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Gli appassionati di moto e soprattutto auto storiche sono più numerosi di quanto si pensi : in Italia solo coloro che fanno capo all’Asi-Automotoclub Storico Italiano sono 350.000. L’ente riunisce in una Federazione le associazioni di cultori di auto e moto storiche con sede in Italia e promuove la valorizzazione e l’importanza culturale, storica e sociale della locomozione e motorizzazione storica legata agli aspetti del territorio, dell’arte, del costume, delle tradizioni. L’Asi – come recita il suo statuto  – promuove attività atte a valorizzare l’apporto offerto dal veicolo storico nell’ambito sociale, della tecnica, del design e del costume. Organizza e disciplina le manifestazioni alle quali partecipano i veicoli storici ed attiva lo scambio di rapporti con enti analoghi nazionali e di altri Paesi. Ma anche all’estero la passione procede a gonfie vele: ad esempio, Lord Edward Llewellyn, ambasciatore di Gran Bretagna a Roma e presso la Repubblica di San Marino, dove pure opera un fiorente “Automotoclub Storico Sammarinese”, è un protagonista del settore. Nel corso del suo mandato ha sempre ospitato a Villa Wolkonsky, la sua residenza – dove hanno recentemente soggiornato Re Carlo III e la Regina Camilla – “The Reb concours” ( Roma Eternal Beauties), il concorso finalizzato ad uno speciale tributo al motorismo storico inglese giunto alla sesta edizione e riservato alle auto “rigorosamente prodotte nel Regno Unito”.

L’evento, tra i più esclusivi appuntamenti di eleganza motoristica della Capitale, vede il sostegno dell’Automobile Club Roma, che “rinnova così il proprio impegno a valorizzare la cultura dell’automobile e a promuovere iniziative di alto profilo capaci di unire storia, stile e passione motoristica al cuore della città”. “Il Reb Concours – ha dichiarato Giuseppina Fusco, Presidente dell’Automobile Club Roma – rappresenta un appuntamento tradizionale e di prestigio per la nostra città e un omaggio al valore culturale, storico e sociale dell’automobilismo. L’Automobile Club Roma sostiene con convinzione questa iniziativa che, nella splendida cornice di Villa Wolkonsky, offre al pubblico un’esperienza unica, capace di coniugare bellezza, memoria e innovazione nel segno della condivisione e della valorizzazione di un patrimonio che appartiene a tutti.”

Quest’anno sono state 36 le straordinarie vetture, prodotte dagli inizi del ‘900 agli anni ’70, che hanno preso parte all’evento. Presidente della giuria, che ha assegnato il titolo “Bella come Roma”, lo stesso Lord Llewellyn; componente anche la campionessa di schema marchigiana Elisa Di Francisca oltre ad alcuni giornalisti di Rai, Mediaset e Sky. Ha primeggiato la Rolls Royce Silver Cloud 1963, già di Grace Kelley. Tra le partecipanti di particolare rilievo la Lotus sottomarino di Roger Moore usata nel film “La spia che mi amava”. Tra le protagoniste di questa edizione anche una Rolls Royce 25/30 donata dalla Regina Elisabetta II a Re Faruk d’Egitto, restaurata dopo anni di abbandono. Sono state inoltre ammirate una Bentley 3 Liter del 1925, simbolo dei successi britannici a Le Mans, nonché le icone di casa Jaguar, come una SS100 del 1936 e la celebre XK 120 Ots del 1950.

Ed in effetti il pubblico apprezza. “Me ne accorgo quando le nostre carovane – dichiara Alberto Scuro, presidente dell’Asi – attraversano paesini di montagna o sfilano lungo le costiere: la gente scende in strada a salutare ed applaudire” (Corsera 6.10.2025). Circostanza in effetti che ho sperimentato anch’io l’estate scorsa a San Zeno di Montagna, sopra il lago di Garda, la cui via principale è stata percorsa da vetture storiche con palese curiosità e compiacimento degli abitanti. Ed anche per Scuro “i veicoli storici sono un capitale per tutti”. Culturale, innanzitutto, ma anche economico perché muove “ tre miliardi di Pil all’anno”. Si tratta di ben 500mila macchine il cui inquinamento, diversamente da quanto si pensa, è irrilevante.

In ogni caso buona parte delle vetture d’epoca viaggia con propellente naturale ricavato da scarti vegetali. “Arriva dall’Inghilterra e riduce le emissioni dell’80%” – precisa Scuro – preannunciando al riguardo “la presentazione di dati sorprendenti al Salone d’auto e moto d’epoca che si terrà a Bologna dal 23 al 26 ottobre prossimi.

