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“Passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime”: Putin e Netanyahu, difficile stabilire a chi hanno fischiato di più le orecchie per le parole del nuovo accorato appello alla pace di Papa Leone XIV. “La guerra non é mai inevitabile, le armi possono e devono tacere, perché non risolvono i problemi ma li aumentano. I popoli vogliono la pace e io, col cuore in mano, dico ai responsabili dei popoli: incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo!” ha affermato il Papa nella prima udienza generale di inizio pontificato.

Apparentemente nessun riferimento specifico, ma il contesto e la precisione dell’elencazione dei più gravi conflitti in corso non lascia margini interpretativi. Alla vigilia dei colloqui fra Ucraina e Russia, previsti per domani ad Istanbul, le perentorie affermazioni di Papa Leone rappresentano un monito e un richiamo diretto per i leader protagonisti delle guerre: ”dalla Terra Santa all’Ucraina, dal Libano alla Siria, dal Medio Oriente al Tigray e al Caucaso, quanta violenza! E su tutto questo orrore, sui massacri di tante giovani vite, che dovrebbero provocare sdegno, perché, in nome della conquista militare, a morire sono le persone, si staglia un appello: non tanto quello del Papa, ma di Cristo, che ripete: pace a voi!”

Un ruggito quello del Pontefice, mimetizzato da sacra invocazione, ma che ha l’impeto di una scomunica, se non altro mediatica, per Putin, Netanyahu, i responsabili degli scontri nell’altopiano del Tigray, nel Nord dell’Etiopia ed in Georgia, Armenia, Azerbaigian, Daghestan ed Inguscezia. Sappiamo esattamente quel che succede e quanta gente viene quotidianamente uccisa e come, dice sostanzialmente il nuovo Papa eletto meno di una settimana addietro quasi per acclamazione dal Conclave, con una rapidità ed una concordia che conferiscono a Leone XIV tutto il prestigio e l’autorevolezza morale e spirituale della Chiesa Universale.

Nessuno si illude che il Cremlino, il Premier israeliano o i signori della guerra africani e asiatici interrompano i conflitti che hanno scatenato o che, come nel caso di Netanyahu, stanno proseguendo oltre ogni limite non solo di strategia militare quanto soprattutto d’umanità, ma quel “passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime” pronunciato dal Papa peserà come un macigno sui loro destini. Tuttavia gli appelli del primo pontefice americano non hanno lasciato affatto indifferenti tanto la Casa Bianca che l’Europa e l’Occidente.

Dal Medio oriente dove é in corso la visita di Trump ai paesi del Golfo, il Presidente Usa ha infatti affermato che “Vladimir Putin vorrebbe che fossi li, in Turchia, e questa rimane una possibilità”. E riferendosi a Putin ha aggiunto: “questo non significa che non lo farei per salvare molte vite. Non so se lui sarebbe lì se non ci fossi io”. Alla domanda sulla strategia di Putin e se pensasse ancora che il leader russo lo stesse “prendendo in giro”, come aveva affermato in un precedente post sui social, Trump ha risposto ai giornalisti che li avrebbe informati tra qualche giorno. Ovvero quando sarà in grado di valutare il comportamento di Putin in relazione alle trattative di Istanbul.

Un altro intervento che fa seguito alle parole di Papa Leone XIV é quello del Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva che esorta Vladimir Putin ad incontrare il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky in Turchia per avviare i negoziati sull’esito della guerra in Ucraina. “Cercherò di parlare con Putin”, ha detto Lula in una conferenza stampa a Pechino, prima della tappa programmata a Mosca durante il suo viaggio di ritorno in Brasile. “Non mi costa nulla dirgli: Ehi, compagno Putin, vai a Istanbul e negozia, per l’amor di Dio”. Il Vaticano, la Terra Santa, Trump, Lula, Pechino e Mosca: come farà Putin a ignorare le vie della pace invocata dal romano Pontefice e dai suoi stessi alleati?

Putin e le vie della Pace di Leone XIV, Trump e Lula

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