Skip to main content

Che il rapporto tra i cattolici e la politica sia una sorta di “historia dolorum”, come diceva molti anni fa un autorevole storico cattolico, Pietro Scoppola, non c’è alcun dubbio. Un rapporto che, però, è profondamente intrecciato con la storia politica e democratica del nostro paese. Un rapporto, cioè, che entra a pieno titolo nei titoli che scandiscono la stessa evoluzione e qualità della nostra democrazia. Eppure, malgrado un dibattito antico e lungo, permane ancora una certa confusione che francamente preoccupa e, al contempo, inquieta. È appena sufficiente registrare ciò che si è detto in questi giorni dopo l’elezione del leghista Fontana alla terza carica dello Stato. Certo, Fontana rappresenta – per le sue dichiarazioni recenti e meno recenti – una sensibilità ed una cultura cattolica di chiara marca conservatrice se non addirittura reazionaria. Una tendenza che, seppur largamente minoritaria, è sempre esistita nell’arcipelago vasto ed articolato dell’area cattolica italiana.

Come sono certo, almeno lo spero, che la cultura di Fontana non influenzerà affatto la guida della Camera dei Deputati che, come tutti sanno, esige e richiede fedeltà alla Costituzione oltreché imparzialità, rispetto di tutti e tutela delle minoranze. Ma, al di là di questa considerazione, forse addirittura scontata, quello che mi pare sia importante sottolineare è che la storia e la cultura del cattolicesimo politico italiano sono profondamente diversi rispetto a ciò che, del tutto legittimamente, sostiene e rimarca il neo Presidente della Camera. Quello che stupisce, semmai, è che proprio le coordinate storico e culturali del cattolicesimo politico italiano non facciano neanche più notizia.

Anzi, non vengano neanche più richiamate nel dibattito politico e giornalistico. Certo, l’assenza – ormai da molti anni – di un partito che sia seppur lontanamente riconducibile alla tradizione e alla cultura del cattolicesimo democratico, sociale e popolare ha fatto sì che proprio quella tradizione sia ormai storicizzata. Ovvero, detto in altre parole, che è stata sostanzialmente archiviata a vantaggio di quelle tendenze che, invece, continuano a far notizia perché presenti nel dibattito e nella dialettica politica contemporanea. E questo, forse, è l’elemento decisivo che ha portato la quasi totalità dell’informazione nel nostro paese a dimenticare che proprio il rapporto tra la politica, e di conseguenza lo Stato, e i cattolici è stato risolto storicamente dal comportamento concreto avuto per svariati decenni di esperienza politica concreta dei cattolici democratici e popolari italiani.

Del resto, tutti i leader e gli statisti della Democrazia Cristiana, del Partito Popolare Italiano e della stessa Margherita, seppur con sensibilità e percorsi individuali diversi, sono sempre stati ispirati ad un rigoroso rispetto della laicità dell’azione politica, ad un profondo rispetto per le altre culture politiche o religiose e, soprattutto, ad una concreta possibilità di saper coniugare l’ispirazione cristiana con la dimensione pubblica e l’impegno politico. Ma forse, e senza limitarsi ad addossare ad altri la responsabilità di aver dimenticato – parlando proprio di Fontana e della sua esperienza cattolica in politica – la lezione e la storia del cattolicesimo politico italiano, sono gli stessi eredi di quella nobile e gloriosa tradizione culturale e politica che debbono adesso ricominciare a farsi sentire. Perché quando si cade in letargo, di norma, il vuoto viene riempito da altri. Ed è poi inutile se non addirittura controproducente piangere sul latte versato.

L'elezione di Fontana e la confusione sui cattolici in politica

Di Giorgio Merlo

Secondo Giorgio Merlo, che appartiene alla tradizione politica che unisce la Dc al Pd, la storia e la cultura del cattolicesimo politico italiano sono profondamente diversi rispetto a ciò che, del tutto legittimamente, sostiene e rimarca il neo Presidente della Camera. Gli eredi di quella nobile e gloriosa tradizione devono adesso ricominciare a farsi sentire. Perché quando si cade in letargo, il vuoto viene riempito da altri

Dagli attriti tra Francia e Germania dipende il futuro della Difesa in Europa

Le mosse tedesche sull’acquisto di armamenti statunitensi irritano Parigi, rallentando i progetti Fcas e Mgcs. Ma la guerra e l’esigenza di adottare tecnologie che siano interoperabili stanno facendo cambiare i programmi a molti Paesi. E il governo Scholz non intende fare il gioco (franco-centrico) di Macron

Gli occhi di Uk e Usa a Roma sull’Ucraina. Mentre Meloni e il Cav…

Alla vigilia dell’inizio delle consultazioni al Quirinale, l’ambasciatore britannico ha ospitato un incontro tra diplomatici per “discutere e riaffermare il nostro solido sostegno” a Kiev. “Rimarrà incrollabile”, ha detto l’incaricato americano Crowley

Se le proteste in Iran contagiassero Iraq e Libano?

La crisi iraniana potrebbe essere un grande esempio per altre collettività, come quella irachena e libanese, che soffrono condizioni simili. Dall’Iran si potrebbe scatenare un effetto regionale, che in molti temono

L’Ue, gli italiani e i sovranisti. Cos’ha detto la prof. Fornero allo Iai

Di Gaja Pellegrini Bettoli

L’ex ministra alla presentazione dell’ultimo rapporto dell’Istituto Affari Internazionali spiega che c’è “una diminuzione della rabbia nei confronti dell’Ue” ma rimane il rischio disinformazione. Il panel di esperti (Caprara, Fornero, Greco, Parsi, Ventura) esamina i risultati della ricerca: non solo energia e guerra, il governo nascituro dovrà anche conciliare le promesse di ancoraggio atlantista con le posizioni dell’elettorato

Vincere la competizione tecnologica si può. Ne va della nostra sicurezza futura

Superiorità tecnologica e capacità industriale competitiva: la road map della sicurezza dell’Occidente passa anche per una maggiore convergenza tecnologica e industriale tra Washington e i suoi alleati. Cosa è emerso dai lavori della European Microwave Week

Il saluto di Draghi in Europa. Una road map per il futuro governo

Mario Draghi saluta le diplomazie italiane in Ue, alla Nato e in Belgio con un messaggio molto chiaro: “L’appartenenza all’Unione europea e alla Nato sono capisaldi della nostra politica estera”. Tutti i dettagli

Vi spiego la sfida di Meloni nel Ppe e nel futuro Palazzo Chigi. Parla Mauro

L’ex ministro della difesa Mario Mauro e anima italiana del Ppe: “Il paradosso sarà che questa interlocuzione la premier proverà a stabilirla con Macron: questo sul piano dell’intuizione politica. Se vi riesce, farà ciò che Fini non è riuscito a fare…”

Caracas e Mosca, così funziona l’alleanza per la disinformazione

Un report dell’ong Transparencia Venezuela spiega la cooperazione nei media tra il governo di Vladimir Putin e il regime di Nicolás Maduro e l’intensificazione della diffusione di fake news da quando è iniziata la guerra in Ucraina

 

Più che Mir è un miraggio. La Russia fallisce la missione sui pagamenti

​​Dopo la Turchia e il Kazakistan, ora anche ​un’altra ex repubblica sovietica mette alla porta il sistema di transazioni lanciato da Mosca per rispondere all’estromissione da Swift: il Kirghizistan​. Ora rimane solo la Bielorussia a sposare la causa finanziaria di Putin​​

 

 

×

Iscriviti alla newsletter