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Come riporta Agenzia Nova, la missione Onu per la Libia (Unsmil) ha diffuso una nota importante che potrebbe avere un suo peso sul processo elettorale e fonti libiche spiegano a Formiche.net che quel peso “non è detto sia assolutamente positivo”. Secondo l’Onu, le consultazioni devono tenersi in simultanea nella scadenza prefissata del 24 dicembre sia nella forma presidenziale sia parlamentare; inoltre, chi ricopre attualmente cariche pubbliche deve potersi candidare.

Le ragioni dell’Onu sono chiare: il timore che il voto rischi di produrre un risultato contestato e poco credibile. Unsmil chiede “l’adozione degli adeguamenti necessari, compresi quelli proposti dall’Alta Commissione nazionale per le elezioni (Hnec), per consentire lo svolgimento di elezioni parlamentari libere, eque, inclusive e credibili e le elezioni presidenziali simultaneamente il 24 dicembre, in linea con la tabella di marcia politica libica, le risoluzioni del Consiglio di sicurezza 2570 (2021) e 2571 (2021) e le conclusioni della seconda conferenza di Berlino per la Libia”. E lo fa alla vigilia di un’importante sessione del parlamento libico.

Al netto delle buone intenzioni, la proposta Onu ha una serie di delicatezze che fonti libiche fanno notare. La prima riguarda appunto l’election day, escluso dalla proposta di legge elettorale costruita dal presidente del parlamento, Agila Saleh, e invece richiesta dall’Alto consiglio. La doppia data (il 24 dicembre le presidenziali, un mese dopo le parlamentari) è considerata migliore per gestire in modo ordinato gli scrutini e dunque evitare potenziali disordini causato dalla massa di voti da esaminare. Simili le preoccupazioni di chi vuole accorpare il voto, anche per ragioni di sicurezza.

Se questo è finanche superabile, l’aspetto più critico riguarda la possibilità di aprire le candidature a chi riveste attualmente cariche pubbliche. La richiesta tende a includere nella corsa elettorale l’attuale premier Abdulhamid Dabaiba. Dabaiba — che potrebbe avere un buon sostegno — guida però un governo (di unità nazionale, Gnu) che è stato costruito dall’Onu attraverso il Foro di dialogo politico intra-libico su un punto: l’esecutivo aveva solo incarico ad interim per portare il Paese al voto (fissato per il 24 dicembre), e chi avesse accettato incarichi avrebbe dovuto anche accettare di non potersi candidare in questo giro per ruoli futuri (regola del Foro).

Per di più, spiegano le fonti libiche, chiunque avesse voluto candidarsi avrebbe dovuto rinunciare agli incarichi entro il 24 settembre, secondo la legge in approvazione, ma Dabaiba non lo ha fatto: “cambiare le regole in corso d’opera è molto rischioso, si potrebbero rovinare degli equilibri”. Il rischio è per esempio che il leader miliziano dell’Est, Khalifa Haftar, che ha formalmente rinunciato al suo incarico militare probabilmente per preparare una sua candidatura presidenziale, potrebbe usare la questione come scusa pe far deragliare un processo elettorale nel quale non ha mai effettivamente creduto.

Per quanto noto a Formiche.net, figure politiche di primo rilievo, come per esempio gli ex leader del precedente governo onusiano Aref al Nahed e Fathi Bashaga, che godono entrambi di ampie costituency, sarebbero contrarie a questa pressione dell’Onu che potrebbe passare tra i libici come “una forma eccessiva di ingerenza”. Qualcosa che potrebbe anche finire per scoraggiare la partecipazione elettorale dei libici, se non innescare reazioni che facciano proprio saltare il voto. Intanto quarantaquattro membri della Camera dei Rappresentanti hanno annunciato il loro rifiuto dell’ingerenza della Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia e degli ambasciatori stranieri nelle leggi relative alle elezioni emanate dal Parlamento.

”L’Unsmil continua a coinvolgere tutte le parti libiche interessate per facilitare gli sforzi per mettere in atto un quadro per le elezioni parlamentari e presidenziali che sia in linea con la tabella di marcia politica libica e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza”, ha spiegato l’inviato speciale Onu Jan Kubis, ricordando che serve finalizzare un quadro giuridico che “affronti le preoccupazioni relative alla tabella di marcia e alle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza”.

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