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Nuovo impianto di aliquote, modifiche al bonus 110% e rivisitazione del sistema pensionistico. Sono alcuni dei cardini sui quali si regge la Manovra stilata dal governo Meloni. Al di là di alcuni punti di contenuto, ciò che viene apprezzato dalle categorie e dai corpi intermedi è il “coinvolgimento che l’Esecutivo sta garantendo agli attori sui quali queste misure impattano maggiormente”. A dirlo è Elbano De Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

De Nuccio, come impatteranno le misure legate al fisco sulla vostra categoria?

Noi commercialisti siamo in assoluto i più coinvolti in questa riforma, tanto più in un momento storico come questo nel quale il sistema produttivo e le imprese soffrono di una grande perdita di redditività dovuta per lo più all’onda lunga della crisi pandemica e agli effetti inflazionistici del conflitto in Ucraina. Manca liquidità e l’accesso al credito è complesso. Tutto questo però è mitigato se non altro da un approccio metodologico del governo, con il quale abbiamo un’interlocuzione continua e proficua. Oltre al fatto che nell’esecutivo lavorano colleghi commercialisti che riescono a “parlare la nostra lingua”.

Come valuta le misure che intervengono nell’impianto pensionistico?

Il problema del sistema pensionistico permane. D’altra parte la spesa è sempre maggiore perché è proporzionale al numero di pensionati in costante aumento. Il nodo è ancora irrisolto e le misure proposte come quota 103 non sono risolutive. Siamo ancora in attesa della grande riforma strutturale del sistema pensionistico, che dovrà lambire anche il tema delle pensioni integrative.

Sulla questione debitoria e dell’approccio alle situazioni di criticità delle piccole imprese che novità ci sono?

Le ricadute mi aspetto saranno più che positive. La direzione assunta dall’Esecutivo traccia una rotta: tentare di rendere sostenibile la situazione debitoria delle piccole imprese con l’erario. Il secondo aspetto molto positivo è il contenimento dell’impianto sanzionatorio, che in una certa misura rimedia a un problema strutturale. In Italia c’è sempre stato uno squilibrio nelle sanzioni. In Manovra c’è invece, sotto questo profilo, un’inversione di tendenza.

Sul Bonus 110% c’è un cambio di rotta. Come impatterà?

Bene il freno all’impostazione del bonus concepito in questo modo. È più utile, nella nostra visione, arrivare a un impianto organico di una riforma che agevoli in modo strutturale l’economia e il mondo produttivo. Senza contare, fra l’altro, che questo strumento ha aperto la strada a moltissimi casi di frode. Sarebbe auspicabile arrivare a una riduzione della percentuale di beneficio – perché mantiene viva la contrattazione – e incentivare una riforma più organica.

Bene le misure fiscali, ma le pensioni... L'analisi di De Nuccio (Commercialisti)

Il presidente del consiglio nazionale della categoria: “Siamo ancora in attesa della grande riforma strutturale del sistema pensionistico, che dovrà lambire anche il tema delle pensioni integrative. Bene il contenimento dell’impianto sanzionatorio dell’erario verso le piccole imprese”. Il Superbonus? “Ridurre la percentuale di beneficio: serve una riforma strutturale”

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