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Un botta e risposta tra Dmitri Rogozin, capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, e il fondatore e amministratore delegato di SpaceX, Elon Musk. Il numero uno dello spazio di Mosca, nonché ex vice premier russo, ha accusato Musk e il Pentagono di aver fornito l’accesso a Internet al battaglione Azov, grazie alla costellazione di satelliti Starlink. In risposta, dopo aver rilanciato le dichiarazioni di Rogozin, un tweet è comparso sul profilo di Musk: “Se muoio in circostanze misteriose è stato bello conoscervi”.

Le accuse del capo di Roscosmos

La denuncia di Rogozin sarebbe partita dal suo canale Telegram, e farebbe riferimento in particolare ad alcune attrezzature di terra della costellazione Starlink che sarebbero “state consegnate al battaglione Azov e ai marines a Mariupol con elicotteri militari”. L’informazione, secondo le fonti russe, sarebbe stata ottenuta sulla base di una testimonianza del comandante della 36esima brigata dei marines delle Forze armate ucraine catturato dai russi. “Secondo le nostre informazioni, la consegna e il trasferimento alle forze armate dell’Ucraina dei terminali Internet per la ricezione e la trasmissione da Starlink è stata effettuata dal Pentagono”, ha aggiunto ancora Rogozin. Il numero uno dell’Agenzia spaziale russa ha poi rincarato la dose e alzato i toni, “Elon Musk, quindi, è coinvolto nel rifornire le forze fasciste in Ucraina con equipaggiamento per le comunicazioni e per questo sarà considerato responsabile come un adulto, non importa quanto giochi a fare lo stupido”.

La risposta di Musk

Alle accuse mosse da Rogozin, il ceo di SpaceX ha risposto che “la parola nazista non significa quello che dovrebbe”, per poi scherzare in un tweet successivo proprio sulla propria morte in circostanze anomale. Che voglia essere un’accusa al modus operandi russo adottato nei confronti dei dissidenti del Cremlino? Non è ancora chiaro, ma sicuramente il black humor di Musk non è piaciuto a sua madre, Mayne Musk, che ha risposto al tweet scrivendo: “Non è divertente”. Non è mancata la pronta risposta del miliardario sudafricano, che ha continuato sulla strada dell’ironia “Scusa! Farò del mio meglio per rimanere vivo”.

La campagna social di Rogozin

Da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina il capo del programma spaziale russo ha portato avanti una campagna di propaganda a favore del presidente Putin, prendendo di mira più volte gli Stati Uniti e i loro alleati, come in questa occasione. La sua posizione appare chiara, a partire dalle diverse dichiarazioni che hanno posto fine alla collaborazione di Mosca con la Iss (la stazione spaziale internazionale), fino alla sospensione dei progetti congiunti nello spazio con i Paesi occidentali. Tra gli ultimi tweet di Rogozin l’appello a “sconfiggere il nemico ucraino economicamente e militarmente più potente con mezzi militari convenzionali”, escludendo il ricorso al nucleare, dal momento che “le conseguenze minerebbero tutto il pianeta”. “Tale vittoria è possibile con la piena solidarietà dell’intero Paese con l’esercito, con la mobilitazione dell’economia statale, con il trasferimento del complesso militare-industriale e dei relativi settori industriali della Russia su base militare. E questo deve essere fatto immediatamente e rapidamente”, ha aggiunto il direttore generale di Roscomos.

 

Roscosmos contro Space X. Botta e risposta tra Musk e Rogozin

Battaglia a suon di tweet tra il fondatore di SpaceX, Elon Musk e il capo dell’agenzia spaziale russa, Dmitri Rogozin, che ha accusato il miliardario sudafricano di essere stato complice del Pentagono nella fornitura di comunicazioni militari alle forze ucraine, e in particolare al battaglione Azov, e che “ne dovrà rispondere”. “Se muoio in circostanze misteriose è stato bello conoscervi”, è stata la sferzante risposta di Musk

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