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I russi sono al voto. Da ieri, e fino a domani, si recheranno alle urne per scegliere i nuovi membri della Duma, il Parlamento russo, in un processo elettorale storico, perché automatizzato e segnato dalla pandemia. In vista del voto, il capo dell’ufficio di Mosca del quotidiano americano The New York Times, Anton Troianovski ha viaggiato per due settimane in tutto il Paese. Lui, a differenza della collega dell’emittente britannico Bbc, la giornalista Sarah Rainsford (qui l’articolo di Formiche.net), ha potuto attraversare più di 3.000 miglia per fornire una visione di cosa pensano e sentono gli elettori.

“L’emozione che più abbiamo riscontrato è stata la paura – scrive Troianovski -. Abbiamo incontrato molte persone stanche della corruzione ufficiale, degli stipendi in stallo, delle pensioni basse e dei prezzi in aumento, ma molte meno erano preparate ad affrontare un’incognita post-Putin”.

Che cosa succederà, dunque, domenica sera, quando saranno contati i voti? Molto probabilmente vincerà il partito del presidente Vladimir Putin, Russia Unita. Ma per molti, queste elezioni sono “ingiuste” perché gran parte delle candidature dell’opposizione è stata annullata, i media silenziati e per la prima volta gli osservatori internazionali non hanno potuto partecipare al processo elettorale (qui l’articolo di Formiche.net).

Di certo è che l’aria che si respira nelle strade della Russia sa poco di libertà. “La Russia è un Paese in cui nulla cambia finché tutto non cambia”, si legge sul Nyt. E sottolinea che in vista del voto legislativo, il governo di Putin “ha raggiunto un nuovo apogeo di autoritarismo, ricoperto da una patina di confortevole stabilità”. E comunque, per molti il capo del Cremlino rimane “un eroe”, soprattutto grazia alla sua politica estera assertiva, mentre gli oppositori sono accusati di vivere in mondi paralleli o di fuggire nelle proprie oasi di vita.

Questo weekend, la vittoria di Russia Unita sembra assicurata, ma resta la possibilità di un voto di protesta, che forse si concentrerà sul Partito Comunista, la miglior opzione per ridurre il potere del partito di Putin nel Parlamento. Difficile però che il dissenso sia di massa nell’ambiente regnante di paura “di essere punite per il dissenso, di perdere ciò che avevano, dei fantasmi della povertà e della guerra”, si legge nel testo del quotidiano americano. In Russia lo Stato di sorveglianza si può verificare ad ogni angolo. Il giornalista è stato seguito da più uomini mentre faceva le interviste, fotografie e i percorsi per scrivere il reportage.

“Un altro motivo per cui il potere di Putin ha resistito è che la vita di molti russi è davvero migliorata – prosegue Troianovski -. […] Voronezh è una testimonianza dell’ambizioso programma di rinnovamento urbano del Cremlino. Sta rimodellando le città squallide con nuovi parchi, moderni campi da gioco, piste ciclabili e strade pedonali”. Un’insegnante sostiene: “Molti pensano, vai avanti e ruba, ma fai qualcosa anche per noi […] Perché negli anni ’90 sembrava che tutto quello che facevano fosse soltanto rubare”.

Gli analisti credono in “un’estetica superficiale eco-hipster” di questi lavori di ristrutturazione, “come un modo per placare una classe media giovane e dall’aspetto occidentale che altrimenti potrebbe essere pronta a protestare”.

Per Andrei Markov, parlamentare di Russia Unita in corsa per la rielezione, “la democrazia è qualcosa che devi imparare. Noi russi stiamo imparando da solo 30 anni”. Il Nyt sostiene che in Russia esiste ancora “una parvenza di democrazia”, per cui il Cremlino ha bisogno di voti.

“Putin è tutto per me”, confessa una donna di 45 anni chiamata Natalia. Il viaggio del Nyt ha evidenziato che tra le preoccupazioni dei russi ci sono l’aumento dell’età pensionabile, l’aumento dei prezzi e lo stallo degli stipendi. Ma nonostante questo, la popolarità di Putin è alta perché la popolazione vuole una linea ancora più dura, in patria e all’estero.

Nel suo reportage, il corrispondente del Nyt racconta l’intervista che fece a Violetta Grudina, un’attivista nella città artica russa di Murmansk, alleata del leader dell’opposizione Alexei Navalny: “Si stava ancora riprendendo da uno sciopero della fame. Ora sotto implacabile sorveglianza, ha confessato una disperazione strisciante e paralizzante. ‘Siamo tutti in una trappola, intrappolati da un tiranno – ha detto Grudina -. Questo stupore deriva dal dare tutto ciò che puoi, ma non cambia nulla: è difficile’”.

Ecco cosa preoccupa e affascina i russi al voto

Dal timore per lo Stato di sorveglianza continua all’entusiasmo per la linea dura del presidente Putin in politica estera e interna, l’estetica superficiale “eco-hipster” del Cremlino sembra vincente. Il racconto della Russia oggi del New York Times

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