Numerosi dunque gli appassionati e numerose anche le associazioni che riuniscono i cultori di auto d’epoca. Una di queste è la «Jaguar Drivers’ Club Italia» collegata al Jaguar Drivers’ Club costituito nel Regno Unito nel 1956 ed unico sodalizio ad essere stato riconosciuto da Sir William Lyons fondatore del marchio automobilistico nato a Coventry. Il Club opera in tutto il mondo ed è riservato ai possessori di qualsiasi modello di Jaguar e Daimler prodotte dal 1930 ai giorni nostri. Il 10 agosto 2020 Il comitato direttivo presieduto da Roger Kemp si è riunito a Luton nel Bedfordshire . Alla conclusione dell’assemblea, con una comunicazione ufficiale, il presidente Kemp ha incaricato il giornalista italiano e appassionato collezionista del “giaguaro” Francesco Arcieri, con ampio ed esclusivo mandato, di costituire appunto il “Jdc Italia”. Nella “world map” del “Jaguar Drivers’ Club” britannico, l’area 63 lo identifica come l’unica rappresentanza ufficiale di tale organismo nel “Bel Paese”. L’associazione si propone, in primo luogo, di contribuire alla conservazione ed alla promozione del marchio Jaguar e Daimler, valorizzandone l’aspetto culturale, di costume e sociale, nonché di curare la promozione ed il sostegno delle attività di recupero, restauro e conservazione dei mezzi, fornendo al contempo supporto documentale e tecnologico curato da apposita commissione tecnica preposta a questo scopo. Ben lungi da rivestire aspetti frivoli il sodalizio si prefigge nobili scopi ed intende anche promuovere ed organizzare iniziative, servizi ed attività nei settori dello sport dilettantistico, del turismo, della promozione, della solidarietà sociale e della cultura. E’ diffuso in Italia avendo sedi in Lombardia, Friuli, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia e Calabria. Anche il “Jaguar Day 2024” è stato organizzato per la seconda volta presso la stupenda Villa Wolkonsky. Nell’occasione venne illustrata agli ospiti la storia del marchio Jaguar che nel 2024 ha raggiunto 102 anni di vita, ed annunciato l’ingresso del «Jaguar Drivers’ Club Italia» in Aci Storico. Compiaciuti i vertici Aci presenti con Angelo Sticchi Damiani presidente e Giuseppina Fusco vice presidente nonché presidente di Aci Roma. Il padrone di casa lord Edward Llewellyn ebbe modo di soffermarsi in particolare sulla SS100 del 1936 posseduta dal vice presidente del Club Italia Pietro Piacquadio.

Un quadro assai positivo dunque che trae linfa dalla vivacità dei club territoriali. Una città di provincia come Pesaro, ad esempio, vanta molti cultori e collezionisti di moto (si pensi ai vari modelli della Benelli) e di auto storiche, a dimostrazione del ruolo di eccellenza ricoperto dalla città nel campo dei motori. L’ Autoclub storico di Pesaro “Dorino Serafini” (presidente Danilo Crescentini, vice Francesco Cangiotti) vanta circa 450 aderenti, diversi dei quali di fuori provincia (Romagna, Ancona, ecc..) ed è federato all’ASI (Autoclub storico Italiano). Il 28 settembre, “Giornata Nazionale del Veicolo d’epoca”, il Club pesarese ha organizzato una manifestazione “Sulle strade di Dorino” con visita in mattinata alla collezione d’auto del compianto Galeazzo Boattini. Mondo di storie anche curiose, non sempre conosciute, come quella di cui in qualche modo è stato protagonista Francesco Cangiotti. Disponeva a suo tempo di una Flavia coupé non proprio in forma ma che il giornalista Roberto Chiodi, frequentatore di grandi raid internazionali, venne appositamente a Pesaro per acquistarla.

Chiodi,  giornalista professionista, cronista giudiziario da una vita (Ansa, Giorno, Repubblica, l’Europeo, Epoca, l’Espresso…), rimessa in sesto ed attrezzata per lo scopo, partecipò con la vettura di Cangiotti alla Pechino-Parigi. Impresa da lui ripetuta quest’anno con il ministro del turismo di San Marino Federico Pedini Amati a bordo addirittura di una “500”. L’Ambasciatore italiano a Pechino, Massimo Ambrosetti, ricevendo i piloti, ha affermato: “La Pechino-Parigi rappresenta una pagina di storia dell’automobilismo che affonda le radici nell’impresa del Principe Borghese nel 1907. Vedere una Fiat 500, simbolo universale dell’ingegno e della creatività italiana, affrontare questo percorso leggendario con l’equipaggio sammarinese, suscita un orgoglio particolare. È la dimostrazione dello spirito indomito che anima i nostri connazionali e i nostri vicini sammarinesi nell’affrontare sfide estreme”.

 

 

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