Skip to main content

“Un agente di intelligenza artificiale che collega pensieri e azioni: non si limita a pensare, ma fornisce risultati”. In una sola parola: Manus, il nuovo chatbot sviluppato dalla startup Monica che arriva dalla Cina. La sua uscita arriva sulla scia a quella di DeepSeek con cui, nonostante quest’ultimo sia più avanzato e meglio sviluppato, ha una serie di elementi in comune. Tra tutti, il più importante è la sua natura open source. Manus si serve di una serie di modelli di IA già oliati, come Claude di Anthropic e Qwen di Alibaba. E la sua peculiarità principale è l’autonomia. Mentre i rivali richiedono delle istruzioni dettagliate, che le possano guidare passo passo prima di procedere, Manus agisce da solo. Un collaboratore virtuale a tutti gli effetti.

Come svelato nel video di presentazione, questo strumento è in grado di sostituirsi all’uomo in alcune funzioni come la programmazione di un viaggio o di un videogioco, individuare un alloggio a seconda del proprio budget e dell’area in cui lo si cerca, effettuare transazioni finanziarie, passare in esamina i curriculum vitae. “Manus eccelle in vari compiti lavorativi e quotidiani, completando tutto mentre ti riposi”, si sente nel filmato. L’arrivo dell’ultimo chatbot made in China è stato accolto in pompa magna, tanto da venir definito come “l’orgoglio dei prodotti nazionali”. Accessibile solo su invito, il server ha raggiunto già più di 138.000 membri, con i codici che si vendono a migliaia di dollari sull’app cinese Xianyu.

Non tutti sono però soddisfatti. Alcuni utenti hanno segnalato messaggi di errore mentre altri hanno riscontrato la mancanza di informazioni anche piuttosto semplici da raccogliere su Internet. La piattaforma Tech Crunch non è ad esempio riuscita a ordinare un panino o a prenotare un volo aereo, poiché il sito si bloccava. Quando si tratta di svolgere operazioni più complesse e delicate, come quelle legate agli investimenti finanziari, il rischio è di andare incontro al caos. Per di più restano i soliti problemi legati alla privacy degli utenti, visto che Manus può accedere ai server da remoto.

Una sottolineatura di come, rispetto a DeepSeek, Manus abbia ancora molta strada da compiere prima di essere un chatbot di tutto rispetto. “Come piccolo team, il nostro obiettivo è continuare a migliorarlo e creare agenti di IA che aiutino effettivamente gli utenti a risolvere i problemi”, si giustificano dall’azienda. “Lo scopo principale dell’attuale closed beta è di sottoporre a stress test varie parti del sistema e identificare i problemi. Apprezziamo profondamente le preziose intuizioni condivise da tutti”.

Tuttavia, è il messaggio che lancia a essere importante. Nonostante le restrizioni tecnologiche degli Stati Uniti, la Cina riesce a sviluppare nuovi prodotti con le poche risorse che possiede, continuando a lanciare sfide alle aziende americane. “Non è solo un altro chatbot o un flusso di lavoro, è un agente completamente autonomo che colma il divario tra concezione ed esecuzione”, ha spiegato il responsabile della ricerca Yichao Peak Ji. “Lo consideriamo il prossimo paradigma della collaborazione uomo-macchina e potenzialmente uno scorcio dell’IA generale”. Al momento non è ancora così, dati i limiti che ancora presenta. Ma una volta perfezionati, la considerazione potrebbe cambiare.

