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Nelle scorse ore la porterei Gerald R. Ford con il suo strike group annesso è arrivato nei Caraibi secondo quanto affermato dalla stessa Marina Usa, la quale ha precisato che lo strike group è entrato nell’area di responsabilità del Comando Sud (Southcom) l’11 novembre. Il portavoce del Pentagono Sean Parnell ha affermato che la forza servirà a rafforzare la capacità di individuare, monitorare e interrompere attori e attività illecite che minano sicurezza e prosperità degli Stati Uniti, contribuendo a disarticolare il traffico di narcotici e i gruppi criminali nella regione.

Il dispiegamento della più potente tra le portaerei statunitensi, ordinato dal presidente Donald Trump il mese scorso, avviene all’interno di un’escalation di operazioni contro imbarcazioni accusate di traffico di droga e aumentano le tensioni con il Venezuela. Finora gli Stati Uniti hanno effettuato almeno 19 attacchi contro barche nei Caraibi e nel Pacifico orientale, con almeno 76 vittime causate da questi attacchi. Il gruppo d’attacco si aggiunge a forze già consistenti dispiegate nell’area, compresi migliaia di militari, un sottomarino a propulsione nucleare e aeromobili basati a Porto Rico, in quella che è de facto il più ampio dispiegamento militare Usa nell’area da decenni.

In risposta al dispiegamento Usa, il ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino López ha annunciato una “mobilitazione massiccia” delle forze armate venezuelane. L’ordine impartito dal presidente Nicolás Maduro prevede esercitazioni congiunte di forze di terra, aria, mare e riserve fino al prossimo mercoledì, con l’obiettivo di ottimizzare comando, controllo e comunicazioni per la difesa del Paese. Oltre alle unità regolari, le manovre coinvolgono anche la Milizia Bolivariana, una forza di riserva composta da civili, creata da Hugo Chávez e considerata parte integrante della strategia “Independence Plan 200” di Maduro, che punta a coordinare forze armate, milizie e corpi di polizia in un unico dispositivo di sicurezza nazionale. Le frizioni si allargano anche alla Colombia, con Trump che ha definito il presidente Gustavo Petro “un delinquente e un tipo cattivo” e quest’ultimo che ha ordinato di sospendere la condivisione di intelligence con agenzie statunitensi finché non cesseranno gli attacchi alle imbarcazioni nel Mar dei Caraibi, scrivendo che la lotta alla droga deve essere subordinata ai diritti umani dei popoli caraibici.

Ma le operazioni stanno causando fratture anche con dei partner chiave. Il Regno Unito ha sospeso la condivisione di intelligence con gli Stati Uniti sui natanti sospetti nell’area interessata, per evitare di essere complice di attacchi ritenuti illegali e contrari al diritto internazionale; stessa cosa ha fatto il Canada, da quasi due decenni impegnato con la Us Coast Guard nell’Operazione Caribbean, che ha preso le distanze dai raid militari, mantenendo attiva la cooperazione con la Guardia Costiera Usa ma chiarendo che non vuole che la propria intelligence sia usata per selezionare obiettivi per raid simili.

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