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L’Algeria continua a cercare un nemico esterno per distrarre l’opinione pubblica dalla crisi interna al Paese. Dopo la decisione di rompere le relazioni diplomatiche col Marocco e vietare agli aerei del suo vicino di attraversare il proprio spazio aereo, tutte mosse rivelatesi velleitarie e senza alcuna conseguenza pratica, questa volta si gioca la sua ultima carta che è quella di chiudere a partire dal mese di novembre i rubinetti del Gasdotto Maghreb-Europa (Gme), che passa in territorio marocchino.

È scaduto infatti a fine ottobre il contratto di fornitura di gas che rifornisce la Spagna passando per il territorio marocchino. Per colpire il Marocco, che aveva ampiamente previsto questa eventualità, Algeri ha di fatto interrotto un’importante fornitura energetica agli spagnoli pari a 6 miliardi di metri cubi di gas.

L’Algeria promette agli spagnoli una compensazione del gas perso dal gasdotto marocchino aumentando a 10 miliardi di metri cubi la capacità di quello di Medgaz, collegato direttamente ad Almeria. La compagnia energetica statale algerina Sonatrach esporterà verso la Penisola iberica quindi solo attraverso la condotta sottomarina diretta. Un intervento non sufficiente per raggiungere la fornitura abituale. La dipendenza della Spagna dal gas algerino è molto importante. Secondo i dati forniti da Enagas, l’Algeria ha fornito quest’anno il 47% del gas importato dalla Spagna, pari a 15 miliardi di metri cubi. Di questi, 6 miliardi tramite il gasdotto che attraversa il Marocco e 8 attraverso il gasdotto Medgaz, e 1 miliardo via mare, sotto forma di gas naturale liquefatto.

Da Algeri promettono di moltiplicare le consegne di gas naturale liquefatto via nave per compensare. Ma vista la rarità di questi mezzi sul mercato, oltre a provocare un aumento consistente dei prezzi, la certezza è quella di non poter garantire una fornitura regolare.

L’escalation di ritorsioni da parte dell’Algeria nei confronti del Marocco sono iniziate ad agosto con la rotture delle relazioni diplomatiche. In estate Algeri ha accusato Rabat di sponsorizzare ‘azioni ostili’ nei propri affari domestici. Secondo il ministero degli Affari Esteri algerino, Rabat sostiene apertamente i movimenti separatisti della Cabilia, una piccola regione nel nord dell’Algeria. Ma la vera regione risiede nella crisi del Sahara occidentale ed è legata al riconoscimento degli Stati Uniti e di numerosi paesi arabi e africani della sovranità di Rabat su quel territorio e sul crescente ruolo da protagonista giocato dal Marocco in Africa a discapito del suo vicino.

Con quest’ultima iniziativa che colpisce in particolare un paese europeo come la Spagna, in quanto il Marocco non ha fatto una piega di fronte alla chiusura del gasdotto e ha reso noto che l’impatto sul suo sistema elettrico sarà “insignificante”, l’Algeria vuole esercitare una forma di ricatto contro l’Europa. Questa decisione infatti è stata adottata in una situazione economica in cui il prezzo del gas è particolarmente alto e rappresenta una minaccia per l’approvvigionamento energetico europeo. Alla carenza di gas, che è già un dato di fatto per i fornitori da fine settembre, si aggiungono i problemi di approvvigionamento, in particolare attraverso il gasdotto russo Nord Stream. Un rapporto della Bank of America ha già lanciato l’allarme sul fatto che la capacità di stoccaggio del gas in Europa è attualmente di 15 punti al di sotto del normale per questo periodo dell’anno.

Tutto ciò accade mentre in Nord Africa l’Algeria e il suo protetto, il Fronte Polisario, sfidano così la Comunità internazionale e minacciano la sicurezza nella regione del Maghreb respingendo la risoluzione 2602 dell’Onu che chiede il rispetto delle disposizioni di cessate il fuoco rispettate dal Marocco.

L’opposizione algerina ritiene inoltre che la profonda crisi economica in Algeria, esacerbata da decisioni come l’interruzione del gasdotto Maghreb-Europa, rischi di accentuare le cause che favoriscono le migrazioni verso l’Europa. Negli ultimi mesi, l’immigrazione clandestina in Spagna è arrivata principalmente dall’Algeria, che rifiuta ogni collaborazione in materia con le istituzioni europee. L’interruzione del gasdotto Maghreb-Europa non farà accentuare questo preoccupante trend migratorio.

Una fonte del settore energetico di Rabat ha spiegato a “Formiche.net” che il mancato rinnovo del contratto GME non avrà impatti significativi sulla fornitura di energia elettrica nazionale. Era infatti previsto quello che chiamano “un atto di sabotaggio” e sperano che questa mossa dimostri all’Europa come Algeri si sia dimostrato un “partner inaffidabile” portando Marocco e Spagna a ripensare alla propria strategia energetica puntando su un nuovo solido schema di cooperazione regionale. Secondo Taoufik Laâbi, consulente energetico, esperto di sviluppo e pianificazione ed ex direttore responsabile della sviluppo e pianificazione in ONEE, “il Marocco può adattarsi perfettamente alla nuova situazione grazie al comodo margine di manovra che ha creato attraverso le sue strategie di diversificazione”.

Non si fa più affidamento quindi sul gasdotto che collega i pozzi di Hassi R’mel in Algeria a Tarifa in Spagna, attraversando il territorio marocchino per 540 chilometri. Durante una visita lampo ad Algeri, mercoledì 27 ottobre, il ministro spagnolo per la transizione ecologica, Teresa Ribera, ha capito quanto Algeri sia presa in una spirale di odio verso il Marocco, anche se ciò significa perdere clienti e denaro.

“Ora sappiamo che non possiamo contare su un partner inaffidabile, a maggior ragione quando si tratta di questioni strategiche. Attraverso questo atto di sabotaggio, il regime algerino ci sta aiutando oggi a liberarci e ripensare in modo affidabile la nostra visione strategica in un quadro di più solida cooperazione regionale”, spiega una fonte vicina al dossier.

L’eco della crisi in corso nel Mediterraneo occidentale è arrivata anche in Italia. Diversi deputati italiani sono intervenuti su questa crisi. “La decisione dell’Algeria è un inaccettabile ricatto sul gas”, ha affermato in un tweet il deputato Paolo Grimoldi della Lega. Anche il deputato Paolo Lattanzio, del Partito Democratico, ha espresso la sua preoccupazione via social. “L’aumento dei prezzi dell’energia e l’escalation delle tensioni non sono ciò di cui abbiamo bisogno nel Mediterraneo”, ha avvertito, indicando che questa chiusura potrebbe avere “serie ripercussioni sulla Spagna”. Infine il democratico Marco di Maio, ha giudicato questa decisione come “molto grave soprattutto perché è stata presa in un contesto segnato da una forte pressione sui prezzi dell’energia”, auspicando che “l’Ue non ceda alle minacce algerine”.

 

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