Cina blockchain Nft

La Cina lancia il suo ultimo chatbot. Ma non è (ancora) rivoluzionario

Sulla scia di DeepSeek, Pechino svela Manus, un nuovo agente IA open source. La descrizione con cui è stato presentato parla di uno strumento che “eccelle in vari compiti lavorativi e quotidiani, completando tutto mentre ti riposi”. Si dovrebbe sostituire all’uomo, ma l’obiettivo è ancora lontano. Prima vanno perfezionati i limiti che presenta e, solo successivamente, può rappresentare un’alternativa a quelli già esistenti

Cosa contiene lo scudo democratico di Calenda contro le ingerenze straniere

Azione ha presentato la proposta di legge per contrastare ingerenze straniere e disinformazione, coinvolgendo Agcom, esperti e intelligence. Prevede misure straordinarie per proteggere il processo elettorale, sanzioni per finanziamenti illeciti e obblighi per le piattaforme digitali, con l’obiettivo di tutelare la democrazia e la fiducia dei cittadini

Guerra e diplomazia. L'attacco su Mosca anticipa il vertice in Arabia

L’Ucraina attacca la capitale russa nella notte, causando incendi e deviazioni di voli. L’offensiva arriva alla vigilia di un incontro diplomatico cruciale in Arabia Saudita tra Stati Uniti e Ucraina, con Zelensky che propone (tra le altre cose) una tregua sugli attacchi alle città

Alla Bce cade il muro degli asset russi. E i frugali vanno in pressing

Il potenziale disimpegno americano sia dall’Ucraina, sia dalla difesa europea, ha sparigliato le carte e spinto alcuni Paesi a chiedere l’immediato smobilizzo dei fondi congelati a Mosca. E anche la Bce vacilla

Dalla pace alla difesa comune. Cosa ha detto von der Leyen (citando De Gasperi)

I singoli Stati membri potrebbero mobilitare fino a 650 miliardi di euro nei prossimi 4 anni, aggiungendo l’1,5% del Pil ai loro bilanci della difesa in 4 anni. Il Consiglio europeo ha aperto a un nuovo strumento finanziario, che sarà chiamato Safe (Security Action for Europe), e che darà agli Stati membri fino a 150 miliardi in prestiti, da investire seguendo alcuni principi di base

Se Ocalan salva la Siria dallo schema dei colonialisti. L'analisi di Cristiano

È certamente presto per parlare di “passi avanti”: la situazione è difficilissima e gli attori sono tutti leader militari. Ma un  passo è stato fatto, almeno oggi è così: il passo grande è rompere le gabbie comunitarie anche per il bene delle comunità, che devono tornare ad essere una ricchezza culturale e spirituale, non delle trincee

Al Centro non servono leader ma un progetto. La versione di Merlo

Più che sulla disputa sui federatori – che crescono come funghi nella coalizione di sinistra e progressista – la riflessione va concentrata sul profilo culturale e sulla progettualità politica che il centro riesce a dispregiare nelle due coalizioni. L’intervento di Giorgio Merlo

L’industria della difesa europea cresce, ma i legami con gli Usa restano. I dati Sipri

Le instabilità geopolitiche fanno crescere ancora il mercato globale della difesa, ma i cambiamenti dell’ultimo periodo stanno ridisegnando in molti settori le mappe dell’import-export militare. Per il proprio riarmo, spinto anche dalla nuova linea dura di Trump, l’Europa si affida ancora al settore Usa, ma crescono le preoccupazioni sui possibili risvolti delle decisioni Usa di tagliare gli aiuti al Kiev. Intanto, la Russia vede crollare le proprie vendite di armamenti mentre l’Italia si posiziona al sesto posto tra gli esportatori mondiali, puntando soprattutto sul Medio Oriente

Sulla Difesa europea il Pd è isolato. I riformisti si facciano sentire. Parla Parisi

Quella della segretaria del Pd Elly Schlein sulla difesa europea è una posizione “in contrasto con la linea di condotta prevalente non solo nella sinistra democratica ma in Europa”. I riformisti “traducano la loro voce in un voto conseguente e palese senza paura di apparire minoranza”. E i rapporti con gli Usa? Sono un patrimonio nonostante Trump. Intervista ad Arturo Parisi

Intelligence sharing in Europa. Cosa si dice a Berlino e Londra

La sospensione della condivisione di informazioni da parte di Washington con Kyiv ha riacceso il dibattito sull’autonomia strategica dell’Europa. Dalla Germania arriva la proposta di una rete europea, mentre nel Regno Unito circola l’idea di un’alleanza Four Eyes senza gli Stati Uniti

×

Iscriviti alla newsletter