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Mario Draghi è a New York per partecipare alla 77° Assemblea generale delle Nazioni Unite. Di quattro giorni, quello nella Grande Mela è il viaggio più lungo da quando è a Palazzo Chigi. Nel suo intervento al Palazzo di Vetro, previsto alle 19.45 di martedì, il presidente del Consiglio terrà saldo un principio: la postura convintamente europeista e atlantista dell’Italia, al fianco dell’Ucraina e contro le autocrazie. Un discorso che, pronunciato a pochi giorni dalle elezioni, sembra rappresentare una sorta di “testamento” in politica estera, per rassicurare i partner internazionali ma anche per indicare un percorso da seguire al governo che verrà.

Le basi sono state gettate da Draghi venerdì durante la conferenza stampa alla fine del Consiglio dei ministri. “Quando a New York incontrerò i capi di Stato e di governo degli altri Paesi racconterò esattamente il Paese che lascio oggi: un Paese forte, che cresce, rispetta i conti, coerente, che non ha ceduto a capovolgimenti in politica estera, atlantista, europeista”. E ancora: “La democrazia italiana è forte, non è che si fa battere dai nemici esterni, dai loro pupazzi prezzolati”, ha osservato, andando a braccio, dopo aver concluso la lettura dei passaggi dedicati alle interlocuzioni tra le intelligence italiana e statunitensi sul caso dei finanziamenti russi a 20 Paesi nel mondo denunciati da Washington. Poi, sulle sanzioni e sull’invio di armi all’Ucraina, il presidente non ha risparmiato frecciate indirette alle forze politiche più scettiche: la Lega di Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Infine, parlando a poco più di una settimana dal voto, ha invitato a chiedersi quali siano i partner che “aiutano a proteggere gli interessi degli italiani meglio” e “chi conta di più tra questi partner”.

Sebastiano Messina su Repubblica ha così sintetizzato il Draghi-pensiero in riferimento a quei passaggi della conferenza stampa: “Io sto lavorando per voi, ma là fuori c’è gente che lavora contro l’Italia”.

L’auspicio che l’Italia rimanga “una nazione del ventunesimo secolo, che abbraccia pluralismo, diritti umani e dignità personale” è stato lanciato anche dal rabbino Arthur Schneier, che lunedì sera a New York consegnerà al presidente Draghi il “World Statesman Award 2022” della Appeal of Conscience Foundation. Merito della “sua multiforme leadership nella finanza e nel servizio pubblico, di cui hanno beneficiato l’Italia e l’Unione europea, e perché ha aiutato la cooperazione internazionale”, ha spiegato a Repubblica.

L’agenda diffusa da Palazzo Chigi prevede nella giornata di martedì la partecipazione all’apertura del dibattito generale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il saluto durante la sessione di apertura dello “Youth4Climate: Powering Action” (Jay Suites – Broadway) e l’incontro con Csaba Kőrösi, presidente dell’Assemblea generale Unite, prima del discorso al Palazzo di Vetro. Mercoledì, invece, il presidente incontrerà António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite.

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Il discorso che il presidente del Consiglio pronuncerà martedì al Palazzo di Vetro sarà un modo per rassicurare i partner internazionali ma anche per indicare un percorso da seguire al governo che verrà

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