Skip to main content

“Non c’è amore più grande che quello che si sente qui, nel petto, per una causa, per una patria, per una gente, per un popolo, per una causa umana”. Questa frase del defunto presidente Hugo Chávez appare, in caratteri cubitali, nella prima schermata del sito Sistema Patria; una piattaforma digitale creata dal regime venezuelano per gestire il pagamento degli stipendi dei funzionari pubblici, i sussidi economici e ora anche il programma di vaccinazione anti-Covid.

Dal 2018 il governo socialista insiste in questa presunta “digitalizzazione” del Paese. Inizialmente era stato presentato come il “Carnet della Patria”, una tessera per accedere ai negozi alimentari con prezzi agevolati, ma l’iniziativa non era stata ben ricevuta dai venezuelani. Non solo perché il database del sistema sarebbe stato usato per il controllo sociale e per fini politici, ma soprattutto perché l’offerta di prodotti agevolati era scarsa e di poca qualità.

TRA PECHINO E MOSCA

Come si legge in un approfondimento di Formiche.net, la tecnologia di sorveglianza del Carnet de la Patria non è un’idea di Maduro. Il modello era ispirato alla Cina, dove un complesso sistema elettronico monitora azioni e abitudini dei cittadini. Ad idearlo l’impresa Zte con sede a Shenzen, la Silicon Valley cinese.

Secondo l’agenzia Reuters, la compagnia Zte ha fatto parte di un sussidio statale di 70 milioni di dollari che aveva come obiettivo migliorare la sicurezza nazionale del Venezuela. La collaborazione era direttamente con la compagnia di telecomunicazioni venezuelana Cantv, statalizzata dal presidente Hugo Chávez, per lo sviluppo del codice QR presente nel “Carnet de la Patria”.

Inoltre, Zte avrebbe offerto consulenza al governo venezuelano per creare un sistema di sorveglianza in diverse città del Paese, sul modello del governo cinese, mentre la tecnologia russa si sta occupando della gestione delle informazioni che riguardano il materiale delle forze armate del Venezuela.

LA SCUSA DEL COVID

Ora la pandemia offre al regime di Nicolás Maduro una nuova opportunità per riprovarci. Il viceministro per lo Sviluppo di Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione, Gloria Carvalho, ha informato sulle riforme nella Piattaforma Patria (che si chiamerà da adesso Sistema Patria) per adeguarla alla divulgazione delle informazioni relative alla crisi sanitaria e alla prevenzione del virus. “Le riforme sulla piattaforma hanno permesso il trattamento diretto e personalizzato  – ha spiegato Carvalho – così come una veloce diagnosi, la geolocalizzazione dei contagi e la cura diretta in casa”.

Per il viceministro venezuelano, la pandemia rappresenta “un’opportunità senza precedenti” per rafforzare la cooperazione multilaterale attraverso metodi innovativi di tecnologia digitale. La scusa? Il bisogno di aumentare l’accesso equo ai servizi digitali per lo smartworking, le lezioni a distanza e l’e-commerce.

L’annuncio delle riforme del Sistema Patria è avvenuto – non a caso – durante il Forum di Cooperazione Cina-Celac sulle Tecnologie Digitali. All’iniziativa era presente in collegamento il viceministro dell’Industria e Tecnologia dell’Informazione della Repubblica Popolare Cinese, Wang Zhijun.

“TWITTAROLI DELLA PATRIA”

Quando si entra nel Sistema Patria, l’utente che vuole registrarsi deve rispondere su alcune domande di carattere politico. Ad esempio, se sarebbe disposto a partecipare al Congresso Bicentenario dei Popoli, un evento del Partito Socialista Unito del Venezuela.

Il fatto è che il modello s’ispira proprio ai sistemi utilizzati in Cina per la sorveglianza e al sistema di crediti. In Cina ogni impresa, cittadino o rappresentante politico può essere ritenuto più o meno affidabile in base al proprio comportamento negli affari o nella vita di tutti i giorni, come si legge in questo articolo di Gianluca Zapponini su Formiche.net.

In Venezuela, registrarsi nel Sistema Patria o no può determinare quanto denaro si riceve in busta paga. I pensionati che sono fuori dal sistema, percepiscono circa 0,5 dollari, mentre chi è registrato ha diritto ad un “bonus contro la guerra economica – si chiama proprio così – e può avere fino a 1,6 dollari al mese. Anche i funzionari pubblici ricevono occasionalmente dei bonus che alcuni mesi triplicano i loro stipendi.

Il Sistema Patria ha anche una sezione speciale, “Twittaroli della Patria”, che prevede pagamenti per l’uso di hashtag e tweet a favore della propaganda del regime.

IL RICATTO DEL VACCINO

Il regime sostiene che nella piattaforma sono iscritti 18 milioni di persone (la popolazione totale del Venezuela è 28 milioni). Tuttavia, Convite, Ong dedicata agli aiuti umanitari, dice che in realtà il numero di iscritti al Sistema Patria è molto minore perché gran parte della popolazione non ha accesso ad un cellulare o a segnale di copertura e questi sono requisiti necessari per accedere alla piattaforma.

Ed è per questo che molti medici, Ong e attivisti per i diritti umani hanno lanciato un appello all’Organizzazione Mondiale per la Sanità perché in Venezuela il vaccino sia garantito in maniera trasparente e non discriminatoria a tutti i venezuelani.

