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Dopo l’annuncio di un possibile divieto sull’uso delle criptovalute in India, in molti hanno iniziato a vendere le proprie monete facendo crollare il valore dei Bitcoin, dei Shiba Inu e dei Dogecoin di quasi il 15%. Un effetto che, per Glen Goodman, autore di The Cypto Trader, non ha avuto alcun impatto sui mercati globali.

Nonostante le iniziali speculazioni, la “Cryptocurrency and Regulation of Official Digital Currency Bill” presentata al parlamento indiano e che verrà discussa a fine mese, non pensata per bandire completamente l’utilizzo delle criptovalute, ma solo per regolarle. Spiega il bollettino pubblicato dalla Camera che annuncia l’ordine del giorno per la prossima seduta parlamentare che la proposta mira a “creare un quadro che faciliti la creazione di una valuta digitale ufficiale emessa dalla la Reserve Bank of India”. Inoltre, il progetto di legge vorrebbe anche proibire lo scambio delle criptovalute private, ma comunque consentire l’uso con alcune eccezioni.

Questa nuova legislazione ha lo scopo unico di proteggere gli investitori e i loro guadagni. Sarà ancora possibile scambiare criptovalute, ma solo su alcune piattaforme che seguono le direttive accordate della proposta di legge, di cui testo non è stato ancora reso pubblico. Forse sarà anche possibile che le criptovalute vengano riconosciute come asset e non più come valute, ma come specifica India Today, se questo avvenisse potrebbe cambiare il sistema di tassazione nazionale.

Non sarà, invece, più possibile comprare liberatamene online con una criptovaluta, cosa che attualmente si può ancora fare. Solo coloro che soddisfano i criteri della proposta di legge potranno farlo, e sempre solo loro potranno crearne di nuove.

The Indian Express sottolinea che sarà difficile per la Banca centrale indiana partecipare a questa proposta legislativa, dato che hanno una visione molto conservatrice sulle criptovalute che mira a bloccarne completamente l’utilizzo – cosa che invece il governo non vuole fare. Dunque, è altamente probabile che verrà creato un organo apposito per gestirne la regolamentazione, fare in modo che l’utilizzo sia limitato e che l’India possa creare, nel futuro, una criptovaluta ufficiale nazionale, proprio come la Cina.

Come ha specificato Goodman, ogni Paese ha un approccio diverso rispetto alle criptovalute, alcuni credono siano una minaccia, altri un’opportunità e altri ancora una via di mezzo. La Cina, per esempio, ha bandito qualsiasi criptovaluta tranne quella statale, con l’intento di dominare il mercato e, sempre secondo Goodman, pare che l’obiettivo finale dell’India sia lo stesso ma con un approccio più lento e meno brusco.

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