Skip to main content

Un piano a prova di Russia e di guerra. L’Europa travolta dall’inflazione e dagli effetti devastanti della guerra in Ucraina prova a mettersi l’armatura e getta le basi per un futuro sganciamento dal gas di Mosca. Non sarà una missione facile, sono decenni che il Vecchio Continente importa energia dall’ex Urss. E non tutti i Paesi lo fanno allo stesso modo.

C’è chi, come l’Austria, dipende quasi in tutto e per tutto dal gas russo e chi può anche farne a meno, almeno in parte, come la Francia, grazie all’elevato numero di centrali nucleari. E l’Italia? Se, come ha detto il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, entro due anni e mezzo l’Italia potrà essere indipendente dal gas della Russia, allora c’è da essere più che euforici. Oggi il Paese importa energia per circa l’8o%, con tutte le conseguenze in bolletta del caso.

Insomma, l’Europa cerca di ballare da sola, senza la presenza ingombrante della Russia. E i primi a volerlo sono Ursula Von der Leyen e Mario Draghi, che nei giorni scorsi hanno messo la firma su un piano che, almeno a livello politico, ha ricevuto il via libera di Bruxelles. La manovra d’emergenza sull’energia si muoverà su tre direttrici. La diversificazione degli approvvigionamenti fuori dalla Russia è la più immediata, ricorrendo a fornitori affidabili, a un maggiore ricorso al gnl, e ai gasdotti alternativi a quelli sotto il controllo di Mosca.

C’è poi il programma di repowering, che prevede maggiori investimenti verso le rinnovabili e l’accelerazione del Green deal. Migliorare l’efficienza energetica è il terzo pilastro: riguarda gli edifici, i processi industriali e l’intelligenza artificiale. Bruxelles guarda anche alla protezione dei consumatori dall’inarrestabile ascesa dei prezzi.

La stessa Von der Leyen ha ricordato che che il mix energetico europeo vede ancora “una grande quota di gas, carbone e petrolio. Dobbiamo ampliare la lei rinnovabili, ma questo vuol dire cambiare radicalmente il nostro mercato”. Draghi, da parte sua, ha confermato che la priorità del governo è tutelare la sicurezza energetica di famiglie e imprese, ricordando i colloqui di questi giorni con i Paesi che potrebbero fornire all’Italia il gas alternativo a quello russo.

La domanda che tutti si fanno però è un’altra. E cioè, al netto delle buone intenzioni, è possibile davvero immaginare un’Europa libera dal gas russo? Secondo Alberto Clò, ex ministro dell’Industria (governo Dini) e animatore di Rivista Energia, la risposta è assolutamente no. “Mettiamoci l’anima in pace, non si può essere indipendenti dal gas russo, parlo dell’Italia ma anche dell’Europa in generale. Si può fare qualcosa con le rinnovabili ma un completo sganciamento non è pensabile. E non mi risulta che siano ancora state inventate automobili che vanno a vento”, mette in chiaro Clò.

“In Europa”, prosegue Clò, “c’è una scarsità sostanziale di metano, non c’è sufficiente capacità, chi profetizza l’indipendenza dalla Russia non sa di cosa parla, è fuori dalla realtà. Ci sono fior di simulazioni che smentiscono questa prospettiva. Qualcuno spieghi perché la Germania ha fatto dietrofront sul nucleare, solo dopo pochi giorni aver annunciato lo smantellamento delle centrali. Il cancelliere Olaf Scholz è impazzito? No, è realista e sa che la Germania come l’Europa non può fare a meno del gas russo. Siamo destinati a dipendere dalla Russia, mettiamocelo in testa. Ho sentito dire che l’Italia potrebbe essere libera dalle forniture di Mosca entro due anni e mezzo. Non è così, glielo assicuro”.

Un'Europa libera dal gas russo? Clò non ci crede

Prende corpo la strategia europea per sganciarsi da Mosca e il suo gas. Ma qualcosa non torna. L’economista ed ex ministro Clò: chi profetizza l’Unione indipendente dalla Russia non sa di cosa parla. E se la Germania si rimangia la parola sul nucleare non è certo perché Scholz è impazzito

Marco Damilano, Ezio Mauro, Carlo De Benedetti, Luigi Vicinanza, Bruno Manfellotto

Cosa c'è dietro la vendita de L'Espresso

Un’operazione che era in ballo da almeno un anno. Un giornalista che ha lavorato nel gruppo per molti anni racconta la scelta degli Elkann di cedere la testata a Danilo Iervolino, patron della Salernitana e fondatore dell’università telematica Pegaso

Ciao Stefano, il saluto di Formiche a un grande giornalista

Il cordoglio e il saluto della redazione di Formiche.net a Stefano Vespa, giornalista rigoroso mancato questa notte a Roma

Si riapre il bando per il 5G della Polizia. Ecco perché

Dopo la proposta di aggiudicazione provvisoria a Telecom Italia e i ricorsi delle altre aziende, il Consiglio di Stato decide la riammissione di Vodafone e WindTre-Fastweb. La gara riparte da zero

Rischio guerra nucleare? L’Italia aggiorna il piano sicurezza

“Riparo al chiuso” e “iodoprofilassi” sono le prime misure che il nostro Paese prenderebbe in caso di incidente a una centrale al fine di “ridurre l’esposizione a radiazioni ionizzanti”. Ecco tutti i dettagli contenuti nella bozza di decreto

Ucraina, perché Putin non può fermarsi

Il generale Carlo Jean: Putin non può permettersi di perdere in Ucraina, o perderà tutto il resto. Difficile evitare il bagno di sangue, Mosca ripete il playbook ceceno e siriano

Cina mediatrice tra Russia e Ucraina? Non così in fretta!

Di Francesca Ghiretti

Legittimo e necessario cercare di sfruttare la connessione tra Pechino e Mosca per risolvere la crisi. Ma questo approccio ha due limiti. L’intervento di Francesca Ghiretti, analista del centro studi Merics di Berlino

Perché Xi (non) seguirà Putin. Parla Kupchan

Intervista a Charles Kupchan, senior fellow del Council on Foreign Relations. La Cina farà scudo a Putin ma porrà delle condizioni, il disordine globale è un problema per Xi e i suoi piani. Taiwan? Rischia meno di Kiev, lì Biden interverrebbe. Il decoupling si può fare con Mosca, con Pechino no

Senza gas russo? Sfida difficile, ma si può vincere prima dell’inverno

Di Diego Gavagnin e Vittorio D’Ermo

Vengono prospettate ipotesi particolarmente allarmanti, sulla possibilità per il nostro Paese di poter fare a meno del gas russo prima del prossimo inverno, quando i consumi aumentano di circa un terzo rispetto agli altri mesi. Ecco dove trovare altre forniture per staccarci il prima possibile da Mosca

L'Europa e lo spettro della stagflazione nei report Citi e Credit Suisse

Se la guerra in Ucraina non dovesse fermarsi, gli economisti della banca d’affari elvetica sono pronti a scommettere su un aumento dei prezzi a fronte di una crescita anemica. E non solo loro. Un guaio per imprese e famiglie, la cui ricchezza non sarebbe sufficiente a soddisfare le spese

×

Iscriviti alla newsletter