Skip to main content

Il viaggio del presidente del Consiglio europeo Charles Michel a Pechino volge al termine. I risultati? Un possibile nuovo accordo sugli investimenti, visto da Bruxelles in ottica commerciale, ma da Pechino anche in chiave strategica. Un viaggio controverso, quello di Michel in Cina, che ha messo in evidenza le divisioni con Ursula von der Leyen, non coinvolta nel viaggio come ha riferito una portavoce della Commissione Ue.

Come riporta l’agenzia di stampa di stato cinese Xinhua, Xi ha dichiarato che la visita dimostra la buona volontà dell’Unione europea per lo sviluppo delle relazioni con la Repubblica Popolare, e che è nell’interesse comune mantenere vivo il dialogo tra le parti per perseguire vantaggi reciproci.

Durante la conferenza stampa, tenutasi dopo l’incontro, Michel ha affermato di avere discusso con la controparte dei fenomeni globali che attraversano il nostro tempo, come il cambiamento climatico, i rischi di epidemie, e in generale “l’intero spettro delle nostre relazioni bilaterali”. Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, Michel ha raccontato i colloqui come una vittoria, ma Xi non si è particolarmente discostato dalle opinioni già espresse, secondo le quali la Cina non fornisce armi alla Russia e condanna l’uso della minaccia atomica come arma nel conflitto.

La visita avviene un giorno dopo la morte dell’ex presidente cinese Jiang Zemin, un politico che aveva attribuito grande importanza ai contatti tra Pechino e le altre cancellerie occidentali. Più volte aveva visitato i Paesi europei, promosso l’istituzione di meccanismi di incontro dei leader e mantenuto stretti contatti con essi.

“Porteremo avanti la sua eredità” ha commentato Xi, aggiungendo che la Cina continuerà a considerare e sviluppare le sue relazioni con l’Ue da una prospettiva strategica e a lungo termine. Grattando sotto la superficie della formalità diplomatica, il presidente cinese ha sottolineato come Pechino voglia migliorare le relazioni con l’Europa nell’ottica dello scontro con Washington.

La crescente competizione con l’egemone statunitense, le persecuzioni nello Xinjiang, il rallentamento dell’economia causa Covid, l’ambiguità nei confronti dell’aggressione russa all’Ucraina, le proteste contro i duri lockdown, tutti questi fattori hanno reso la Repubblica Popolare un po’ più isolata di prima. Dunque bisognosa di riallacciare i rapporti politici con l’Europa, con la quale intrattiene proficue relazioni commerciali, nonostante tutto.

Per l’appunto, Xi ha detto di sperare di approfondire la cooperazione con Bruxelles e ha affermato che entrambe le parti stanno lavorando per sbloccare il trattato sugli investimenti, al momento congelato. L’ultimo, il Comprehensive Agreement on Investment o Cai, fortemente voluto dall’allora presidenza tedesca, era stato sospeso proprio per le violazioni dei diritti umani da parte cinese.

Ora i toni vengono smorzati. Addirittura, Michel diversamente da Emmanuel Macron e Olaf Scholz, i quali durante le visite in Russia e Cina si erano portati dietro un medico personale per effettuare i tamponi Covid, ha scelto invece di mettersi nelle mani dei medici cinesi. I rischi? Che l’équipe del Paese ospite prelevi campioni di Dna per future operazioni di guerra batteriologica.

Michel e Xi vogliono ricucire i rapporti sino-europei

Il presidente del Consiglio europeo è stato accolto dal leader cinese a Pechino. Il primo ha fatto riferimento alle proteste anti Zero Covid, ma non ha insistito troppo sull’argomento. Il secondo spinge sull’accordo sugli investimenti che è ancora congelato

L’Iran non intende fermare la repressione delle proteste

Il regime iraniano vuole dimostrare di non volersi fermare davanti a niente e l’amministrazione Biden dovrebbe chiedere più del rispetto dei diritti umani, spiega Kahn, Foundation for Defense of Democracies. L’arresto della nipote di Khamenei è un simbolo, per dare esempio di determinazione

Dalla democrazia 2.0 alla muskcrazia. L'analisi di Giordano

La muskcrazia è un chiaro “strumento di potere politico”, nel momento in cui attribuisce dei diritti solo a coloro che hanno accettato precisi doveri. L’analisi di Domenico Giordano, Arcadia

Gerardo Bianco, l’ultimo “popolare”. Il ritratto di Pisicchio

In questo tempo di inutili esuberanze mediatiche, di ignoranza crassa e di desiderio ingordo di potere, forse la biografia di Bianco racconta una storia desueta, ma non per questo non meritevole d’essere ricordata alle generazioni che non lo conobbero. Come esempio di stile: un gentiluomo raffinato che conosceva bene le regole del gioco e le traduceva in un latino impeccabile. Con le desinenze giuste, sempre

Le piattaforme digitali fanno crescere l'economia. Maffè spiega come

Intervista all’economista della Bocconi in occasione dello studio presentato alla Luiss che certifica l’impatto positivo per le imprese che beneficiano delle piattaforme web. La politica deve capire che Amazon, Netflix e le altre possono aiutare le realtà più piccole. E inquinano meno delle modalità “classiche”

La numero 2 della diplomazia Usa attesa in Italia e in Vaticano. Ecco i dossier

La prossima settimana Wendy Sherman sarà impegnata in un tour europeo dedicato al sostegno all’Ucraina e alle strategie nell’Indo-Pacifico. Sarà anche in Vaticano e a Roma, dovrà vedrà il consigliere diplomatico della presidente Meloni e il segretario generale della Farnesina. Poi un discorso alla Luiss sull’importanza dei rapporti transatlantici

È la Rai ma sembra Tele-Mosca. Mikhelidze (Iai) e le fake news sul Donbass

Il corrispondente da Mosca “diffonde la disinformazione proponendo in continuazione ed esclusivamente la narrativa del Cremlino, che trovo scandaloso visto che tutti paghiamo il canone”, scrive l’esperta 

Promesse vs governi. Meloni non è Tsipras e i mercati lo confermano

L’allora premier greco fece sì marcia indietro ma senza prestare attenzione alle conseguenze che, pesanti, precipitarono la Grecia in un sistema ancora più duro. A Palazzo Chigi non si avvertono simili traiettorie, dal momento che almeno fino ad oggi il nuovo esecutivo non si è fatto trascinare dalla foga delle promesse, anzi si è reso responsabilmente conto che fare più debito in manovra sarebbe corrisposto ad un affossamento definitivo dell’Italia questa volta sì in acque greche

Sul Pnrr l'Ue gela Meloni (e Salvini). Che non molla la presa sul Ponte

Il ministro per le Infrastrutture, ascoltato in Parlamento, detta la linea del governo su investimenti e opere pubbliche. Il Ponte sullo Stretto non è più rinviabile ma l’esplosione dei costi delle materie prime rischia di far franare il grosso degli investimenti legati al Pnrr. L’Europa, però, non ne vuol sapere di ribaltare il piano

Digitale è bello, così le Pmi italiane possono fare rete in Ue

Elisabetta Gardini (FdI): “Con Sme Connect dotiamo le nostre imprese di un trampolino di lancio europeo. Troppo spesso in Italia non si sono colte le opportunità in Ue, come dimostra il ritardo nella spesa dei fondi”

×

Iscriviti alla newsletter