Skip to main content

Di solito i capi di Stato e di governo uscenti prendono decisioni mirate a farli entrare nell’albo dei buoni e rimanere nella memoria collettiva come leader popolari: concedere la grazia ai carcerati, allargare la copertura sanitaria a più persone, inaugurare nuove strutture. Per esempio Barak Obama, come ultimo atto da presidente degli Stati Uniti, nel 2016 emanò il Talent Act, permettendo la rotazione di talenti dell’industria tech al servizio civile. L’ultimo atto di Angela Merkel è impopolare, e lo è a maggior ragione in Germania, Paese in cui ogni discriminazione e restrizione di libertà viene vissuta come un nuovo nazismo.

LOCKDOWN PER NON VACCINATI

Ieri Merkel ha parlato ai tedeschi dicendo che la situazione Covid si è aggravata più del previsto. I motivi di questa situazione sono due. La campagna vaccinale non sta andando così bene: la popolazione con doppia dose è circa 7 punti percentuali in meno rispetto all’Italia. Le negoziazioni per la formazione di un nuovo governo sono coincise con l’arrivo di una nuova ondata in cui nessuno voleva e poteva prendere decisioni: né il governo uscente, perché voleva aspettare quello entrante, e né quello entrante perché impossibilitato. E così è stata Merkel a prendersi la responsabilità di risultare impopolare e imporre un lockdown tra i non vaccinati e a ipotizzare l’obbligo vaccinale (da passare al vaglio del Bundestag) a partire da febbraio. Il lockdown prevede che i non vaccinati non possano entrare in negozi, eccetto che farmacie, supermercati e tabacchi. Le regola del 2G (geimpft, vaccinato, e genesen, guarito) varrà quindi per avere un qualsiasi tipo di vita sociale.

VACCINATEVI

È una decisione che nessuno avrebbe voluto prendere, specialmente in Germania, dove ogni costrizione viene vista come un’evocazione al nazismo. Anche nei momenti più duri della pandemia i tedeschi non sono mai stati costretti a stare in casa: la limitazione delle libertà è un’ipotesi da sempre esclusa. E dato che Merkel non può decidere di chiudere tutti i non vaccinati in casa (già adesso si parla di dittatura vaccinale), ha deciso di rendere loro la vita talmente difficile da poter arrivare a una sola decisione: vaccinarsi. Insomma quello che ha fatto l’Italia.

L’ITALIA E LA BELLA FIGURA

La conferenza stampa di ieri ricorda quella in cui l’anno scorso annunciò che i mercatini di Natale sarebbero rimasti chiusi. Per capire l’importanza di questi ultimi per i tedeschi è bene fare un parallelismo: quella decisione era un po’ come dire agli italiani che non avrebbero festeggiato il Natale con i parenti. Quel “invidio l’Italia” di cui si sta parlando molto nelle ultime ore riguarda più fronti: il numero di vaccinati, di terapie intensive occupate e anche dei pazienti Covid inviati in Italia. Dopo che nel 2020 era stata la Germania a ospitare i malati Covid che non trovavano un posto letto in Italia, adesso è il contrario: le terapie intensive tedesche sono piene, le stesse che all’inizio della pandemia erano 5 volte in più rispetto a quelle italiane. Nel nostro Paese, nel frattempo le terapie intensive sono raddoppiate, arrivando a quasi 10mila posti letto. In Germania ce ne sono 30mila, calcolando anche che la popolazione è di un quarto superiore rispetto a quella italiana.

ANCHE IL MARITO DI MERKEL CI INVIDIA

Una settimana fa è stata anche pubblicata su Repubblica un’intervista al marito di Merkel, Joackim Sauer, fisico quantistico, che non parla quasi mai in pubblico. Si dice sorpreso che un terzo della popolazione voglia andare contro la scienza non vaccinandosi. E afferma che probabilmente è anche dovuto a come tutto è cominciato: “Ricordo immagini forti, come quella delle bare trasportate in colonna da camion militari. Forse anche questo ha aiutato a convincere la gente e ad agire al momento giusto”.

Perché Merkel ci invidia e suo marito pure

Con il lockdown per i non vaccinati Angela Merkel ha deciso una misura impopolare che nessuno avrebbe voluto prendere. L’ultimo atto di responsabilità da cancelliera

Cosa c'è dietro l'incontro tra Putin e Biden

I leader di Stati Uniti e Russia si incontreranno in videoconferenza: una nuova occasione di contatto diretto mossa ancora dalla crisi in Ucraina. Putin intende portare la questione sul piano bilaterale per allargare il dialogo a uno spettro più ampio?

L'accoglienza di Erdogan al papa in viaggio verso Cipro e Grecia

L’ultimo muro d’Europa, oggetto della visita del papa, è ancora lontano dal risolvere i problemi legati alla geopolitica e alle pretese di Ankara. Il ruolo degli Usa e le prospettive (in chiave Nato) della Grecia

Chi va e chi viene. Il gioco del delisting tra Usa e Cina

La vigilanza sulla Borsa americana ha approvato il regolamento che consente di imporre il delisting forzoso alle aziende cinesi quotate a Wall Street che si rifiutano di aprire i libri contabili agli ispettori. Ma a Pechino non sembrano essere particolarmente sconvolti. Anzi…

Con il Großer Zapfenstreich per Angela Merkel si chiude un'era

Ieri la Germania ha salutato Angela Merkel sulle note di tre brani davvero interessanti, due dei quali certamente inattesi e sorprendenti, tanto che l’orchestra ha dovuto imparare i due pezzi in poco più di una settimana ed eseguirli davanti a mezzo mondo, letteralmente

Così nell’area Mena aumentano (piano) i diritti delle donne

Il riconoscimento dell’uguaglianza di genere è ancora distante in diverse parti del mondo, ma il processo è in corso, lento, pieno di ostacoli e speranze come ha ricordato Emma Bonino al Med2021

Difesa europea? Per ora può nascere quella mediterranea sul gas

Israele, Cipro e Grecia fanno muro su energia e geopolitica, coinvolgendo l’Egitto e stimolando la Turchia a cambiare registro in termini di alleanze e relazioni

I porti italiani? Al sicuro da mire straniere (per ora). Ecco perché 

Un caso come quello greco del Pireo? Non potrebbe realizzarsi da noi, a meno di cambiare le leggi (e l’Ue incombe). Il professor Carbone: “Gli spazi in cui si trovano gli scali appartengono al demanio marittimo, pertanto sono inalienabili”. Pagani (Pd) avverte: “Il sistema nordeuropeo da noi non può funzionare”

L’istruzione è il vettore che porta l’Italia al centro del Mediterraneo

L’Italia concentra la sua cooperazione con i Paesi del Mediterraneo sul mondo dell’istruzione, via per costruire una regione più equa, aperta, prospera. Sereni, Di Stefano, Bencini e Fatarella ai Med Dialogues organizzati da Ispi e Farnesina

La Fondazione Med-Or in Arabia Saudita. I progetti di Minniti

Nel corso della visita della Fondazione Med-Or in Arabia Saudita, Marco Minniti ha incontrato il ministro dell’Istruzione del Regno, Hamad bin Mohammed Al-Sheikh. Si è parlato di partnership possibili nel settore della formazione universitaria (come quella già in essere col Marocco), nonché della creazione di un istituto di studi arabi in Italia, il primo di questo tipo nel nostro Paese

×

Iscriviti alla newsletter