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“Chère, @Elisabeth_Borne, Signora Primo Ministro. Ecologia, salute, istruzione, piena occupazione, rinascita democratica, Europa e sicurezza: insieme, con il nuovo governo, continueremo ad agire instancabilmente per i francesi”. Con queste parole, raccolte in un tweet, il presidente Emmanuel Macron ha dato il benvenuto a bordo a Élisabeth Borne, nominata il 16 maggio come primo ministro della Francia. È la seconda volta nella storia francese che una donna occupa questo incarico, dopo Edith Cresson all’inizio degli anni ’90.

Efficiente, grande lavoratrice e molto tecnica, Borne è un ingegnere di titolo e di approccio. In seguito alle dimissioni di Jean Castex è stata scelta da Macron per la discrezione e lealtà verso il Capo di Stato, nonché per la vicinanza con l’ala socialista della politica francese.

“Come potete immaginare, sono molto emozionata questa sera e non posso evitare di pensare alla prima donna che ha occupato questo incarico, Edith Cresson – ha dichiarato Borne subito dopo l’annuncio -. Forse mi piacerebbe dedicare questa nomina a tutte le bambine dicendo: ‘Inseguite i vostri sogni!’. Nulla deve fermarvi nella lotta per il luogo che le donne hanno nella nostra società”.

Nata nel 1961 a Parigi, Borne è figlia di un ebreo di origine russa rifugiato in Francia e deportato in un campo di concentramento. È sempre stata una studentessa dedicata, che ha beneficiato di diverse borse di studio grazie al suo rendimento accademico. Ha frequentato l’École Polytechnique e si è laureata in Ingegneria all’École Nationale des Ponts et Chaussées nel 1986. Ha seguito anche il Master of Business Administration al Collège des Ingénieurs.

I primi passi nella politica sono stati con il Partito Socialista a metà degli anni ’80. È stata responsabile dell’urbanistica del Comune di Parigi e una delle prime donne a rappresentare il governo nei dipartimenti di Poitou-Charentes e Vienne. Negli anni ’90 è stata consigliere del ministero dell’Istruzione e si è sempre impegnata nelle questioni ambientali. Quando Ségolène Royal è stata ministra dell’Ecologia, Borne era capa del gabinetto.

Nel 2017, quando era responsabile del Trasporto durante un lungo sciopero, Borne è riuscita a concordare una riforma della SNCF, l’impresa pubblica che gestisce il sistema ferroviario francese, da quanto ricorda l’emittente France 24. Due anni dopo, ha guidato il ministero della Transizione ecologica.

Borne, chiamata da molti “La Marcheuse”, è stata dal 2020 ministra del Lavoro, dove molti analisti credono che sia riuscita a raggiungere i successi più grandi della sua carriera politica in quanto a riduzione della disoccupazione, specialmente tra i giovani.

Un impiegato del settore pubblico che la conosce ha dichiarato all’agenzia Reuters che Borne è una vera workaholic: “Può veramente lavorare fino alle 3 di notte e riprendere alle 7 del mattino. È poco calorosa, con una durezza reale, ma è anche buona nel dialogo con le amministrazioni centrali […] Ha la cultura dello Stato, del territorio e dell’impresa”.

A giugno, quando ci saranno le elezioni legislative, la premier francese rischia di essere rimossa dall’incarico se Macron perde la maggioranza parlamentare. Ma fino a qual momento Borne è la carta vincente del capo dell’Eliseo per mantenere calme le file della sinistra all’interno del suo partito, agitate per la possibile nomina della rappresentante della destra, Catherine Vautrin.

Infatti, non tutti sono contenti con la nomina di Borne. Manon Aubry, europarlamentare del partito di sinistra di Jean-Luc Mélenchon, crede che Borne è stata già condannata politicamente per la sua inazione nella lotta contro il cambiamento climatico, mentre Thierry  Mariani, del partito di estrema destra Rassemblement National, crede che la nuova premier non abbia alcuna rilevanza politica.

Chi è (e cosa farà) Élisabeth Borne, la nuova premier francese

Il presidente Emmanuel Macron ha scelto “La Marcheuse” come nuova primo ministro, a dispetto di molti oppositori. Ingegnere con un MBA al Collège des Ingénieurs, la seconda donna premier della Francia ha una grande passione per la difesa dell’ambiente e molta cultura dello Stato, del territorio e dell’impresa

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