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Il neo cancelliere tedesco Olaf Scholz arriverà lunedì a Roma per una visita al presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, dopo aver incontrato il presidente francese Emmanuel Macron ed essere stato anche a Bruxelles. La prima notizia di questo incontro riguarda il fatto che non vedrà Papa Francesco. “Scholz ha lasciato la chiesa“, si legge in un articolo tedesco di RDT. Ed è davvero così.

SCHOLZ E LA CHIESA

Il portavoce del governo Steffen Hebestreit ha detto che a causa della “stretta agenda” del cancelliere, era prevista solo una breve visita a Draghi e “nessun ulteriore appuntamento” a Roma o in Vaticano. Scholz è stato battezzato come protestante, ma nel frattempo si è allontanato dalla religione. E la scelta si è riversata anche nella sua recente elezione. Quando ha prestato giuramento come cancelliere al Bundestag, ha rinunciato all’aggiunta della frase di rito “che Dio mi aiuti”.

Ma non vuol dire che Berlino voglia allontanarsi dal Vaticano. Scholz si è unito, come vuole la prassi, a diversi altri capi di Stato e di governo nel fare gli auguri al Papa per il suo 85° compleanno: “Egli dà speranza, consolazione e orientamento morale a molti nel mondo e si batte per la pace e la solidarietà con i più deboli”. Per poi aggiungere: “Sarei molto felice di avere l’opportunità di uno scambio personale. Le auguro salute e forza per il nuovo anno”.

IL DOPPIO BINARIO E’ FINITO

Senza arrivare a dietrologismi, è davvero possibile che la mancanza di tempo, anche in vista del Natale, non abbia reso possibile una visita in Vaticano. Ma è indubbio che la politica di questo nuovo governo si profila già diversa rispetto a quella a doppio binario in cui viaggiava Angela Merkel. Il compromesso sarà una strada percorsa più raramente, come si è già visto nella scelta della ministra degli Esteri Annalena Baerbock di bloccare il Nord Stream 2. Il motivo (“non soddisfa i requisiti del diritto europeo e permangono altre questioni legate alla sua costruzione”), racchiude invece scelte più profonde legate anche alla questione dei diritti umani, come quella irrisolta del caso Navalny.

ULTIMA VOLTA NEL G20

L’ultima volta di Scholz a Roma è stata durante il G20 dello scorso ottobre, quando aveva presenziato in qualità di ministro delle Finanze e futuro cancelliere. E a proposito di incontri annuali tra le economie più importanti al mondo: dal 1° gennaio 2022 la Germania assumerà la presidenza del G7. Il portavoce Hebestreit ha detto che l’incontro annuale tra i capi di Stato e di governo si svolgerà a Schloss Elmau nelle Alpi Bavaresi, dal 26 al 28 giugno 2022.

SENZA REMORE

La scelta di Scholz è chiara: far parlare di sé il meno possibile. Le visite inaugurali a Parigi e a Bruxelles sono passate quasi inosservate: le parole sono state calibrate ancora più di quello che di solito fanno i tedeschi. Ma soprattutto ha scelto di non fare rumore e seguire la sequenza di visite senza colpi di scena. Proprio come Merkel, Scholz è volato prima a Parigi, poi a Bruxelles (Commissione europea, Consiglio europeo, NATO), poi a Roma. Il cancelliere della Spd Gerhard Schröder si era recato prima a Londra, facendo sentire la Francia snobbata declassandola a secondo partner più vicino alla Germania in Europa.  Scholz è partito sotto una Berlino innevata con indosso solo l’abito: era senza cappotto mentre saliva le scale del Theodor Heuss, l’aereo usato dai cancellieri tedeschi per i voli di Stato. Stessa scelta quando è arrivato all’Eliseo.

Scholz a Roma, senza Papa e senza rumore

Scholz lunedì incontrerà Mario Draghi ma non Papa Francesco. La scelta non sarebbe legata al suo aver abbandonato la religione ma ai tempi stretti del neocancelliere. Il cui governo tricolore non seguirà le stesse strade di Merkel in politica estera

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