Skip to main content

Torna a farsi tesa la situazione nel Mediterraneo orientale alla voce gas: la Turchia, come annunciato, avvia nuove esplorazioni in un fazzoletto di acque contese. Scortata da navi da guerra, la nave turca Oruc Reis ha iniziato a posare i cavi dove non potrebbe farlo. Si trova da ieri nella regione illegale del Navtex turco per procedere alle indagini annunciate dalla Turchia a caccia di gas. Il Navtex in questione comprende, oltre alla piattaforma continentale turca, parte della Zona economica esclusiva cipriota nel nord dell’isola. Quindi è di fatto illegale.

ORUC

Ankara ha occupato l’area fino a metà dicembre (16/12), ma dovrebbe partire prima, poiché Exxon Mobil ha pianificato la trivellazione nella zona 10 della Zee di Cipro all’inizio di dicembre, a seguito di un accordo raggiunto con il governo di Nicosia. Per cui c’è il rischio da un lato di fortissime tensioni fisiche in acqua e dall’altro di ulteriori ritardi diplomatici. Tra due giorni il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias sarà ricevuto dal Segretario di Stato americano Antony Blinken a Washington e discuterà della questione.

QUI ATENE

Secondo fonti diplomatiche la Turchia non è intenzionata davvero a contrastare l’attività di Exxon, per ovvie ragioni pratiche e diplomatiche. Ma non sarebbe forse neanche in grado di farlo visto il precedente del febbraio 2018 quando, dopo lo stop imposto forzatamente da Ankara alla nave Saipem 12000 dell’Eni, le navi Usa vennero poi scortate dalla Sesta Flotta, tanto per far intendere a Erdogan le reali forze in campo e l’opportunità di una mossa del genere.

Inoltre Atene teme che il presidente turco, tramite questa postura, possa voler provare ad aumentare le tensioni, in vista del bilaterale con Biden in programma a fine mese a Roma, a margine del G20. Sul tavolo ci sono anche i riverberi turchi dell’accordo militare appena siglato tra Francia e Grecia, che porterà nell’Egeo non solo 24 caccia Rafale ma anche due fregate Bellharra e due Corvette, modificando conseguentemente le forze in “campo”.

Due gli scenari su cui il Ministero della Difesa greco ragiona: il primo, più rischioso, comprende la possibilità che la Turchia posizioni una piattaforma di perforazione galleggiante nelle aree in cui l’Oruç Reis era solita condurre solo sondaggi. La possibilità di un episodio caldo sarebbe alta. Il secondo, di carattere ordinario, prevede l’harakiri della Oruc protagonista di una sorta di ping pong tra le zone contese e le acque internazionali a mò di provocazione.

QUI ANKARA

Inoltre con l’installazione delle torri ottiche SGRS, i turchi non vogliono lasciare incustodito un solo pollice nell’Egeo. Si tratta di sistemi “Coast Guard Radar” (SGRS) per monitorare il Mar Egeo e il Mar di Marmara. Il controllo sarà assicurato “in ogni centimetro della patria blu contro l’atteggiamento mal concepito della Grecia e l’aumento del traffico di migranti”, ha detto il portavoce di Erdogan al quotidiano Yeni Safak. Al momento sono state installate 13 torri su 35 in grado di rilevare da 12 miglia nautiche di giorno ed effettuare diagnosi da 8 miglia nautiche.

In questo modo Erdogan tramite il progetto SGRS, che comprende radar, telecamera elettro-ottica e software, punta a raggiungere il massimo tasso di copertura nelle aree di giurisdizione marittima della Turchia, che ha una costa di 8.484 km e ad ampliare la sua strategia nell’intero Mediterraneo (Libia inclusa).

Il ministro degli Esteri Çavuşoğlu ha annunciato che la Turchia potrebbe essere dichiarata Zona Economica Esclusiva (ZEE) nel Mediterraneo. Per cui, è il suo messaggio, nessun pescatore di nessun paese dovrebbe entrare nella regione in cui si trova la piattaforma continentale. Ha inoltre attaccato la Grecia, rea a suo dire di “violare la nostra piattaforma continentale”. Çavuşoğlu ha aggiunto: “Dichiarare una piattaforma continentale è sufficiente per tutelare le ricchezze sottomarine, in particolare le ricchezze di idrocarburi. Abbiamo dichiarato la nostra piattaforma continentale, l’abbiamo registrata presso l’ONU e la proteggiamo”.

QUI WASHINGTON

Come è noto, Washington in questo momento è proiettata su due dossier sopra tutti gli altri: Cina e gas. Per cui se da un lato tutti gli altri temi vengono al secondo posto, è pur vero che le conseguenze che impatteranno sul dossier energetico dalle tensioni nel Mediterraneo orientale dovranno essere seguite con attenzione. Sul punto ad Atene si sta verificando un cambio di leadership non da poco: dopo cinque anni e due rinvii, esce di scena l’ambasciatore americano in Grecia, quel Jeoffrey Pyatt regista assoluto del ritorno della Grecia nell’alveo delle alleanze euroatlantiche.