César Batiz, direttore del sito indipendente El Pitazo e giornalista esperto di inchieste, crede che con l’annuncio della campagna di vaccinazione tramite il Sistema Patria si sia svelato il piano di ricatto e controllo sociale del regime di Maduro.

Dai pensionati all’acquisto della benzina, se si vuole fare qualcosa in Venezuela è necessario registrarsi. “Si pretende che tutto passi per questo meccanismo importato dalla Cina – appunta Batiz -, che si usa per premiare o punire i cittadini d’accordo all’atteggiamento nei confronti del regime autoritario cinese. Un cattivo punteggio può incidere sull’accesso a documenti o l’istruzione nel Paese asiatico. Nel nostro (Venezuela, ndr), ad oggi non si è potuto applicare bene per la gestione di Maduro”.

Secondo il giornalista, i vaccini sono uno strumento di ricatto e clientelismo politico, specialmente in un anno elettorale. La campagna di vaccinazione, in questo rompicapo, è un’operazione di controllo sociale e ricatto da parte di Maduro per garantire la sua permanenza al potere.

Sistema Patria, sorveglianza in salsa cinese in Venezuela

La piattaforma digitale, con tecnologia cinese, controlla stipendi, pensioni, acquisto di benzina e tweet. Sarà usata per la campagna di vaccinazione e per esercitare un meccanismo di controllo sociale da parte del regime

Proteste pro Navalny in Russia, 1.800 fermi in 24 ore. Il video

Proteste pro Navalny in Russia, 1.800 fermi in 24 ore [embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=m4NgaJXEjo4[/embedyt] Milano, 22 apr. (askanews) - Quasi 1.800 fermi in 24 ore e 11 mila dal ritorno dell'oppositore Aleksey Navalny dalla Germania in Russia. In migliaia in serata sono scesi in piazza ieri 21 aprile 2021 per chiedere la liberazione del dissidente, in carcere e in sciopero della fame…

Tutti in classe appassionatamente? La versione del preside Ciccotti

Potrebbe esser problematico il rientro a scuola al 100% degli alunni nelle ultime cinque settimane di lezione. I mezzi pubblici non ancora sufficienti e le aule non adeguate al numero degli allievi in distanziamento non garantirebbero una situazione di sicurezza sanitaria. In alcuni istituti ci sono di nuovo classi in quarantena, più di novembre 2020. Ecco il parere del saggista e preside Eusebio Ciccotti

L'Europa corre sulla moneta digitale. La spinta di Panetta e Passera

La Banca centrale europea spinge sulla creazione di una moneta digitale legale e parallela al contante, per non perdere terreno rispetto alla Cina e superando gli Stati Uniti nell’impegno verso la CBDC, Central Bank Digital Currency. E anche per Corrado Passera bisogna arrivare al più presto all’euro virtuale

Oltre le linee rosse. Cosa (non) ha detto Putin a Mosca. La versione di Baggiani

Di Gregorio Baggiani

Una captatio benevolentiae per la popolazione russa, stremata da virus e crisi economica, e un messaggio a Europa e Usa: non superate la linea rossa. Ma sull’Ucraina e il Nord Stream il silenzio. Il discorso di Putin a Mosca letto da Gregorio Baggiani, analista della Nato Defence College Foundation

Salvini deve decidere. O al governo o al Papeete. La reazione di Marcucci (Pd)

Il punto sugli equilibri di governo. Le tensioni tra Lega e Pd, sempre più evidenti. “La Lega ha ministeri importanti in questo esecutivo, li faccia lavorare di più per il bene dell’Italia”. E sul coprifuoco? “Concordo con la lettura di Draghi: se i dati lo consentiranno, è una misura che andrà rivista”

La bellezza è la forza del cuore. Ricordando Audrey, icona di fragilità

Icona di stile e di sensibilità, Audrey Hepburn raccontata da Elvira Frojo simboleggia la rinascita partendo dai sentimenti, in vista delle nuove riaperture. La storia di una donna del passato ricorda, oggi, al mondo, la potenza dell’amore

Cuccia, gli Usa e il Dopoguerra. Cos'ha detto Nagel all'incontro Mediobanca

Non solo una banca, ma un insieme di relazioni e rapporti firmati da Enrico Cuccia con gli Stati Uniti. E l’Italia scelse da che parte stare tra Occidente e Oriente. Il dibattito con Farese, Dassù, Nagel, Melis, La Malfa e De Bortoli

Usa e Cina destinate alla guerra? No, ma… Il libro di Dian (UniBo)

Di Matteo Dian

Per gentile concessione dell’editore Il Mulino, pubblichiamo un estratto del volume “La Cina, gli Stati Uniti e il futuro dell’ordine internazionale” di Matteo Dian (Università di Bologna)

I miei dubbi sull’accordo Ue con la Cina. Scrive il sen. Malan (FI)

Di Lucio Malan

La commissione Esteri del Senato ha iniziato una serie di audizioni sull’accordo sugli investimenti Ue-Cina. Lucio Malan, esponente di Forza Italia e co-presidente dell’Alleanza Inter-Parlamentare sulla Cina (Ipac), spiega i suoi dubbi

×

Iscriviti alla newsletter