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Il governo britannico ha introdotto sanzioni rivolte all’intero Gru, il servizio di intelligence militare russo, insieme a undici suoi ufficiali. La notizia è frutto dell’evoluzione conclusiva dei fatti, risalenti a sette anni fa a Salisbury, quando un’operazione sotto copertura del Cremlino ha portato l’agente nervino Novichok nelle vie di una città inglese. E che oggi, grazie al Dawn Sturgess Inquiry Report, viene ricostruito come un caso di scuola di guerra ibrida condotta da Mosca in Europa.

Il rapporto Sturgess

Il documento pubblicato il 4 dicembre rappresenta una delle analisi più dettagliate mai condotte su un’operazione clandestina russa in Occidente e stabilisce in modo chiaro che la Russia possiede, sviluppa e utilizza Novichok, contravvenendo alle norme internazionali, e che l’arma chimica impiegata nei due eventi (Salisbury e Amesbury) proveniva dallo stesso lotto e dalla stessa catena logistica del Gru. Il livello di purezza della sostanza, superiore al 97%, indica, secondo l’Inquiry, una produzione industriale controllata da uno Stato.

Il rapporto conferma inoltre che Petrov, Boshirov e Fedotov, gli uomini che avevano viaggiato sotto falsa identità, erano ufficiali del Gru incaricati di condurre un’operazione diretta contro l’ex agente Sergei Skripal. Il quadro ricostruito pubblicamente è già di per sé estremamente rilevante e critico, ma a renderlo definitivo è il materiale classificato analizzato nelle sessioni chiuse dell’inchiesta, che ha consentito al Regno Unito di affermare nero su bianco che l’operazione fu autorizzata personalmente da Vladimir Putin. Il passaggio è chiaro: indica una catena di comando verticale che collega un attacco chimico sul suolo britannico alla massima autorità politica russa.

Dawn Sturgess

L’utilizzo del Novichok colpisce Skripal, sua figlia e il poliziotto Nick Bailey. Il flacone contaminato, rimasto nell’ambiente a distanza di mesi, raggiunge poi,inconsapevolmente, Dawn Sturgess e il suo compagno Charlie Rowley. La donna morirà l’8 luglio 2018 per arresto cardiaco e danno cerebrale irreversibile, come documentato nel rapporto ufficiale, che ne ricostruisce anche la vita, le fragilità e la totale estraneità ai fatti.

Ed è proprio la morte di Sturgess a dare oggi la cornice politica alle nuove sanzioni. Non è più solo un caso di spionaggio, ma un atto ostile che ha prodotto una vittima civile sul territorio del Regno Unito.

Le sanzioni Uk

Londra decide di colpire l’intero Gru, oltre ai singoli ufficiali, ufficializzando il Gru come vero e proprio strumento ostile di una potenza nemica, piuttosto che come attore del grande gioco. Oltre all’apparato, vengono designati undici ufficiali coinvolti sia nelle operazioni coperte in Europa sia in attività clandestine in Ucraina.

La narrazione governativa intende “sradicare la rete di spionaggio perniciosa”, “contrastare un’aggressione despicable”, “sventare l’attività ibrida russa”. I toni sono questa volta accompagnati da un aumento significativo della capacità legale: più margini di manovra per la confisca di beni, più strumenti per interrompere operazioni clandestine, maggiore cooperazione con l’intelligence alleata.

È un passo che mette formalmente il Gru nella categoria degli attori ostili di lungo periodo, da trattare alla stregua di un’organizzazione criminale transnazionale o terroristica, per l’ampiezza del repertorio operativo asimmetrico che comprende disinformazione, cyberattacchi, uso di proxy criminali, operazioni coperte, piani di attentati in Ucraina e attacchi chimici.

Il legame con il caso americano del 2016

La scelta britannica si lega a doppio filo alle indagini del Dipartimento di Giustizia statunitense riguardanti l’attacco informatico al Partito democratico del 2016. La ricostruzione giudiziaria statunitense introduce elementi cruciali che completano la cornice europea: Unità 26165 e 74455 del Gru conducono da anni una campagna sistematica di hacking contro Dnc, Dccc e membri della campagna Clinton. Gli ufficiali rubano credenziali, installano malware e monitorano le attività interne dei server americani, poi creano le identità digitali “DCLeaks” e “Guccifer 2.0” per diffondere i materiali rubati spacciandosi per “hacktivisti americani”. Infine, pagano server e domini attraverso criptovalute, per mascherare la provenienza dei fondi e coordinano l’operazione per massimizzare l’impatto politico e per ampliare fratture interne e polarizzazione sociale, come chiarito dallo stesso Deputy Attorney General Rosenstein.

Dalle ricostruzioni si evince come il Gru si muova come un unico attore globale, con una strategia integrata che spazia da Salisbury alle elezioni americane, passando per operazioni clandestine in Europa e in Ucraina. Le operazioni coperte non sono episodi occasionali, ma parte di un modello strategico strutturato e con effetti programmati a lungo termine.

L’azione di Londra

Il tempismo delle sanzioni segnala la volontà inglese di rafforzare la postura nazionale, mandando un segnale agli Alleati atlantici, occidentali ed europei. Le sanzioni creano un attrito preventivo che vuole produrre, attraverso un’azione di contenimento strategico, un aumento dei costi e degli ostacoli operativi per Mosca e per le cellule del Gru, che operano nello spazio occidentale – digitale, fisico e politico – come un unico teatro operativo legittimo.

Operazioni ibride e attentati sul suolo europeo. Il Regno Unito sanziona il Gru

Londra impone sanzioni all’intero Gru, il servizio di intelligence militare di Mosca, e a undici suoi ufficiali. La decisione segue il Dawn Sturgess Inquiry Report, che ricostruisce con materiali classificati l’operazione al Novichok del 2018 a Salisbury e attribuisce in modo diretto la catena di comando fino a Vladimir Putin

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