Skip to main content

Nel cuore della competizione globale per il futuro dell’ordine internazionale, l’Indo-Pacifico si impone come il nuovo epicentro delle alleanze strategiche, delle tensioni geopolitiche e delle sfide alla stabilità. In una regione segnata dall’ascesa assertiva della Cina, dalla minaccia nucleare nordcoreana e dalle nuove convergenze tra Mosca, Pechino e Pyongyang, le grandi potenze – dagli Stati Uniti al Giappone, passando per i partner europei – rispondono con una rete sempre più fitta di cooperazioni flessibili e mirate.

Il recente report Ispi “Friends and Foes in the Indo-Pacific”, curato da Axel Berkofsky e Guido Alberto Casanova, fotografa questa trasformazione con uno sguardo lucido: nel vuoto lasciato dal multilateralismo tradizionale, il minilateralismo emerge come strumento operativo per affrontare una fase di competizione strategica globale, dove anche l’Italia è chiamata a giocare un ruolo, tra progetti di difesa congiunti e alleanze transatlantiche in evoluzione, anche in vista della potenziale strategia nazionale che Rima potrebbe creare — magari partendo dal nuovo documento prodotto dalla Camera.

Il report sottolinea come il principale catalizzatore di queste nuove dinamiche sia la crescente assertività della Cina, che spinge diversi attori a rafforzare cooperazioni esistenti e a crearne di nuove. Gli Stati Uniti restano il fulcro delle alleanze regionali, con un passaggio da una struttura “a raggiera” a una rete interconnessa di partenariati. In questo contesto, l’Italia, in quanto alleato di Washington e membro attivo della Nato, condivide l’obiettivo della stabilità nell’Indo-Pacifico.

Tra i partner principali figurano Giappone, Corea del Sud, Regno Unito, Francia e Germania. Il Giappone è indicato come alleato strategico di primo piano per gli Usa e ha intensificato i legami con diverse potenze europee. Particolarmente rilevante per Roma è la partecipazione congiunta al Global Combat Air Programme (Gcap) con Tokyo e Londra. Anche Corea del Sud, pur tra tensioni storiche con il Giappone, rafforza la cooperazione trilaterale con Usa e Tokyo, condividendo la preoccupazione per la Cina e per il programma nucleare nordcoreano — nonostante un corteggiamento esplicito da parte di Pechino.

I Paesi europei – Regno Unito, Francia, Germania e Italia – sono protagonisti di un crescente impegno militare e diplomatico nella regione, soprattutto attraverso accordi bilaterali con il Giappone. La Nato, dal canto suo, riconosce l’importanza strategica dell’Indo-Pacifico e sta rafforzando il dialogo con i partner asiatici. Anche in questo ambito, l’Italia è coinvolta come parte attiva dei processi di adattamento strategico dell’Alleanza.

Il report dedica spazio anche ad attori come India e Filippine, sempre più vicini agli Stati Uniti e al Giappone sul piano della sicurezza, sebbene non emergano attualmente cooperazioni dirette con l’Italia. L’India, in particolare, pur mantenendo autonomia strategica, è parte integrante di meccanismi come il Quad (e S-Quad, con le Filippine).

Tra gli attori percepiti come destabilizzanti, il documento individua tre principali sfide: Cina, Corea del Nord e Russia. Pechino è descritta come un potere revisionista, che impiega coercizione politica ed economica per consolidare le proprie rivendicazioni territoriali e influenzare le dinamiche regionali. Pyongyang, con il suo arsenale missilistico e i legami rafforzati con Mosca, rappresenta una minaccia diretta soprattutto per Giappone e Corea del Sud. La Russia, infine, viene vista come un attore che, attraverso il riavvicinamento con la Corea del Nord dopo l’invasione dell’Ucraina, contribuisce all’instabilità globale.

Pur non configurandosi ancora come un’alleanza formale, la crescente collaborazione bilaterale e trilaterale tra Cina, Russia e Corea del Nord è segnalata come un’evoluzione da monitorare con attenzione.

Il quadro delineato dal report Ispi suggerisce che, nell’attuale scenario indo-pacifico, le alleanze flessibili e mirate rappresentano uno strumento cruciale per fronteggiare le trasformazioni in corso. Per l’Italia, rafforzare le sinergie esistenti – in particolare nel settore difesa – e sostenere l’impegno europeo e atlantico nella regione appare una scelta strategica per salvaguardare i propri interessi in un contesto internazionale sempre più interdipendente.

