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Quando si è a corto di fiducia, è difficile convincere il mercato a farsi prestare i soldi necessari a tirare avanti. I giganti del mattone cinese lo sanno, visto che la catena di insolvenze che ha colpito l’intero settore, che vale il 30% del Pil del Dragone, ha nei fatti polverizzato in questi anni la credibilità delle imprese immobiliari agli occhi degli investitori. E così, tra aiuto di Stato col contagocce e debiti corporate sempre più insostenibili, la situazione ormai pare irrecuperabile.

C’è però chi non se la sente ancora di gettare la spugna. E non è qualche funzionario del Partito comunista o qualche cavaliere bianco, bensì le banche, ma quelle occidentali, persino americane. Fuori dalla Cina i colossi della finanza occidentale non sembrano prendere in considerazione il rischio default del mercato immobiliare cinese. Forse perché se un terzo della seconda economia globale collassa, allora è tutto il mondo a rimetterci. O meglio, quella parte di mondo più o meno connessa al Dragone.

E allora, ecco la mossa di banche quali Jp Morgan e Ubs: provare a convincere gli investitori stranieri che sì, vale ancora la pena sottoscrivere obbligazioni legate al mattone. E che trasformarsi in una sorta di testa di ponte tra mercato e aziende può essere un gioco che vale la pena. Come scrive Bloomberg, tali banche “stanno rinnovando gli sforzi per valutare l’interesse degli investitori nelle vendite di obbligazioni per società cinesi, nella speranza di rivitalizzare un’attività chiave per il Paese”.

I giganti dell’immobiliare per i quali i banchieri stanno testando l’appetito degli investitori includono Country Garden Holdings Co., Hopson Development Holdings Ltd., Road King Infrastructure Ltd. e Yanlord Land Group Ltd., hanno raccontato fonti anonime all’agenzia, JPMorgan, UBS, Credit Suisse Group AG, Guotai Junan International Holdings Ltd.

Chissà se è davvero un caso,  come raccontato da Formiche.net, nei giorni scorsi, il fatto che Pechino abbia rilasciato nei giorni scorsi una raffica di approvazioni per le società finanziarie straniere che cercano di espandersi nel Paese per tentare di infondere fiducia negli investitori, dopo anni di restrizioni pandemiche. La volontà di procedere in tal senso si era, in realtà, già manifestata in occasione del 20° Congresso del Partito cinese di ottobre, quando il presidente Xi Jinping si è assicurato un terzo mandato alla guida del Paese.

Too big to fail. Se le banche d'occidente aiutano il mattone cinese

Senza più credibilità e fiducia agli occhi degli investitori esteri, per i giganti dell’immobiliare è ormai impossibile rastrellare dal mercato la liquidità con cui sopravvivere. E allora, ecco la mossa dei grandi istituti stranieri per convincere i risparmiatori a comprare debito cinese

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