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“Se si elimina TikTok, Facebook e Zuckerschmuck (un prodotto per il diabete, ndr) raddoppieranno il loro business. Non voglio che Facebook, che ha barato alle ultime elezioni, vada meglio. Sono un vero nemico del popolo!”. Donald Trump ci ha abituato a voltafaccia di ogni genere, ma l’ultimo lanciato sul suo Truth Social è piuttosto clamoroso. Dopo aver dichiarato guerra a TikTok durante la sua presidenza, il tycoon adesso cambia obiettivo e si scaglia contro la piattaforma di Mark Zuckerberg, tra le prime a bannarlo dopo l’assalto a Capitol Hill. Lo fa ribadendo un concetto più volte espresso – le elezioni rubate – dimenticandosi tuttavia quanto il social cinese rimanga una vera e propria minaccia alla sicurezza per l’America.

La storia è arcinota, ma forse è meglio ripercorrerla per comprendere quanto affermato da Trump. Nel luglio del 2020, qualche mese prima di perdere la Casa Bianca, aveva minacciato di bandire TikTok dagli Stati Uniti. Neanche la possibilità di cedere la maggioranza delle quote a Microsoft sarebbe stata sufficiente. Il mese dopo aveva cambiato idea, affermando che se l’azienda di Bytedance avesse voluto continuare a operare sul suolo americano avrebbe dovuto vendere le proprie azioni a una società statunitense, versando al Dipartimento di Stato una parte economica “sostanziale” derivante dall’accordo.

Il 6 agosto, il presidente repubblicano varava l’ordine esecutivo 13942, con cui decretava tutto questo invocando anche l’emergenza nazionale. Tanto che TikTok lo ha portato in tribunale.

Il problema di Trump è che oltre alle minacce non si è mai spinto oltre, abbaiando senza tuttavia mai mordere davvero. Il risultato è che ancora oggi, con un’amministrazione di colore opposto, Stati Uniti e TikTok sono in trattative per raggiungere un accordo che vada bene ad entrambi.

Proprio giovedì, un comitato della Camera ha votato all’unanimità (cinquanta voti a zero) la promozione di un disegno di legge sulla sicurezza nazionale che imporrebbe a Bydance di vendere entro 165 giorni. A sostenerlo, scrive Axios, è anche la Casa Bianca che ha lavorato a stretto contatto con il gruppo, mentre in passato non aveva mai approvato niente di simile. Il conservatore Mike Gallagher, a capo del comitato sulla Cina, ha spiegato come “sarebbe saggio se il presidente si concentrasse su ciò che possiamo fare insieme – come repubblicani, come democratici, come americani – per resistere alla crescente aggressione comunista”.

Non è detto che basti l’appoggio di Biden. Sebbene la maggior parte della politica è concorde, rimane comunque una mossa antipopolare, specialmente per la generazione più giovane. E questo lo sanno tutti, compresa TikTok che ha chiesto ai propri utenti di contattare il proprio rappresentante per chiedergli di non votare il disegno di legge. A conferma di come il braccio di ferro sia ancora in corso, nonostante Trump abbia un nuovo nemico.

Trump ci ripensa su TikTok. Ora la minaccia sono Facebook e Zuckerschmuck

L’ex presidente americano era stato il pioniere della lotta al social cinese. Ma ha cambiato obiettivo, prendendosela con il proprietario di Meta, il cui cognome è stato storpiato negativamente. Congresso e Casa Bianca tirano però dritti e sono pronti a varare un disegno di legge con cui la piattaforma di ByteDance dovrà vendere le quote entro pochi mesi

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