus per l’osservazione delle Terra.

Le capacità delle Difesa

A portare la visione strategica della Difesa italiana è stato il generale Davide Cipelletti, capo dell’Ufficio generale Spazio dello Stato maggiore della Difesa, nel giorno in cui si ricorda anche la lungimiranza del generale Luigi Broglio e del motore garantito dagli attori del settore per fare e mantenere l’Italia una potenza spaziale. Il generale Cipelletti ha peraltro richiamato alcune delle capacità strategiche in capo alla Difesa, passando dall’evoluzione dei sistemi di telerilevamento ed Osservazione a quelli di comunicazioni sicure fino alla Space situational awareness con un ruolo nazionale forte nel contesto europeo e alle capacità di lancio tempestivo.

Essere spaziali dall’inizio alla fine

Componenti dunque di un approccio strutturato e completo che parte da lontano, dalla fondazione di Telespazio nel 1961 per portare l’Italia nello Spazio ricordata dall’amministratore delegato dell’azienda Luigi Pasquali – ora proiettata alla Luna con il progetto Moolight – fino agli ultimi elementi della catena del valore spaziale garantiti per l’Italia e l’Europa da Altec, centro europeo della logistica spaziale e tassello essenziale per operatività ed addestramento degli astronauti, ha rimarcato l’ad Vincenzo Giorgio.

Esperienza e passione di Luca Parmitano

A dare la sua esperienza sul campo orbitale è stato Luca Parmitano, colonnello dell’Aeronautica e recentemente comandante della stazione spaziale orbitale per la Expedition 61. Secondo Parmitano la Luna è ormai di nuovo ad un passo per l’umanità, che si spingerà senza dubbio oltre con un ruolo fondamentale della formazione delle nuove generazioni di studenti e ricercatori che la vivranno da vicino. Niente di tutto questo è facile, ma AstroLuca ha voluto trasmettere con franchezza e semplicità la sua passione per le sfide quanto più difficili tanto più interessanti, dando valore anche ad una certa propensione al rischio, discutendo del futuro dell’esplorazione umana come di un orizzonte aperto e considerando positivamente il corso attuale delle ambizioni italiane, anche sponda difesa, nello Spazio.

Ricerca e spinoff universitari, segnali per la prossima Giornata

Spazio dunque anche alle ambizioni delle giovani leve dell’aerospazio del Politecnico e di quattro team di ricerca (CubeSat, Diana, Rocket e Oris) che alla presenza della professoressa Nicole Viola, direttrice del master Space exploration and development systems, hanno presentato progetti di ricerca, in alcuni casi già in orbita o pronti a fare un salto di qualità, estremamente caratterizzati da rilevanza strategica per l’Italia sia nel caso di CubeSat con sviluppo software per la selezione dei dati utilizzabili, sia per la creazione di piccole ground stations modulabili che per lo sviluppo di piccoli razzi con tecnologie solide e liquide, di rover per l’esplorazione e di costellazioni per la generazione di energia in orbita. Spinoff universitari che guardano con fiducia alla crescita del settore ed al salto verso l’universo delle start up e che dicono molto della vitalità del tessuto nazionale spaziale, ottimo segnale in chiusura di una Giornata nazionale dello Spazio che ha il potenziale di accendere i riflettori sulle componenti a 360° che fanno dell’Italia una potenza spaziale e di mantenere alta l’attenzione su un settore frenetico ed in costante crescita.

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