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C’è un interrogativo che, più di altri, sta prendendo corpo nella programmazione italiana relativa al dossier energetico: oltre al processo di diversificazione dell’approvvigionamento, con le interlocuzioni di Eni e Farnesina in Algeria, Congo, Angola e Qatar, si pone il tema di come potrà l’Italia dotarsi di terminali galleggianti per il Gnl. Ecco le opzioni di potenziali “location” per il nostro Paese accanto ad un esempio straniero: quello greco.

Opzioni Italia

Al momento l’Italia dispone di tre rigassificatori, due in mare e uno sulla terraferma, il maggiore dei quali è l’Adriatic Lng, al largo di Rovigo: ha da poco avuto il via libera per aumentare la sua portata da 8 a 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno (e presto potrebbe arrivare fino a 11). In questo modo verrebbe soddisfatto il 12% dei consumi italiani. Lunedi scorso, in occasione dell’ultimo Consiglio dei ministri, il governo ha detto sì al processo di accelerazione per le procedure di autorizzazione: in questo modo i nuovi impianti per la produzione di energia potranno vedersi abbattere i tempi della burocrazia e ridurre quanto prima la dipendenza dal gas importato dalla Russia. Altri due rigassificatori, quindi, potrebbero vedere la luce entro la fine del 2023. Tra le opzioni di cui si discute c’è quella relativa alla Sardegna, con la possibilità di un hub galleggiante posizionato nel tratto di mare tra Olbia e la Toscana oppure al largo di Oristano. Nel Mediterraneo c’è chi già si è organizzato.

Grecia Orpheus

Si chiama Orpheus e sarà il primo terminale galleggiante per il gnl americano in arrivo in Grecia. Verrà ancorato dal novembre 2023 al largo del porto di Alexandroupolis e favorirà la sicurezza energetica di un bacino che va, potenzialmente, dal Mediterraneo orientale all’Egeo, fino all’Adriatico e salendo a tutti i players balcanici. É di fatto il primo hub permanente per la Grecia e l’Europa sudorientale alimentatore di gas naturale che potrebbe essere replicato forse in Sardegna.

Orpheus sarà lunga 300 metri e ancorata a una distanza di 17,6 km dalla costa: in pancia avrà 180.000 km di gas in forma liquida. Si tratta di un investimento da 400 milioni di euro, cofinanziato dall’Ue. Al momento il Gnl americano in arrivo in Grecia passa per il terminale di Revythoussa che sarà interessato nei prossimi mesi da un progetto di raddoppio della sua capacità. Un secondo hub galleggiante potrebbe essere posizionato nel 2024 nel Mar di Tracia.

Rete Balcani

Dal bacino greco Orpheus, dunque, il primo punto di partenza verso nord ovest sarà effettuato tramite l’interconnessione greco-bulgara IGB, che dovrebbe essere pronta a luglio, da dove i quantitativi di gas saranno inviati non solo in Bulgaria ma più a settentrione negli altri paesi del costone balcanico. Verrà inoltre realizzato a Salonicco un altro interconnettore per portare il gas nel nord della Macedonia e da lì in Kosovo e Serbia, realizzando di fatto una fitta rete di distribuzione.

La Grecia, quindi, raccoglierebbe in questo modo i frutti di un lavoro preparatorio iniziato con le pipeline del Tap, proseguito con gli accordi Atene-Washington in materia di sicurezza, difesa (e quindi energia) e ribadito dai nuovi progetti che riguardano il controllo delle pipeline, tramite i droni israeliani. Inoltre in questo modo si procederà al cosiddetto completamento dell’integrazione dei mercati elettrici macroregionali in attesa dei nuovi progetti di rilevanza strategica, come la nuova piattaforma di scambio di gas della Borsa Greca dell’Energia.

Scenari

Anche per questa ragione il porto di Alexandroupolis si rivela di primaria importanza, non solo per via del passaggio delle pipeline, ma per la Via Carpatia che da lì giungerà fino in Lituania e che potrà essere utilizzata per il transito di mezzi e uomini impegnati per garantire la sicurezza dell’allargamento a est dell’Ue.

Del tema si discute oggi a Sofia in occasione del vertice sulla sicurezza energetica, la diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento alla presenza di esponenti governativi balcanici ed europei, tra cui Primo Ministro della Bulgaria, Kiril Petkov, e i ministri dell’energia di Grecia, Serbia, Romania, Azerbaigian, Ucraina e Turchia. Presenti i players coinvolti tra cui la Greca Desfa (partecipata dall’italiana Snam) con il ceo Maria Rita Galli.

@FDepalo

Come farà l'Italia a dotarsi di terminali galleggianti per il Gnl? L'esempio greco

Ecco le opzioni di potenziali “location” per il nostro Paese accanto ad un esempio straniero: dall’hub galleggiante greco Orpheus il gas verrà inviato a Bulgaria, Serbia, Macedonia, Kosovo tramite l’interconnessione greco-bulgara IGB

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