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Finito il secolo breve, sepolto il secolo dei totalitarismi, falliti comunismo e nazifascismo si guarda alla nuova frontiera, che mai potrà essere la globalizzazione o il villaggio globale, come taluni ritengono.

La massificazione dell’umanità, è vero, è un tentativo ancora in essere, ma in via di esaurimento. Resta, invece, la forte presenza della “persona” umana che evoca un nuovo umanesimo. Non possono bastare le due antropologie declinate dalla presidente Meloni e dalla segretaria Schlein. C’è tanto vuoto nell’area di mezzo che va colmato.

Il personalismo cattolico o laico che sia ha la sua dignità e la sua forza, di cui tener conto. La nuova destra di Meloni e il radicalismo di sinistra della Schlein ne prendano atto. È necessario avere coscienza che il cattolicesimo politico è una cultura che ha fatto la storia del nostro Paese, piaccia o non piaccia. E guarda caso, è ancora oggi maggioritaria, non secondo i sondaggi, ma in virtù di numeri reali.

La sua weltanschauung è originale e peculiare, e quindi, molto esigente. Non è presunzione, ma frutto di esperienze consolidate nei decenni passati del secolo scorso. Ci saranno confronti, dispute, scontri con la visione radicaleggiante del nuovo Pd e con quella conservatrice della destra di Meloni, gli italiani sceglieranno al momento giusto l’opzione più consona alle loro convinzioni politiche.

Le primarie del Pd hanno dato vita a un fatto nuovo, di cui bisogna tener conto: il risultato finale ha visto azzerato quello degli iscritti ai circoli, in virtù del quale la democrazia rappresentativa ha ceduto il passo a quella assembleare, stessa strada percorsa dal M5S. La questione istituzionale pertanto assume rilievo fondamentale.

Esistono sul tavolo diverse proposte come presidenzialismo, autonomie differenziate, monocameralismo, regionalismo, municipalismo, senza dire che resta prepotentemente in piedi una seria riforma elettorale. L’attuale Parlamento ha la possibilità di portare a termine questo importante lavoro, visti i gravosi impegni legislativi? Si suppone di no, neppure con una commissione bicamerale, per cui la strada maestra non potrà che essere una assemblea costituente, eletta con sistema proporzionale puro. Significherebbe avviare la nostra democrazia e le sue istituzioni sulla strada di una decisa innovazione.

Perché ora è necessaria un'assemblea costituente. Il commento di Reina

Esistono sul tavolo diverse proposte come presidenzialismo, autonomie differenziate, monocameralismo, regionalismo, municipalismo, senza dire che resta prepotentemente in piedi una seria riforma elettorale. L’attuale Parlamento ha la possibilità di portare a termine questo importante lavoro, visti i gravosi impegni legislativi? Si suppone di no, neppure con una commissione bicamerale, per cui la strada maestra non potrà che essere una assemblea costituente, eletta con sistema proporzionale puro. Il commento di Raffaele Reina

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