Skip to main content

C’è un narcostato sul Mediterraneo. Così il New York Times racconta la Siria di Bashar al-Assad. E del fratello più piccolo del presidente, Maher al-Assad, comandante della 4ª Divisione corazzata. È questa unità d’élite, assieme a uomini d’affari vicini al regime, al gruppo libanese filo-iraniano Hezbollah e altri membri della famiglia Assad, a gestire la produzione e distruzione di Captagon, metanfetamina diffusasi negli anni Ottanta nel Golfo e nota anche come “droga della jihad”. Lo rivela il quotidiano della Grande mela sulla base di informazioni di polizia di 10 Paesi, dozzine di interviste con esperti di narcotraffico ed ex funzionari statunitensi.

Secondo l’indagine del New York Times oggi il commercio di sostanze stupefacenti è la prima voce nelle esportazioni della Siria. Nel solo 2021, più di 250 milioni di pasticche di Captagon sono state sequestrate in tutto il mondo, più di 18 volte la quantità intercettata dalle autorità soltanto quattro anni fa. Ma la Siria non produce solo Captagon. Droghe anche più potenti, come i cristalli di metanfetamina, vengono esportate, con droni ma anche con asini scossi, in Paesi confinanti come la Giordania, la porta del Golfo per gli stupefacenti siriani.

I traffici, nei mesi scorsi, hanno raggiunto però anche l’Italia. A inizio luglio 2020 la Guardia di Finanza di Salerno aveva sequestrato 84 milioni di pasticche con il logo “Captagon” contenute in tre container: 14 tonnellate di metanfetamine — dal valore stimato attorno al miliardo di euro — provenienti dalla Siria. Inizialmente sembravano prodotte dallo Stato islamico. Ma i dubbi erano diversi. Come spiegato allora da Formiche.net, “il gruppo non ha capacità tecniche (luoghi di produzione e logistica) per certe quantità, e soprattutto nel mercato della droga mediorientale ci sono realtà come Hezbollah che è più strutturata da almeno un decennio a questi affari”.

Senza dimenticare le connessioni del gruppo libanese in Italia: una rete di criminalità organizzata, uomini d’affari, aziende e istituti bancari di cui Hezbollah (anche passando per il Sud America) si serve per i suoi affari in Italia. Che spesso riguardano, come già raccontato su Formiche.net, droga ma anche armi e esplosivi. Basti pensare che a settembre dell’anno scorso l’ambasciatore Nathan Sales, allora capo dell’antiterrorismo al dipartimento di Stato americano, aveva rivelato che dal 2012 “Hezbollah ha spostato attraverso il Belgio grandi scorte di nitrato di ammonio, utilizzato per fabbricare bombe” in diversi Paesi d’Europa tra cui l’Italia.

Mittente di quel carico miliardario: tal Basil al-Shagri Bin Jamal, che le autorità italiane non sono riuscite a individuare. Destinatario: GPS Global Aviation Supplier, una società registrata a Lugano, in Svizzera, che sembra non avere uffici. Il New York Times ha contattato anche la società di gestione patrimoniale che la società ha indicato come indirizzo postale, SMC Family Office SA: nessun commento.

Il più grande ostacolo nella lotta al narcotraffico siriano è il sostegno del regime di Assad. “L’idea di andare dal governo siriano a chiedere cooperazione è semplicemente assurda”, ha detto Joel Rayburn, inviato speciale degli Stati Uniti per la Siria durante l’amministrazione Trump al New York Times. “È proprio il governo siriano che esporta la droga. Non è come se guardassero dall’altra parte mentre i cartelli della droga fanno le loro cose. Sono loro il cartello della droga”.

Tre le aree di produzione individuate dal giornale americano sul suolo siriano: laboratori di Captagon sono presenti fuori la capitale Damasco, intorno alla città portuale di Latakia e nel territorio controllato da Hezbollah vicino al confine libanese. Ma il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, continuare a negare che il suo gruppo abbia a che fare con il Captagon sottolineando la netta opposizione dell’organizzazione all’utilizzo di stupefacenti. Nulla di nuovo: l’aveva già fatto a inizio anno in merito al caso italiano, dicendo che “le accuse non avevano fondamento” e spingendosi a sostenere che le autorità italiane “stanno indagando sullo Stato Islamico, sulla mafia italiana e russa e su altre reti criminali”.

Gli inquirenti non avevano commentato le dichiarazioni di Nasrallah né tantomeno le indagini, spiegava la BBC raccontando il sequestro in Italia.