A lui si deve il lavorìo sotterraneo per portare in Grecia players industriali a stelle e strisce primari, per potenziare (e privatizzare) il porto di Alexandroupolis, dopo che Pireo è finito alla Cina e Salonicco all’oligarca ellino-russo Ivan Savvidis. A lui si deve il cambio di passo nel dossier energetico, che conosce molto bene essendo stato in precedenza di stanza a Kiev proprio in concomitanza con la crisi in Crimea.

Al suo posto Biden ha scelto il magnate alberghiero George Tsounis, ellino-americano molto vicino ai democratici (attivo nella campagne presidenziali pro Obama e Biden) e fondatore della catena Chartwell Hotels, che ha nel suo portafoglio Hilton, Marriott e Intercontinental in Pennsylvania, New York, New Hampshire e Rhode Island.

@FDepalo

La nave Oruc Reis a caccia di gas. Erdogan sfida i trattati nel Mediterraneo

Con questa provocazione contro Cipro e Grecia Ankara potrebbe voler aumentare le tensioni, in vista del bilaterale con Biden in programma a fine mese a Roma, a margine del G20

Ex capo programmatore del Pentagono: abbiamo già perso contro la Cina

Occhio, la Cina rischia il sorpasso tech. L'allarme dal Pentagono

Nicolas Chaillan si è appena licenziato dal Pentagono in segno di protesta, accusando la Difesa americana di essere impantanata sull’intelligenza artificiale mentre la Cina continua a correre. In un’intervista a FT spiega come incompetenza, burocrazia, resistenza all’innovazione e dibattito etico stiano distraendo l’America dalle vere priorità

Letta e la destra alla guerra delle mozioni. La bussola di Ocone

Era inevitabile che il Pd, rianimato dai recenti risultati elettorali, approfittasse dei disordini nelle città per mettere il suo timbro sull’antifascismo. Tema fortemente identitario per la sinistra e che può tendenzialmente disunire il fronte avversario, vero obiettivo politico dei democratici in un’ottica di breve, ma forse anche di più lungo periodo

Nessuno può definirci, ecco il libro-raccolta sul Ddl Zan

Analisi e riflessioni giuridiche sul Ddl Zan a cura di Suor Anna Monia Alfieri e Angelo Lucarella. Con un unico fil rouge: la Costituzione a cui occorre rifarsi. Sempre. Senza dimenticare l’elemento essenziale da cui partire: nessuno può definirci

Huawei, ecco il sondaggio canadese che spaventa la Cina

Braw (Aei) aveva parlato di “vittoria di Pirro” per Pechino sul caso della figlia del fondatore del colosso del 5G. E infatti… Ecco tutti i risultati dell’indagine 

Roma come Charlottesville, prove tecniche di insurrezione? L'opinione di Alegi (Luiss)

Gli scontri di sabato a Roma sono un caso isolato o indicano un problema più ampio? Difficile dirlo, ma il grave episodio porta alla mente gli scontri di Charlottesville del 2017, prodromo per l’assalto al Congresso del 2020. Due i nessi con la situazione italiana: la violenza e la difficoltà a prenderne le distanze da parte della destra “normale” o “moderata” o “di sistema”. L’Italia sembra avere più difese. L’opinione di Gregory Alegi, professore a contratto di History and Politics of the USA presso la Luiss Guido Carli

Meloni, il rischio neofascismo e le frasi non dette

Con questa analisi politologica del “fenomeno Meloni” si avvia una serie di disamine delle varie figure di leader di partito, raccontate da Luigi Tivelli, già docente di Diritto costituzionale, politologo non accademico, scrittore e saggista politico

Turchia, la politica estera in ottovolante

La politica estera turca è una rete tridimensionale che sovrappone geopolitiche contraddittorie in forzata coesistenza: quella transatlantica, quella della competizione/collaborazione con la Russia, quella della cuginanza con l’Iran sciita, quella della spaccatura con il blocco arabo-sunnita Ryhadh-Abu Dhabi-Cairo. Quest’ultima è determinante e se dovesse ora riassorbirsi, assisteremmo a un ennesimo salto revisionista

No-vax, Difesa, energia, Consob. L'agenda del Copasir

Il Copasir accende un faro sulla piazza violenta no-pass e no-vax. Giovedì in audizione Parente (Aisi) e chiesta un’informativa al ministro dell’Interno Lamorgese. Ma l’agenda del comitato di controllo degli 007 è fittissima: dall’audizione del cyber-zar Baldoni a quella del generale Graziano fino al presidente di Consob Savona

Draghi da Landini nella sede della Cgil, tra abbracci e applausi. Il video

Draghi da Landini nella sede della Cgil, tra abbracci e applausi [embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=iu7q0tEMl18[/embedyt] Roma, 11 ott. (askanews) - Il presidente del consiglio, Mario Draghi, è stato accolto da un applauso al suo arrivo nella sede nazionale della Cgil, oggetto sabato scorso dell'assalto dei militanti dell'organizzazione di estrema destra Forza Nuova, nel corso della manifestazione No Green Pass. Ad accogliere il…

×

Iscriviti alla newsletter