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Mercoledì 11 maggio: Mario Parente, direttore dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna). Giovedì 12 maggio: Carlo Fuortes, amministratore delegato della Rai. Mercoledì 18 maggio: Giacomo Lasorella, presidente dell’AgCom. Con le audizioni di questi tre soggetti il Copasir ha deciso di accendere un faro sulla presenza di opinionisti stranieri nei talk show italiani. Non ci sarebbe soltanto il giornalismo o il caso: potrebbe essere “un’operazione di disinformazione organizzata e pensata a monte da uomini del governo russo”, spiega Repubblica.

Il quotidiano aggiunge che “il sospetto non nasce per caso ma da una serie di circostanze emerse nel corso delle ultime audizioni”. L’ultimo audito è stato, martedì 3 maggio, Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise (Agenzia informazioni per la sicurezza esterna). Prima ancora era stato sentito, giovedì 28 aprile, Lorenzo Guerini, ministro della Difesa.

“Nelle nostre relazioni il Copasir ha denunciato come la macchina della propaganda agisca anche nel nostro Paese e ora stiamo svolgendo un accertamento con i direttori dell’intelligence e altre istituzioni che devono essere consapevoli di ciò che abbiamo acquisito sulla disinformazione”, ha spiegato Adolfo Urso, presidente del Copasir e senatore di Fratelli d’Italia, al programma 24 mattino su Radio 24. “La disinformazione russa”, ha osservato ancora, “opera anche attraverso spionaggio, assunzioni in aziende russe, campagne e fake news. Dobbiamo quindi accertare che l’informazione sia libera da questa opera sistematica di ingerenza straniera, che arriva dal Cremlino, ma non solo: ci hanno fatto credere che il vaccino Sputnik fosse efficace e che quello cinese fosse il migliore del mondo quando la realtà era ben diversa”.

“C’è il caso di Nadana Fridirkhson, presenza fissa in alcuni programmi (è stata recentemente a Carta Bianca), che lavora per la tv del ministero della Difesa russa”, scrive Repubblica. Ma sono arrivate dai nostri Servizi informazioni dello stesso tipo per almeno altre tre persone”, aggiunge.

Il punto non è il contraddittorio, come è emerse nel corso degli incontri al Copasir. Riguarda la propaganda. Si parte dalle parole di Josep Borrell, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che spiegando le ragioni del bando di Russia Today e dell’agenzia Sputnik, le aveva definite “armi nell’ecosistema di manipolazione del Cremlino” che “bombardano le menti e gli spiriti: l’informazione è il combustibile della democrazia. Se l’informazione è di cattiva qualità, anche la democrazia è di cattiva qualità”. Dunque, ”per quale motivo permettiamo che altre persone pagate da Mosca vengano a portare gli stessi concetti nelle nostre tv?”, ragiona una fonte dell’intelligence con Repubblica.

È lo stesso giornale a spiegare che a giugno il Copasir volerà a Washington per un incontro con gli omologhi del Select Committee on Intelligence presieduto dal senatore democratico Mark Warner. Tre le questioni in cima all’agenda: la difesa comune europea e la cooperazione tra i servizi di intelligence; il dominio aerospaziale quale nuova frontiera della competizione geopolitica; e, appunto, la disinformazione russa e la sua penetrazione, specie nel sistema dei mass media. Una visita a Washington, a un mese di distanza da quella del presidente del Consiglio Mario Draghi, che conferma la sintonia tra Italia e Stati Uniti.

Rimane un interrogativo aperto. A settembre, quando già si parlava di questo viaggio, fonti del Copasir spiegavano a Formiche.net che la traversata dell’Atlantico potrebbe avvenire soltanto dopo un volo più breve, quello che dovrebbe portare tutti e dieci i membri dell’organo parlamentare di vigilanza sui servizi segreti a Bruxelles. Dunque, prima degli Stati Uniti, l’Unione europea?

Il Cremlino e gli ospiti nella tv italiana. Cosa dice il Copasir

Parente (Aisi), Fuortes (Rai) e Lasorella (AgCom) verranno ascoltati dal Comitato che il mese prossimo è atteso a Washington. Il presidente Urso: “Dobbiamo accertare che l’informazione sia libera dall’ingerenza straniera”

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