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“Una totale baggianata”, “pettegolezzi politicamente motivati”. Queste le risposte di Vladimir Putin all’accusa di utilizzare le esportazioni di gas naturale come arma per influenzare la politica internazionale. Stiamo rispettando le forniture previste dai contratti a lungo termine, va dicendo il presidente russo, ma non possiamo aumentare le forniture a richiesta (cosa che facevano negli scorsi anni, come ha rimarcato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen).

Sullo sfondo, la crisi del gas (prezzo quadruplicato in alcuni Paesi, forniture ridotte in Europa, riserve che iniziano a scarseggiare) e l’inverno che si avvicina. Di recente Putin ha incolpato le aziende di gas europee per i prezzi impazziti, accusandole di non aver pompato abbastanza metano nelle riserve sotterranee prima dell’inverno. Tuttavia i sospetti crescono da settimane, tanto che la stessa Unione europea sta preparando un’indagine antitrust sulla controllata del Cremlino, Gazprom, per il possibile abuso della sua posizione di mercato.

Come si manipola il mercato europeo

Nell’Unione europea le carenze più significative si registrano proprio negli stabilimenti operati o controllati da Gazprom. È quanto rilevato da un’analisi dei dati dell’industria di gas europea a opera di Domenicantonio De Giorgio, docente di finanza a contratto all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “Putin e Gazprom continuano a dire di aver [rispettato] tutti i loro contratti a lungo termine con i clienti. Bene, hanno rifornito i loro clienti, ma non hanno rifornito loro stessi”, ha detto De Giorgio al Financial Times.

Escludendo i siti controllati da Gazprom, lo stoccaggio di gas in Europa rientra nell’intervallo medio degli ultimi cinque anni, cioè un livello più che accettabile – anzi, “relativamente comodo” – per l’industria. E però, includendo le strutture controllate dai russi, il livello complessivo di gas in Europa è ben al di sotto, circa 75% rispetto all’85-95% degli ultimi cinque anni. In altre parole, i mercati europei sarebbero ben più tranquilli se non fosse per i “vuoti” lasciati da Gazprom.

La linea ufficiale di Putin è che tutto il gas extra sta andando verso le riserve russe, ma diversi analisti intravvedono una strategia per favorire l’apertura di Nord Stream 2. Il Cremlino ha garantito che aumenterebbe le forniture di gas “all’indomani” dell’approvazione del gasdotto, che potrebbe avvenire già a gennaio. E la Germania – che tra decarbonizzazione, denuclearizzazione e assenza di energia rinnovabile ha bisogno del gas più che mai – ha appena certificato che Nord Stream 2 “non compromette la sicurezza dell’approvvigionamento di gas” europeo.

Tra Russia e Ue: il caso moldavo

Anche la Moldavia sta subendo l’influenza geopolitica via Gazprom, che fornisce il 100% del metano nel Paese. Settimana scorsa il piccolo Stato in Europa orientale ha dovuto dichiarare l’emergenza nazionale dopo che l’azienda russa ha tagliato le forniture e chiesto più del doppio per continuare a inviare gas. La prima ministra Natalia Gavrilita ha spiegato che la pressione dei gasdotti nazionali aveva raggiunto “livelli critici” (aggiungendo che la controllata moldava di Gazprom “non stava rispettando la sua parola”) e che lo stato di emergenza avrebbe permesso l’acquisto da fornitori esterni, come quelli europei. Gazprom ha detto che i contratti a lungo termine erano scaduti.

Ma non è tutto: mercoledì è emerso che Gazprom avrebbe proposto agli ufficiali moldavi di ridurre i prezzi del gas se avessero modificato il trattato di libero scambio tra Moldavia e Ue e ritardato l’implementazione delle regole europee di liberalizzazione del mercato. Le fonti di FT hanno spiegato che il Cremlino “vede i negoziati sul gas come parte di un più ampio accordo politico con la Moldavia dopo che la presidente Maia Sandu è entrata in carica l’anno scorso e il suo partito devotamente pro-Ue ha ottenuto una vittoria schiacciante [contro un governo pro-Russia, ndr] alle elezioni di luglio”.

Insomma, Putin starebbe sfruttando Gazprom per assicurarsi l’influenza nell’ex Stato sovietico che la Russia considera nella propria sfera d’influenza (tanto da mantenere una presenza militare in una regione secessionista e russofona). Intanto l’Ue si muove: Polonia e Romania hanno già inviato delle partite-prova di gas nello staterello. Mercoledì von der Leyen ha incontrato Gavrilita e assicurato “il pieno supporto dell’Ue” per la Moldavia, nella forma di un aumento della cooperazione e 60 milioni di euro per aiutare il Paese a gestire la crisi energetica.

Gazprom

Putin non russa sul gas. Diplomazia Gazprom in azione sull’Ue

A dispetto delle parole di Putin, i fatti parlano chiaro: il Cremlino sta tagliando le forniture di gas (nel bel mezzo di una crisi energetica) per influenzare la politica internazionale. In Europa per far approvare il Nord Stream 2, in Moldavia per evitare l’avvicinamento all’Ue

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