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“Non ho paura di ammettere che non voglio perderti […] Mi state togliendo la vita”. Con le lacrime agli occhi, l’influencer Olga Buzova, 23,3 milioni di follower su Instagram, racconta in un video di sette disperati minuti il dolore che prova, non per la guerra russa in Ucraina, ma per la perdita dell’audience sul famoso social.

Ma non è stata l’unica. Sono in tanti gli utenti russi (famosi e non) che hanno pianto -letteralmente – domenica davanti al proprio cellulare in vista della chiusura di Instagram nel Paese.

Secondo i dati di Statista, Instagram ha circa 60 milioni di utenti in Russia, il che rappresenta il 40% della popolazione. Roskomnadzor, regolatore dei media in Russia, ha vietato ufficialmente Instagram venerdì e ha concesso 48 ore agli utenti per salutare la piattaforma. La decisione è arrivata dopo le mosse di Meta, che controlla Instagram e Facebook, sulla guerra in Ucraina e l’informazione contro la Russia.

“Sto scrivendo questo post adesso e piango – ha scritto Buzova -. Non credevo potesse succedere”. Il timore tra molti russi riguarda anche la perdita di migliaia di dollari che ricevono per promuovere prodotti e fare pubblicità. Gli influencer hanno pregato i propri follower di seguirli su altri social network alternativi.

“Instagram non è solo immagini – ha scritto l’influencer russa Nastya Ivleeva insieme alla foto di una colomba bianca -. È anche fonte di lavoro e opportunità per partecipare a buone azioni”. Il quotidiano The Washington Post sottolinea come centinaia di piccole e medie imprese russe, da officine per auto a negozi di tatuaggi e organizzazioni di beneficenza, lamentano la chiusura di Instagram, mezzo di pubblicità per il proprio business. In un altro post, Ivleeva – 19,8 milioni di follower – ha scritto: “Sei anni di creatività, ispirazione, motivazione, scoperta, successi e successi stanno volando direttamente all’inferno”.

Ma c’è chi, anche facendo un dramma, trova alternative. Oksana Samoylova, influencer russa con 15,2 milioni di follower su Instagram, ha detto di essere rimasta sveglia fino alle 3:30 del mattino per scrivere post su Telegram, sentendosi molto più libera di quanto lo era su Instagram per colpa delle regole della piattaforma: “Presto conoscerai il mio alter ego. Anzi, non è il mio alter ego, sono io in realtà, mi conoscerete molto più da vicino, perché lì posso essere più aperta”. Da venerdì, molti influencer russi stanno pubblicando codici QR per fare accedere gli utenti a Telegram, piattaforma nata in Russia e che offre una (finta) idea di libertà e sicurezza.

“Immagina che ti abbiano appena licenziato dal tuo lavoro e non puoi percepire alcun stipendio, ma allo stesso tempo devi spendere per la tua famiglia, per il tuo team di collaboratori, e non c’è nulla da fare”. Con queste parole Karina Nigay, influencer di moda, con 2,9 milioni di seguaci, ha descritto la sua situazione. Una crisi che lei però pensa di risolvere scommettendo sui marchi russi e pubblicando sulla piattaforma “Russogram”.

Un utente dall’Ucraina ha risposto al post: “Pensa, questi sono i tuoi problemi, io invece sento le sirene per i bombardamenti”.

 

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Un post condiviso da Ольга Бузова (@buzova86)

Il pianto degli influencer russi. Non per la guerra, per l'addio a Instagram

“Mi state togliendo la vita”. Le lacrime di alcuni utenti russi, con milioni di follower, sono per la chiusura della piattaforma, non per i morti in Ucraina. E tra i singhiozzi invitano i seguaci a spostarsi sui social alternativi, Telegram in testa

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