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Stamattina, nel giorno in cui il Cremlino ha parlato di “stato di guerra” causato dal coinvolgimento dei Paesi occidentali a sostegno dell’invasione dell’Ucraina davanti alla cosiddetta “operazione militare speciale” la Russia ha lanciato un attacco su larga scala con missili e droni sulle città dell’Ucraina. Colpite alcune infrastrutture energetiche: blackout di corrente in molte regioni del Paese invaso e cinque morti oltre a 23 feriti.

Secondo l’aeronautica ucraina la Russia ha lanciato 88 missili e 63 droni Shahed di fabbricazione iraniana. Di questi, rispettivamente 37 e 55 sono stati abbattuti, ma altri hanno raggiunto l’obiettivo. Per German Galushchenko, ministro dell’Energia ucraino, “il nemico ha effettuato il più pesante attacco su vasta scala contro l’industria energetica ucraina degli ultimi tempi. L’obiettivo non è solo danneggiare, ma riprovare, come l’anno scorso, a causare un fallimento su larga scala nel funzionamento del sistema energetico del Paese”. Il raid ha colpito principalmente i centri di Zaporizhia, Kharkiv, Dnipro, Khmelnytskyi, Sumy e Kryvyi Rih provocando la morte di almeno cinque persone e lasciando al buoi più di un milione di civili. Secondo Ukrenergo, i sistemi energetici di Romania, Slovacchia e Polonia stanno fornendo assistenza di emergenza per garantire il funzionamento sicuro del sistema energetico.

Dell’operazione ha parlato anche il ministero della Difesa russo, affermando in una nota che “un massiccio attacco è stato effettuato con armi aeree, marittime, terrestri e senza pilota ad alta precisione a lungo raggio contro gli impianti energetici, il complesso militare-industriale, i nodi ferroviari, gli arsenali, i luoghi di dispiegamento delle forze armate ucraine e straniere mercenarie. Tutti gli obiettivi sono stati raggiunti”. Secondo lo Stato maggiore di Mosca, i bombardamenti rappresentano “una risposta alle recenti offensive” ucraine “contro le regioni di confine”.

L’attacco evidenzia “l’urgente necessità” dell’Ucraina “di avere difese aeree più forti al di fuori di Kyiv”, ha commentato il Washington Post.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rinnovato il suo appello ai Paesi occidentali: “Non ci sono ritardi nei missili russi, al contrario di quanto accade per i pacchetti di aiuti destinati al nostro Paese. Gli Shaheed non sono indecisi, come alcuni politici. È importante capire il costo dei ritardi e delle decisioni tardive”, ha proseguito il leader in una chiara critica ai partner occidentali e al ritardo nelle forniture di nuovi aiuti militari. “I sistemi Patriot dovrebbero proteggere Kharkiv e Zaporizhzhia, la difesa aerea è necessaria per proteggere le persone, le infrastrutture, le case e le dighe. I partner sanno esattamente cosa è necessario. Possono sicuramente capirlo. Queste soluzioni sono necessarie. La vita deve essere protetta dalla disumanità di Mosca”, ha dichiarato ancora.

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