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Un combattimento quasi corpo a corpo, fino all’ultimo creditore. La calda estate di Evergrande, raccontata nei giorni scorsi da Formiche.net, è appena cominciata. Il primo atto è la citazione presso il tribunale di Hong Kong del gruppo indebitato per 300 miliardi di dollari, da parte di un creditore decisamente poco contento.

Nei giorni scorsi, un investitore molto esposto con Evergrande ha presentato presso il tribunale di Hong Kong un’istanza per chiedere la liquidazione di parte degli asset del gruppo, al fine di ricevere il dovuto. Si tratta del primo, vero passo legale verso la società da parte di un creditore di un certo peso. Secondo Reuters si tratterebbe della holding di investimenti Top Shine, molto nota sulla piazza di Hong Kong. La prima udienza dovrebbe tenersi entro il prossimo 31 agosto.

Il panico deve aver fatto la sua comparsa ai piani alti di Evergrande dal momento che, come racconta la stessa Reuters, i vertici del gruppo si starebbero affannando a contattare i creditori offshore, al fine di assicurarsi un eventuale sostegno per combattere la causa a Hong Kong. In altre parole, Evergrande vorrebbe evitare la class action e concentrarsi solo su un singolo scontro legale. E poi, in vista del piano industriale che la stessa società immobiliare deve riuscire a portare in aula una qualche forma di fiducia dei creditori verso la medesima strategia.

Dalla quale dipende il futuro del gruppo e degli stessi creditori. Entro la fine di luglio il colosso immobiliare potrebbe alzare il velo su quel piano di ristrutturazione che scongiurerebbe il delisting. Le azioni di Evergrande sono state sospese dalle negoziazioni dal 21 marzo, giorno in cui il gruppo non è stato in grado di fornire i risultati finanziari in tempo e la sua controllata Evergrande Property Services Group aveva avviato un’indagine su come le banche hanno sequestrato 13,4 miliardi di yuan (2,1 miliardi di dollari) in depositi che erano stati impegnati come garanzia.

Ora, Evergrande dovrà soddisfare una serie di condizioni, tra cui la pubblicazione di un’indagine indipendente sulla sua controllata relativa ai servizi immobiliari e la dimostrazione di disporre di risorse sufficienti per operare sul mercato. E, ovviamente, un piano di ristrutturazione credibile. Il mancato rispetto dei requisiti comporterebbe la rimozione dal listino. E allora sì che sarebbe la fine.

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