Chi sono gli amici e chi gli avversari nell’Indo-Pacifico? Report Ispi

Nel nuovo Indo-Pacifico emergono alleanze flessibili contro le sfide cinesi. Il report “Friends and Foes in the Indo-Pacific”, curato da Axel Berkofsky e Guido Alberto Casanova per Ispi, analizza le nuove dinamiche strategiche nella regione

Dazi e deficit, luci e ombre della nuova strategia economica di Trump. L'analisi di Polillo

La nuova strategia economica dell’America potrebbe puntare sui dazi per ridurre il deficit commerciale e finanziare il bilancio federale. Un’idea audace, ma non priva di contraddizioni e rischi geopolitici. Ecco perché nell’analisi di Gianfranco Polillo

populismo

La difesa della democrazia contro la minaccia del populismo spiegata da Scandizzo

Destinare maggiori risorse pubbliche alla formazione come bene pubblico fondamentale, motore del pensiero critico e dell’ascensione sociale è una priorità coerente con le sfide della società digitale. La sintesi dell’intervento di Pasquale Lucio Scandizzo, incentrato sulle cause profonde che hanno portato alla nascita del populismo, in occasione della recente riunione del Gruppo dei 20

Perché all’Europa serve una dottrina nucleare propria. Scrive Shekhovtsov

Di Anton Shekhovtsov

Fallito il Memorandum di Budapest, è urgente sviluppare una dottrina nucleare paneuropea, in grado di garantire una sicurezza autonoma del continente e di ridurre la dipendenza dalle garanzie statunitensi. L’analisi del politologo Anton Shekhovtsov, fondatore del Centre for democratic integrity a Vienna e docente alla Central European University

Ventotene mon amour. Il dibattito sul Manifesto letto da Cazzola

L’Europa che – al di là del titolo attribuito ai piani – procede a un massiccio piano di riarmo, non viene meno rispetto alla prospettiva del 1941, non abdica al conseguimento di quegli obiettivi, ma assume tutte le misure necessarie nell’attuale fase per mantenere viva la fiamma accesa da tre visionari capaci di immaginare scenari futuri al di là dei cupi orizzonti che si potevano intravvedere da una isoletta del Tirreno nel lontano 1941. L’opinione di Giuliano Cazzola

La nuova Siria e l'urgenza di nuovi partiti. L'analisi di Cristiano

Il settarismo produce settarismo e i partiti interconfessionali sono la cura più evidente. Ci si potrebbe arrivare anche con la costituzione di un partito cristiano che tolga ruolo politico ai patriarchi, unisca al di là delle loro appartenenze ecclesiali, rinnovi il loro discorso, ne purifichi la memoria e poi, auspicabilmente, si proponga per riaggregazioni intercomunitarie. Qualcosa del genere accadde in Libano dopo l’assassinio di Hariri. L’analisi di Riccardo Cristiano

F-35 vs S-400. Washington apre ad Ankara sul jet multiruolo (e non solo)

Trump starebbe valutando la possibilità di facilitare la vendita di F-16 alla Turchia e, potenzialmente, di riaprire la questione degli F-35. Tuttavia, Ankara dovrebbe rinunciare agli S-400 russi per evitare i rischi del caso

La tregua tra Israele e Hamas è saltata e torna il caos regionale

Torna la guerra nella Striscia, gli attacchi degli Houthi, i bombardamenti in Siria, i missili dal Libano; gli Usa muovono le portaerei, il Medio Oriente torna indietro di qualche mese e sale la tensione regionale

In memoria dei Caduti dell'Intelligence. L'intervento di Vittorio Rizzi

Di Vittorio Rizzi

“Ogni nome scandito rappresenta non solo una vita spezzata, ma rappresenta anche la nostra storia e non possiamo e non dobbiamo dimenticare che dietro ogni nome c’è una famiglia che ha dovuto fare i conti con un dolore immenso, spesso silenzioso come sono state le loro vite e come silenziose sono le nostre vite”. Pubblichiamo l’intervento del prefetto Vittorio Rizzi, direttore generale del Dis, in occasione della Giornata della Memoria dei caduti dell’intelligence

Così la Cina parla di Trump tra Usa e Russia

I media di Pechino consigliano (e sconsigliano) il presidente americano riguardo la volontà di attrarre a sé Mosca in funzione anticinese. Ecco la strategia della Cina nell’analisi di Uberto Andreatta

×

Iscriviti alla newsletter