Noi di Formiche.net, invece, ci chiedevamo attraverso che canali avesse comunicato con i funzionari italiani un’organizzazione il cui ramo militare è nella black list del terrorismo (e molti sono gli appelli, anche in Italia, affinché si ponga fine a una distinzione tra il braccio politico e quello militare che neppure l’organizzazione riconosce). Oltre alla sopracitata rete di Hezbollah, non era da escludere, ci spiegava un funzionario italiano sotto anonimato, che l’organizzazione si fosse informata e lamentata con i rappresentanti dei nostri servizi presenti in Libano. 

La Siria, narcostato sul Mediterraneo che traffica anche in Italia (via Hezbollah)

Inchiesta del “New York Times” sul commercio di sostanze stupefacenti che ormai rappresenta la prima voce nel esportazioni di Damasco. A tirare le fila ci sono il fratello del dittatore Assad e l’organizzazione libanese filo-iraniana. Si torna a parlare del caso delle 84 tonnellate di Captagon sequestrate a Salerno

Pearl Harbor, ovvero come non si gestisce una crisi

L’ammiraglio Ferdinando Sanfelice di Monteforte, esperto militare e docente di Studi strategici, ricostruisce la storia dell’attacco avvenuto esattamente 80 anni fa. I decennali screzi tra Giappone e Usa, la vulnerabilità della base nel Pacifico, e le conseguenze di un attacco così incredibile da aver sempre stimolato i complottisti

Draghi

Chi tifa, nella finanza, per Draghi premier. Il punto di Quadrio Curzio

Due promozioni importanti, quella di Fitch e del Fondo monetario riaccendono i riflettori sulla bontà dell’azione del governo guidato dall’ex presidente della Bce, pensando anche al futuro del Pnrr. L’economista e docente Quadrio Curzio: Draghi è una garanzia, già il suo nome vale un upgrade. Ma occhio all’inflazione

Dal benessere degli animali dipende la salute umana. L'Ue lo ha capito

I principi del One Health e “Dal produttore al consumatore” sono alla base delle nuove politiche europee per il benessere degli animali. La Commissaria alla Salute Stella Kyriakides e la dott.ssa Jane Goodall partecipano con gli operatori dell’Ue a una conferenza cruciale

I black days dell'Austria, tra addii politici e palle di Mozart in bancarotta

Se l’estinzione del cioccolato è prossima, potrebbero gli dèi rinunciare al loro cibo preferito? Se fossero proprio loro i responsabili dei black days austriaci, un nigro lapillo non basterebbe per segnarli tutti. Anzi, la terra degli Asburgo sarebbe solo l’inizio

Antitrust, nasce il forum Ue-Usa sulla regolamentazione di Big Tech

Antitrust, nasce il forum Ue-Usa sulla regolamentazione di Big Tech

A Washington Vestager e Khan daranno il via al Dialogo congiunto sulla concorrenza in ambito tech. Le visioni della Comissione e della Casa Bianca convergono, ma tra i partner transatlantici rimangono importanti differenze

Il miliardario giapponese verso la Iss. Torna il turismo spaziale russo

Il miliardario giapponese Yusaku Maezawa partirà alla volta della Stazione spaziale internazionale a bordo di una navetta Soyuz insieme al suo collaboratore Yozo Hirano, che riprenderà l’avventura del magate oltre l’atmosfera. Il lancio, previsto per domani dal cosmodromo di Bikonur, segna il ritorno della Russa nella nuova “corsa commerciale” allo Spazio

Ucraina? Vi spiego il (vero) piano di Putin. Parla Bremmer

Il presidente di Eurasia Group: Putin non invaderà l’Ucraina. Ora inizia una guerriglia sotto traccia per testare i nervi della Nato, fatta di attacchi cyber e razzi al confine. Per gli Usa l’Est Europa più preoccupante di Cina e Taiwan. Ue? Scholz non fa paura al Cremlino, Merkel sì

Vittoria di Italia e Francia. Per l’Ue gas e nucleare sono verdi

La Commissione europea ha annunciato che le due fonti entreranno nella tassonomia: “Per il mix energetico del futuro abbiamo bisogno di più rinnovabili ma anche di fonti stabili”, ha detto Dombrovskis. Ecco perché Roma e Parigi festeggiano assieme

biden

Tre anni di inflazione. Il problema di Biden che sveglia la Fed

Gli economisti americani sono concordi nel prevedere prezzi surriscaldati fino al 2023 o anche oltre. Il rischio è annullare gli effetti dei piani pandemici di Biden e con essi le speranze di una ripresa sana e duratura. La Fed ormai è in assetto da combattimento, mentre la Bce sonnecchia

×

Iscriviti alla newsletter