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C’è il rischio che il nome di Friedrich Merz, eletto al vertice della Cdu con un quasi plebiscito, porti in grembo una visione meno solidaristica e più industriale per l’Ue (e per quei Paesi finanziariamente in maggiore difficoltà, come l’Italia)? Già nel governo guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz è salita, prepotente, la fazione più incline all’austerity grazie al ministro delle finanze liberale. Ora con la guida del partito affidata a Merz si apre la possibilità che la scuola Schaeuble torni in auge, in un momento di crisi grave quasi come il 2012.

Da dove proviene Merz

Alla terza corsa l’ha spuntata: prima era stato indicato come possibile capo del partito dopo il passo indietro della cancelliera Angela Merkel, ma poi fu eletta Annegret Kramp-Karrembauer, che però ha deluso. In seguito si fece il suo nome come possibile ministro. Generalmente una buona fetta della Cdu e del mondo delle imprese lo sostiene in una chiave industriale: è stato definito come “l’acerrimo rivale di Angela Merkel” e nel recente passato si è distinto per un’opposizione forte alle policies merkeliane, partendo da uno status di reazionario moderno, anche se il suo curriculum racconta di un uomo d’affari di matrice conservatrice.

Originario di una zona rurale dello stato più popoloso della Germania, il Nord Reno-Westfalia, è nel partito da quando aveva appena 17 anni, per poi essere parlamentare al Bundestag e nel Consiglio economico della Cdu. Ma il pezzo forte della sua storia è il legame solido con il mondo industriale ed economico, dove ha prestato la propria opera in realtà di peso come Blackrock, la banca privata HSBC Trinkaus e lo studio legale Mayer Brown. Tre esperienze che gli hanno attirato numerose critiche, accanto però alla consapevolezza di una personalità forte e decisa. Ciò che l’industria teutonica pensa sia utile per gestire l’anno zero del post merkelismo e lo dimostra anche la percentuale bulgara di consensi per Merz, il 95%.

Nuove veste tattica?

Da sempre Merz si è caratterizzato per spunti di politica economica diversi da quelli applicati dall’Ue negli ultimi anni. Sono pubbliche le sue prese di posizione inclini alla semplificazione del sistema fiscale, anche allo scopo di attirare ancora più investimenti in terra tedesca, oltre che alleggerire la realtà delle Pmi: meno tasse e meno sussidi.

Dal punto di vista strettamente politico ha annunciato di avere una missione prioritaria: riconciliare il partito con se stesso, per questa ragione probabilmente punterà ad aggiornare la sua classica icona di liberale anche perché dovrà fronteggiare il tema sociale, esploso prepotentemente in tutti i paesi come prima conseguenza della pandemia. Il 66enne ha un vantaggio tattico che si chiama opposizione, dove si troverà per i prossimi tre anni nel Bundestag: da lì punterà ad attirare quei voti dei più giovani che si sono diretti nelle ultime elezioni verso i liberali di FDP e i Verdi.

Usa & Russia

Circa la visione sugli esteri, in un momento complicatissimo per via del caso Ucraina che tocca le relazioni tra Germania, Russia e Usa, ha pungolato il neo cancelliere Scholz, sostenendo che dovrebbe prendere una linea più dura sulle ambizioni della Russia in Ucraina. È un atlantista convinto e anche sostenitore del blocco economico e geopolitico da applicare ai big players. Con gli Usa ha un rapporto privilegiato, come dimostrano i numerosissimi viaggi che vi ha effettuato negli ultimi due lustri. Sarà interessante valutare come questa relazione potrà influenzare le partite geopolitiche che toccano il ruolo centrale di Berlino, come quella sull’energia e gli altri partiti (come la Lega). 

Merz, nel dopo Merkel arriva un amico del mercato e nemico di Putin

Blackrock, HSBC Trinkaus e lo studio legale Mayer Brown: tre esperienze che gli hanno attirato numerose critiche, accanto però alla consapevolezza di una personalità forte e decisa. Ciò che l’industria teutonica pensa sia utile per gestire l’anno zero del post merkelismo

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