Skip to main content

La notizia che da Gerusalemme risalta più di altre è quella del silenzio di Bibi Netanyahu sulla scomparsa di papa Francesco, con la rimozione dei messaggi di cordoglio delle ambasciate. Ma ce ne sono almeno altre due molto significative in chiave conflitto mediorientale: il possibile colpo di stato contro il premier per il caso di Ronen Bar, sollevato dal suo incarico e pronto a chiamare in causa la Corte Suprema, e la volontà governativa di combattere Hamas (recuperando i rapiti). Il tutto intrecciato sul dialogo programmatico con la Casa Bianca.

Il caso Bar

La Corte Suprema in sostanza ha rimandato il licenziamento di Bar e sul punto Netanyahu si difenderà con una contromemoria, con molte voci pronte a sostenere che in caso di conflitto prolungato con la magistratura ci sarebbe de facto un colpo di Stato al fine di togliere potere al premier. Il numero uno dello Shin Bet è stato licenziato per una rottura di fiducia da parte del primo ministro, ma le indagini della magistratura hanno messo tutto in stand by mentre nel Paese si assiste ad una sollevazione da più parti guidata dagli oppositori di Netanyahu.

L’ufficio di Netanyahu ha dichiarato di aver chiesto a Bar di prendere provvedimenti contro i “trasgressori della legge”, riferendosi agli attivisti che protestano contro il suo governo. Nello specifico “il primo ministro non ha mai chiesto restrizioni per alcun manifestante, ma ha fatto un’evidente richiesta al capo dello Shin Bet: adempiere al suo dovere nei confronti dei trasgressori della legge che minacciano la sua vita o la sicurezza della sua famiglia e violano il suo perimetro di sicurezza”, c’è scritto nella nota ufficiale del governo. Di contro Bar ha scritto una lunga memoria per raccontare che Netanyahu lo aveva esortato a perseguire i manifestanti antigovernativi, a politicizzare lo Shin Bet e a tentare di ritardare il suo processo per corruzione con pretesti di sicurezza.

La guerra

La questione si mescola fisiologicamente alla guerra a Gaza, ma con un rafforzamento della coalizione di governo che, seppur monca di alcuni nomi come l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, si è rafforzata spostandosi ulteriormente a destra puntando su esponenti come Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich. Israele, è la posizione di Netanyahu, “non ha altra scelta” che continuare a combattere a Gaza, e promette di non poter porre fine alla guerra prima di aver distrutto Hamas, mentre gli attacchi israeliani non si fermano. Sostiene inoltre che Hamas ha respinto l’ultima proposta di Israele di liberare metà degli ostaggi in cambio di un cessate il fuoco prolungato.

Le relazioni internazionali

La questione è parallela al fronte esterno, che vede Netanyahu impegnato sul doppio fronte commercio e Iran. Temi di cui ha discusso ieri al telefono con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump: “La chiamata è andata molto bene. Siamo dalla stessa parte su ogni questione”, ha commentato Trump sulla sua piattaforma social. Come è noto, Washington e Teheran hanno dato vita ai colloqui sul programma nucleare iraniano, prima in Oman e poi a Roma, alla presenza del Ministro degli Esteri Abbas Araghchi, l’artefice dell’accordo nucleare del 2015, mentre la delegazione statunitense era guidata dall’inviato presidenziale speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff.

Secondo la stampa americana Trump avrebbe dissuaso Israele dall’attaccare i siti nucleari iraniani al fine di far proseguire la strada della diplomazia, ma di contro Netanyahu ha detto chiaramente che se Washington insistesse con i colloqui con l’Iran, Israele non gli permetterebbe mai di sviluppare un’arma nucleare. I dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica rivelano infatti che Teheran ha arricchito l’uranio al 60%, un livello vicino al 90% necessario per produrre armi.

