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Il nuovo confronto geopolitico (militare e industriale) scorre sul mare, e per chi si trova al centro del Mediterraneo ciò impone una riflessione determinata sul potenziamento degli strumenti di difesa navale. È la lettura strategica offerta dal ministro Lorenzo Guerini per la settima edizione di SeaFuture, la rassegna dedicata all’economia del mare e alla sua industria militare, al via oggi presso l’arsenale militare di La Spezia. Riunirà fino a venerdì addetti ai lavori, forze armate, delegazioni straniere, rappresentanti istituzionali e duemila aziende in uno spazio espositivo di novemila metri quadrati. Oggi la cerimonia di apertura, con il lancio dei paracadutisti del Comsubin alla presenza del ministro.

“Le difficoltà che ha comportato l’organizzazione di questa edizione, dopo un anno e mezzo di pandemia, dimostrano la spinta e la voglia di ripartenza del nostro Paese”, ha detto Guerini aprendo il salone. “Qua ci sono i fattori centrali della nostra sicurezza e della crescita dell’Italia – ha aggiunto – ed è significativo che questo messaggio venga da una realtà legata al mare”. Il mare, appunto, “che per la nostra Nazione è legame, occasione di incontro e conoscenza, con gli altri popoli”, che per tutti è “via di comunicazione, patrimonio ecologico e riserva alimentare” nonchè “bene comune dell’umanità e strumento di influenza tra Paesi lontani”, oggi appare anche “al centro delle contese geopolitiche, anche tecnologiche e industriali”. Per questo, ha chiosato il ministro, “il mantenimento della nostra area di preminente interesse strategico per la difesa degli interessi naturali non può prescindere dal controllo della risorsa marina, sempre nell’ottica della collaborazione con altre realtà”.

Il tutto va in scena a La Spezia, tra gli incontri con i rappresentanti di Paesi stranieri e l’esposizione delle ultime novità industriali. D’altra parte, l’industria di settore è parte della politica di Difesa, indispensabile per equipaggiare le Forze armate, utile per consolidare relazioni internazionali e contributore rilevante per l’economia nazionale. L’esempio offerto da Guerini è quello delle Fremm: “un esempio concreto della validità delle sinergie industriali, ma anche di politiche di investimento mirate e di lungo periodo”. E così, ha aggiunto, “l’industria della difesa italiana è una delle più competitive del panorama internazionale: ci garantisce sicurezza e protezione, con un effetto trainante sull’economia nazionale”. Ne discende la tabella di marcia: “Andare avanti per la nostra sicurezza, ma anche per essere protagonisti nello scenario mondiale”.

Il messaggio emerge dall’esposizione sull’arsenale militare. Ad accogliere i visitatori c’è all’ingresso la “nave più bella del mondo”, Nave Amerigo Vespucci. Ormeggiate anche diverse altre unità della Marina militare, protagonista della rassegnata. Fincantieri ha portato anche Naviris, la joint venture con Naval Group che punta soprattutto ai programmi europei (ma non solo). Leonardo ha esposto tra gli altri assetti l’AwHero, il piccolo drone elicottero (dotato del nuovo radar Gabbiano UL), già protagonista di Ocean2020, il più rilevante progetto di ricerca in campo militare finanziato finora dall’Ue. In campo missilistico MBDA presenta per la prima volta al grande pubblico il Teseo Mk2/E, “che rappresenta veramente un passo in avanti nella famiglia dell’anti-nave, con capacità avanzate che la Marina ha voluto inserire nello sviluppo”, ci spiegava in una recente intervista Lorenzo Mariani, managing director di MBDA Italia. Elettronica presenta “tecnologie di difesa, sicurezza e contromisure per piattaforme subacquee e di superficie”.

Il tutto in un momento di deciso rilancio del comparto, impresso dal ministro Lorenzo Guerini. A fine luglio è arrivata la prima direttiva ministeriale per la politica industriale della Difesa: sette linee di sviluppo e otto linee d’azione per la creazione di un “sistema Difesa”, integrato, a servizio del Paese, in grado di soddisfare le esigenze delle Forze armate e di preservare le eccellenze tecnologiche del comparto industriale. A inizio agosto è stata la volta del Documento programmatico pluriennale 2021-2023, con la copertura finanziaria prevista per tanti programmi attesi dalle forze armate, a partire dal Tempest (2 miliardi in quindici anni) fino agli elicotteri del futuro, passando per le novità in campo navale: l’acquisizione di nuovi cacciatorpediniere (Ddx, 1,9 miliardi fino al 2035), il via allo studio per le “Nuove unità anfibie”, l’ammodernamento di mezza vita della classe Doria e l’acquisto di due unità d’altura (Lls).

Più di recente i grandi riflettori si sono accesi sul piano d’armamento dei droni Mq9 (Reaper) e sulla prospettiva di dotare di missili da crociera i nuovi sottomarini e le Fremm (riportata da Repubblica e prima emersa da un’intervista di Rid all’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone). Il tutto risponde a precise esigenze operative, in un contesto in profonda evoluzione, denso di sfide e deteriorato dalla pandemia da Covid-19. Dopo l’Afghanistan, è il rischio escalation nel Kosovo del nord ad aver evidenziato negli ultimi giorni la fragilità degli scenari operativi. Tra Medio Oriente, nord Africa e Sahel, il “Mediterraneo allargato” appare “luogo di incontro e di scontro, caratterizzato da una complessità crescente” (si legge nel Dpp), imponendo dunque una maggiore capacità d’azione.

Il mare al centro del confronto globale. Guerini apre #SeaFuture2021

Con il ministro Lorenzo Guerini e il lancio dei paracadutisti del Comsubin si è aperta #SeaFuture2021, la rassegna dedicata alla difesa navale. Presenti tutti i protagonisti del settore per quattro giorni di workshop, incontri e novità tecnologiche. Di fondo (tra l’Aukus e la vittoria francese per le fregate greche) la convinzione che il confronto internazionale è tornato a concentrarsi sul mare

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