Magistratura e Hamas, le spine di Netanyahu (che incassa il sostegno di Trump)

Il rinnovato filo di Bibi con la Casa Bianca si intreccia al tavolo diplomatico sull’Iran, mentre il governo israeliano non cessa di combattere Hamas. Nel mezzo il caso Bar, che fa gridare al colpo di Stato perché l’entourage del primo ministro non crede che lo stop della magistratura sia casuale

Tenere la porta aperta per i Fratelli tutti. Il ricordo dell'imam Pallavicini

Compassione, discepolato ed elezione sono le caratteristiche dello stemma di Papa Francesco ma sono anche alcuni insegnamenti fondamentali del suo pontificato sia per i cristiani che per i musulmani nel mondo: avere carità e amore nella ricerca, reagire e prendere la responsabilità di seguire un’affinità spirituale e operare nella coerenza e nella speranza di realizzare una finalità superiore nella vita. La riflessione dell’imam Yahya Pallavicini, presidente Eulema, European muslim leaders council

Trump e Putin cercano un punto d'incontro sull'Ucraina. Ecco cosa sappiamo

La proposta americana, rivelata a poche ore dai colloqui di Londra, rappresenta un tentativo di congelare il conflitto ucraino. Mentre Washington e Mosca sembrano trovare un terreno comune, Kyiv continua a essere esclusa da questo dialogo

La sobrietà non sia silenzio ma dignità. Bonanni contro il logorìo del 25 aprile

Il 25 Aprile, quest’anno, si presenta sotto il segno della sobrietà, ma può e deve essere occasione di verità. Una verità scomoda, forse, per chi preferisce una memoria debole e manipolabile. Ma necessaria, soprattutto per i giovani, troppo spesso lasciati soli davanti a una storia semplificata, svuotata del suo potenziale ideale. Il commento di Raffaele Bonanni

The China track, come funziona l'ultimo stratagemma di Cina e Russia sui pagamenti

Dopo anni di tentativi andati a vuoto, la Federazione e il Dragone provano ancora una volta ad aggirare le sanzioni. Con le grandi banche della prima che chiedono l’aiuto degli istituti del secondo

India colpita davanti a Vance. Ecco il significato globale dell'attacco a Pahalgam

Le vittime civili di Pahalgam non sono solo il volto tragico della violenza, ma anche protagonisti per un messaggio indirizzato ai vertici delle democrazie globali. La sfida è chiara: o l’India e i suoi partner riusciranno a proteggere questa traiettoria di cooperazione, oppure lasceranno spazio a chi vuole riportare la regione, e il mondo, a una logica di paura, isolamento e instabilità

St Peter's, Vatican

Autorità, governo, verità. Il futuro della chiesa secondo Ippolito

Mai come adesso il futuro dell’umanità dipende dalla Verità della Chiesa, il cui senso riposa nel ripristino del primato assoluto del papa, nell’espressione universale della sua sovranità spirituale e nella consapevolezza del valore unico e assoluto che la Verità immutabile della fede cristiana detiene per la salvezza e il perfezionamento ultimo del genere umano. Il commento di Benedetto Ippolito

Gli abiti del papa, l'omaggio a Bergoglio e la sensibilità personale. La riflessione di Cristiano

Nulla ha scritto Bergoglio nel suo testamento, ma vedendolo nelle fotografie che lo riprendono con la mitria bianca e il mantello rosso in attesa dell’esposizione ai fedeli ho avuto una sensazione strana. La riflessione di Riccardo Cristiano

L'agenda di Francesco per il Papa che verrà. Gli appunti di mons. Paglia

Chiunque verrà avrà molto da fare, anche sul piano delle strutture organizzative interne alla Chiesa, senza scadere nell’autoreferenzialità. Alcuni processi avviati da Francesco devono essere portati a compimento. Chi gli succederà penso che avrà questa consapevolezza: nessuno potrà stare fuori dell’agenda dettata dal pontefice. Che poi era la stessa dei grandi accadimenti globali e internazionali. Colloquio a tutto campo con monsignor Vincenzo Paglia

Spazio, come cambia il paradigma pubblico-privato nell’era Trump 2.0

Negli Stati Uniti sta prendendo forma un nuovo paradigma strategico in ambito spaziale, fondato sull’integrazione sistemica tra capacità militari e soluzioni commerciali. La Space Force, recependo gli input politici di Washington, sta così accelerando l’affidamento di compiti strategici a soggetti privati, in un contesto in cui la rapidità, la scalabilità e la flessibilità commerciale diventano asset operativi tanto quanto i sistemi stessi. Un cambio di mentalità che potrebbe ridefinire la tradizionale dicotomia tra pubblico e privato e che impone riflessioni anche per l’Italia e per l’Europa

×

Iscriviti alla newsletter